Morte mamma

Gentili medici,
Sono una ragazza di 20 anni la cui madre di 47 si trova nella fase finale di una malattia. Un anno fa ha scoperto di avere un tumore raro e già avanzato, io studiavo fuori ma sono tornata per starle accanto, cercando nel frattempo di continuare con gli studi. In questo ultimo anno mi sono occupata io di tutto, sia del lato famigliare che medico, c'ero io a tutti gli appuntamenti con gli oncologi (anche perché lei è allettata da sei mesi), c'ero io quando mi hanno detto che era terminale. Certo, mio padre è stato sempre presente nelle sue possibilità, ma lavora tutto il giorno e non posso fargliene una colpa. Ho un fratello più piccolo, insomma non è una situazione facile. Tre giorni fa mia mamma è peggiorata e adesso le mancano ore, forse giorni. Sono sempre stata una persona molto forte (come lei d'altronde), anche perché non avevo alternative e lei non doveva sapere della gravità della sua malattia che non lascia scampo a nessuno, ma ora che è quasi tutto finito non so come farò a sopravvivere senza di lei, il dolore è immenso... E a dirla tutta mi sento in colpa a soffrire così, perché penso che devo rimanere forte per mio fratello, perché mia madre avrebbe voluto questo, e per mio padre, che soffre sicuramente moltissimo ma in silenzio. L'unica cosa che mi consola è che abbiamo fatto tutto quello che era possibile per lei, l'abbiamo portata nei migliori ospedali per curarsi, non l'abbiamo mai fatta sentire un peso per noi e spero che siamo riusciti a trasmetterle tutto l'amore che ci ha dato lei. Abbiamo deciso per la sedazione palliativa, perché non respirava bene ed era cosciente, era molto peggio vederla soffrire in quel modo e che lei vedesse noi soffrire per lei, ha sempre detto che qualsiasi cosa le fosse successo, noi non avremmo dovuto piangere ma andare avanti, peccato non sia così semplice...
Ho paura del futuro adesso, mi chiedo se sia opportuno vedere uno psicoterapeuta (e magari anche mio fratello, se vuole) quando tutto questo sarà finito, oppure se sia meglio aspettare ed elaborare il lutto in maniera personale.
Grazie a chi mi risponderà.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

ricordo il Suo Consulto relativo alla scoperta del grave problema di salute di Sua madre,
lo scorso anno.

Mi dispiace molto del decorso così rapido,
per quanto
- di fronte alla sofferenza continua e senza speranza della persona -
non si sappia cosa augurarle.

Ora ci chiede:
"Ho paura del futuro adesso,
mi chiedo se sia opportuno vedere uno psicoterapeuta (e magari anche mio fratello, se vuole) quando tutto questo sarà finito,
oppure se sia meglio aspettare ed elaborare il lutto in maniera personale."

Innanzi tutto precisiamo che
il lutto, il dolore, NON è una malattia.
E dunque se Le consiglierò di farsi seguire psicologicamente non è perchè Lei sia "depressa",
cioè malata.

Pur tuttavia, sì, Le consiglio un percorso psy, quando rimarrete "orfani",
. sia perchè Lei è molto stanca e provata dalla lunga assistenza e dunque ha bisogno di sostegno e condivisione profonde, che vanno ben oltre l'amicizia,
. sia perchè non avrà tutto il tempo e il modo a Sua disposizione per dedicarsi
in autonomia e in pieno rispetto di sè
all'elaborazione del grave lutto
dato che .. la vita incalza e ci sarà bisogno di Lei in famiglia.

Nel frattempo in questo ultimo tempo rimasto,
anche se Sua madre è sedata
stia a farle compagnia, la accarezzi livemente, le parli,
le dica le ultime cose che Le preme la accompagnino
mentre si sta incamminando.

Se Le va, si rifaccia viva.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la rapida risposta. Anche io ricordo la Sua risposta al consulto di un anno fa, perché è stata una delle cose più importanti che mi siano state dette, e mi ha aiutata a "non fare la vittima" durante la malattia di mia madre. Ho molte persone vicino, amiche, famiglia... Ma nessuna di queste può capire quello che ho passato, a parte forse il mio ragazzo che non mi ha lasciato un minuto in questo ultimo anno, rinunciando anche lui agli studi da fuorisede. Vorrei porLe un'ultima domanda: quale orientamento di psicoterapia mi consiglia? Ho visto che esistono diversi approcci e non so quale sia più utile al mio caso. Grazie ancora e buona giornata.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

nel Suo caso, nel quale non si cura una patologia
ma ci si prende cura di un dolore e di una fatica,
l'approccio non risulta di fondamentale importanza,
pur rimanendo nelle psicoterapie focali "brevi".
E' importante l'esperienza della Psicologa/o che deve essere anche Psicoterapeuta,
e il feeling che si creerà tra Voi.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti