Pensiero costante della morte

Buonasera,
sono una ragazza di 18 anni.
Da diversi mesi a questa parte, in alcuni periodi più frequentemente rispetto ad altri, penso quotidianamente alla morte. Ma non in senso di desiderio della morte quanto piuttosto una vera e propria paura di essa, una realizzazione paralizzante di come un giorno tutto questo sarà finito e qualsiasi cosa io faccia non ci sarà via di scampo.
Razionalmente parlando so che la paura della morte è la più insensata essendo la morte di per sé l'unica certezza della vita, però purtroppo temo che il pensiero sia diventato un circolo vizioso o un loop, come dir si voglia, da cui non riesco a liberarmi.
Penso sia importanti precisare che ad Agosto 2018 ho perso mia sorella (di un anno più grande per me) per annegamento: sicuramente il vero problema è iniziato da quel momento, tant'è che inizialmente ero anche paranoica nei confronti di chiunque mi circondasse. Se mia madre ritardava, ad esempio, iniziavo a preoccuparmi automaticamente che fosse successo qualcosa di grave, piuttosto che qualche piccolo imprevisto. Adesso questa paranoia è passata ma penso davvero troppo spesso a quest'idea della morte e non so come uscirne: era un qualcosa a cui pensavo anche prima, forse un po' di più (ma prima il giusto, senza eccessi) rispetto alla norma, ma dall'incidente di mia sorella in poi è diventato sempre peggio.
So anche che dovrei forse far ricorso ad assistenza psicologica ma purtroppo non penso di poter gravare finanzialmente in quel modo sui miei genitori, quindi per il momento cerco di cavarmela da sola per quanto possibile.
Grazie in anticipo per chiunque potesse darmi qualche consiglio
Alessia
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, "cavarsela da soli" è un compito arduo, non si deve temere di gravare sulle spese famigliari se si ha a che fare un con disagio. Se dovesse fare una operazione farebbe lo stesso discorso? la salute psicologica va salvaguardata e se siamo davanti a una dinamica ossessiva o una reazione traumatica non c'è alternativa che parlare con uno specialista. Può anche rivolgersi al servizio pubblico.

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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dopo
Utente
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Temo ci sia stata un'incomprensione.
Non è semplicemente questione di non voler gravare, ma è una vera e propria impossibilità economica a farlo, per questo intanto, mettendo da parte nel mentre quel poco che si guadagna da liceali, vorrei trovare un'alternativa indipendente non necessariamente per svincolarmi del tutto da questa situazione, ma perlomeno per incamminarmi sulla giusta strada.