Dipendenze affettive

Buonasera,
torno a scrivere qui sul forum dopo parecchio tempo. Provo a sintetizzare al massimo la mia situazione. Ho avuto un'unica, lunga storia finita ormai da quasi un anno in un modo molto traumatico. Ho avuto delle gravi conseguenze psicologiche e fisiche ma pian piano, anche con l'aiuto di una psicologa, sono riuscita a ristabilirmi. È probabile che sia stata dipendente da questa persona per cui tutto il nostro rapporto è stato disfunzionale. Alla luce di questa nuova consapevolezza, dopo qualche mese ho permesso a una persona di avvicinarsi a me. Utilizzo questo termine perché mi ero chiusa completamente al mondo esterno, avevo terrore di uscire da una piccola comfort zone che mi ero costruita fatta di poche persone di cui mi fidavo e mi fido tuttora. Questa persona si è posta con me nel modo giusto, ha fatto e detto cose che mi hanno fatto bene e alla fine abbiamo cominciato a frequentarci. Io non mi sono mai sbilanciata in questo rapporto, mai ho mostrato quanto ci iniziassi a credere e a tenere, mai ho mostrato quanto sentissi la mancanza quando magari eravamo distanti per lavoro, contrariamente a lui che, seppur in punta di piedi, mi faceva capire spesso che ci fosse qualcosa di più serio da parte sua. Il mio timore era quello di farmi male se mi fossi attaccata a qualcuno. Fatto sta che dopo 5mesi di assidua frequentazione, dopo un banalissimo battibecco, lui scompare. Mi si allontana senza troppe spiegazioni, dicendomi che i miei modi lo avevano infastidito e che ci era rimasto male della mia continua distanza, del mio non sbilanciarmi mai. Credevo sarebbe stato un allontanamento momentaneo, credevo che sbollita la rabbia tutto sarebbe rientrato nella normalità. Invece mi sbagliavo. Ho fatto io qualche tentativo ma mi è parso veramente irremovibile. Non torna indietro. E io ne sto soffrendo in un modo forse esagerato. Sono passati due mesi ma va sempre peggio. Ho una specie di chiodo fisso, provo un forte senso di frustrazione perché penso che se mi fossi comportata diversamente allora non sarebbe successo tutto ciò. Penso che avrei dovuto mostrarmi per quello che realmente iniziavo a provare senza dar retta alla paura. Mi assumo le colpe di tutto e soprattutto vengo sopraffatta dalla nostalgia. Ho superato di peggio, eppure mi sono nuovamente impantanata. Quello che mi chiedo è: si tratta anche in questo caso di dipendenza affettiva? È possibile che segua una specie di schema nell'instaurare relazioni? E per quale motivo faccio così fatica a staccarmi? È chiaro che questa persona non voglia saperne più nulla di me eppure fatico a farmene una ragione. Mi aspettavo che dopo aver superato una rottura come quella col mio ex, avrei affrontato il resto con maggior forza e consapevolezza...
Grazie a chi risponderà
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Dr. Alessio Congiu Psicologo, Psicoterapeuta 83 6 16
Gentile utente,

le sue domande sono più che legittime e trovano una loro spiegazione nella storia travagliata che dichiara di aver vissuto in precedenza.


E' opportuno riconoscere che, al termine di un rapporto sentimentale in cui ci si era impegnati affettivamente, la sofferenza è normale e non spiegherebbe in sé la possibile presenza di una dipendenza affettiva; al contrario, questo doloroso vissuto spiegherebbe unicamente l'importanza che era stata attribuita al partner, o, più in genere, l'importanza che per lei riveste avere accanto a sé una persona che la ami e di cui sente di potersi fidare.


Va da sé che, qualora lei fosse vulnerabile alla dipendenza affettiva, sarebbe naturale rivivere alcune difficoltà in presenza di un'interruzione affettiva. Ciononostante, anche laddove volessimo ipotizzare che la sofferenza che starebbe provando fosse associata a tali presunti meccanismi psicologici, le sue domande sono un chiaro indicatore di una consapevolezza che sta già agendo nel qui ed ora per eventualmente interrompere il ritorno in una possibile condizione di dipendenza. Qui sta la sua vera forza e il risultato che ha raggiunto nel faticoso lavoro psicologico svolto in precedenza. Riuscire a tollerare questo profondo dolore curandosi le proprie ferite emotive rientra infatti tra i compiti a cui ciascuno di noi è chiamato per mantenere stabile l'amor proprio e il proprio valore personale (autostima).

Questo naturalmente non comporterà rinunciare all'amore e alle relazioni, ma solo riuscire a tollerare questo vissuto, imparando a stare da soli con se stessi anche nei momenti di maggiore sconforto. Il tempo è spesso la migliore cura.

La lascio con un articolo che penso potrà trovare di suo interesse:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2515-il-rapporto-di-coppia-cosa-ci-guida-nella-scelta-del-partner.html


Le auguro una buona giornata.

Dr. Alessio Congiu

Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Le cose non sono migliorate, soprattutto perché ho recentemente scoperto che questo ragazzo è impegnato già in un'altra relazione, per cui il mio stato d'animo è notevolmente peggiorato.
Ho provato ad analizzare a fondo la situazione e ne ho dedotto che non è la perdita della persona in sé e per sé a farmi così male, ma la perdita di una conferma, una conferma di quanto io fossi speciale, attraente eccetera. Avevo la conferma di piacere a qualcuno. Vorrei poter lavorare su questa mia profonda insicurezza e superarla perché mi genera una notevole sofferenza, un notevole disagio.
Come posso fare?