Rabbia verso possibile partner

Buongiorno Gentili Dottori di Medicitalia,
Vi scrivo perché vorrei porvi una problematica.
Ho quasi 34 anni e ormai non riesco più ad intessere una relazione con un uomo.
Sono una ragazza che sicuramente ha subito tradimenti, delusioni ma non piu degli altri.
Eppure ora mi piace un uomo piu grande di me di una quindicina d'anni più o meno, mi attrae sessualmente ma provo una rabbia enorme nei suoi confronti. È un tipo che viaggia per lavoro e viene a contatto con donne anche molto belle ma il punto è che mi pare vanesio e sensibile alle donne nonostante sia molto interessato alla mia vita. Dovremmo fare un weekend ma io alterno momenti di entusiasmo ad altri dove penso di allontanarlo definitivamente. Mi fa rabbia che lui nonostante l'età, i figli possa attrarre una della mia età e che una donna invece, nelle stesse condizioni venga considerata fuori gioco, almeno per la maggior parte dei casi. Mi spiace non poter vivere la cosa serenamente ma non so come fare. Chi dice :Espleta la tua rabbia, non comprimerla ma anche se la esprimo non passa!
Cosa dovrei fare? Grazie in anticipo.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
nonostante la rabbia lei parla di "attrazione".
Che importanza dà a questa parola? L'attrazione sessuale è per lei un vissuto sempre affidabile nell'orientare le sue scelte?

Dr. Giuseppe Ventrone
Psicologo-Psicoterapeuta
Docente di Filosofia

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Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
non è un vissuto affidabile ma credo sia una componente imprescindible.
Ho provato a "farmi piacere" qualcuno anche se non mi provocava attrazione ma non sono riuscita a combinare nulla.
Mi arrabbio con me stessa per questo.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
sì, certo, l'attrazione sessuale è una componente imprescindibile. Credo, però, che lei stia cercando qualcosa di più: un'attrazione in senso pieno che implichi anche stima e fiducia. Il suo inconscio la blocca in un conflitto perché vuole comunicarle questo bisogno profondo d'integrazione tra tutte le parti della psiche, sia quelle emozionali sia quelle cognitive.
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Utente
Utente
Gentile Dott. Ventrone, allora cosa mi consiglia di fare? Non mi piace risultare astiosa con le persone che incontro ma inevitabilmente ogni volta succede.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
non cerchi per forza qualcuno. Provi prima a capire se stessa. Si è chiesta chi e perché le provoca attrazione? C'è qualche elemento che si ripete negli uomini che le piacciono? E quando, invece, diventa astiosa? Ci pensi un po'.
La gioia frizzante dell'incontro iniziale si trasforma sempre - anche biologicamente - in qualcosa d'altro. A quel punto, lei che cosa è disposta a dare di sé? Che vuole veramente da un rapporto?
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Utente
Utente
Buonasera, solitamente uomini piu grandi, piacenti e impegnati (cioè non li cerco così, mi capitano). Mi sento fisicamente attratta, non ho particolari motivi da portare.
Divento astiosa quando non riesco a farli diventare miei e sento non si stanno legando.
Io sono disposta a legarmi, ad essere fedele.
Il fatto è che non mi è mai capitato di essere attratta da qualcuno che volesse anche impegnarsi. E quindi diventa un gioco a chi resiste meglio ai danni che la leggerezza porta. La leggerezza può diventare sfiancante.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile utente,
qualcuno direbbe "l'insostenibile leggerezza dell'essere". In realtà, lei si mette in un "doppio vincolo", cioè in una strada senza uscita. Se gli uomini che l'attraggono sono già impegnati, come possono legarsi a lei?
Evidentemente, nel suo caso, l'attrazione è diventata un falso indicatore; la porta fuori strada, come se la inducesse più a esercitare la sua "astiosa" volontà di potenza che ad amare. Forse questo indicatore si è alterato per qualche problema nell'area affettiva che meriterebbe d'essere approfondito con l'aiuto di una psicoterapia.
Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, le porgo i più cordiali saluti.
[#8]
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Utente
Utente
Sí credo il mio disagio alberghi nel profondo. E fatico anche a separarmene perché mi contraddistingue. A volte vorrei imitare delle persone che si comportano in modo più consono. Poi credo sia sbagliato.
Comunque l'ultima persona che ho conosciuto non è impegnata ma ha una situazione che ora lo porta a non cercare un impegno avendo già un passato abbastanza ingombrante. Lui si interessa molto a ciò che faccio ma io ho la percezione lui non possa stare solo con me.
I problemi nell'area affettiva ci sono stati sia in famiglia, i miei tutt'ora litigano molto e non li ho mai visti darsi un bacio e altri problemi li ho avuti per il bullismo a scuola.
Detto ciò La ringrazio, le sue impressioni mi stimolano a guardarmi dentro!
[#9]
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Utente
Utente
Gentile Dottore, la mia gelosia impervia ancora. Perché mi invaghisco di questi uomini così 'piacioni' ? La mia reazione è di vendetta e inizio a far lo stesso, a far ingelosire l'altro... Diventa un circolo vizioso di cui non riesco ad uscirne!
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
rilegga la penultima lettera che mi ha inviato; quella in cui fa riferimento ai suoi problemi affettivi. Provi a concentrarsi su quelli, non sulle relazioni con gli uomini che costituiscono soltanto il sintomo del malessere che porta dentro e, come lei scrive, la inducono in un "circolo vizioso". Pensi alla possibilità d'iniziare un percorso di psicoterapia.
[#11]
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Utente
Utente
Buonasera, mi dispiace aver appreso che lei ha lo studio così lontano rispetto a dove abito.
Mi dà degli spunti che mi permettono di guardarmi dentro e ripensando al mio percorso esce della tenerezza e della comprensione rispetto al solito maledetto disorientamento.
Eppure poi ripiombo nel nulla, nella disillusione e nella rabbia. Ho fatto un percorso psicologico tempo fa e l'ho interrotto perché non riuscivo ad addentrarmi in profondità e la superficie riuscivo a vederla anche da sola.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
restando "in superficie", vede senz'altro che con i "piacioni", come lei simpaticamente li chiama, non riesce a fare legame, perché in realtà essi sono presi da se stessi, magari da tratti narcisistici che possono solo farla soffrire, instaurando dinamiche aggressive e competitive più che amorose.
Si sente in grado di sospendere, per adesso, la ricerca del partner? D'investire, invece, le sue energie affettive al fine di ampliare le mappe mentali e relazionali, cioè coltivando altri "amori", sulla base delle sue inclinazioni: la cultura, le amicizie, la natura, lo sport, la solidarietà, la spiritualità, l'aggiornamento lavorativo. Lei saprà, meglio di me, che cosa può incontrare il suo desiderio. In questo "aprirsi" potranno forse presentarsi, senza che lei riesca per ora a prevederlo, dei rapporti umani, cioè dotati di senso, da cui magari emergerà anche un legame affettivo più vero.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti psichici più "profondi", provi a valutare se, rispetto al "percorso psicologico fatto tempo fa", lei non possa essere oggi più pronta a entrare dentro se stessa; a lavorare con uno psicoterapeuta sulla sua storia, considerando sogni, ricordi, emozioni, relazioni presenti e passate.
Cordialmente.
[#13]
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Utente
Utente
Buonasera, ho 34 anni ed è da quasi da due anni che non ho una frequentazione e non c'è stata una volta sia riuscita a far combaciare attrazione e interesse verso qualcuno.
L'argomento lavoro è un altro nervo scoperto.
Io non ho terminato gli studi, ho subito del bullismo e la mia vita si era fermata. Le mie ambizioni non esistevano più. Io non esistevo più. Non potevo uscire normalmente per paura di incontrare i bulli.
Da piccola volevo fare l'attrice ma non l'ho mai confessato a nessuno, speravo qualcuno mi notasse in qualche stupido lavoro come ragazza immagine ma mi sbagliavo. Ho ripreso gli studi lo scorso anno ma mi sentivo fuori tempo e ho smesso. Ho iniziato a far la comparsa in qualche film per caso, ma mi sono resa conto che oramai il mio sogno è sfumato per il fatto d'età.
Questo mi fa soffrire da impazzire.
E mi fa soffrire dover adattarmi a un'esistenza "normale".
Non so se sto cercando un amore per compensazione o perché è normale sentirne il bisogno..
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
anche se "non ha una frequentazione" da circa due anni, il suo pensiero continua a ruotare intorno alla "rabbia verso un possibile partner", forse, come lei scrive, "per compensazione". Dietro questo sintomo si cela tutta la sofferenza che ha avuto il coraggio di manifestare: dal bacio mancato fra i suoi genitori, al bullismo subito, fino alle difficoltà nello studio e nel lavoro.
Riprendendo il mio ultimo intervento, credo che adesso sia importante per lei ripartire da se stessa, dal suo desiderio, cioè da qualcosa per cui valga la pena impegnarsi ogni giorno. Intendo per desiderio un movimento verso oggetti d'amore attraenti (siano essi di studio, di lavoro o di svago), ma anche calati nel reale (normali?) e non idealizzati eccessivamente. L'oggetto ideale, infatti, finisce per essere immancabilmente frustrante, perché dotato di una perfezione non umana. Un oggetto reale è qualcosa che lei riesce a coltivare giorno per giorno, a curare con perseveranza, con un cuore che ascolta e accoglie anche i limiti. Se si sintonizza su questa frequenza, può riuscire a vivere, amare e lavorare ed emergeranno certamente delle relazioni affettive interessanti, tra cui magari quella sentimentalmente appagante.
In tale contesto, il percorso psicoterapeutico potrebbe esserle di enorme aiuto, certo non concependolo come la ricerca di una rapida soluzione magica, bensì come un modo di prendersi cura di sé attraverso la relazione.
Cordiali saluti.
[#15]
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Utente
Utente
Le sue parole riescono a darmi uno sguardo diverso e fiducioso.
Il fatto è che mi pare tardi per appassionarmi a qualcosa che possa anche diventare una professione. Io ci penso mi arrovello ma non arriva nulla, mi divido tra i lavori mediocri che mi fanno sentire un criceto su una ruota a quelli impossibili ormai.
Anthony Robbins direbbe che ci imponiamo regole che ci tolgono potere e non che ce lo infondono.
Non so trovare una soluzione. Mi sembra una scalata ripidissima.
Dovrò fare la vita di una commessa dipendente da un qualsivoglia marito perché con le mie forze non posso essere autonoma? È questa la considerazione che in 34 anni devo avere di me stessa?
Non riesco ad accettarlo, semplicemente.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
magari un giorno scopre un negozio in cui "non si sente un criceto" e si accorge di avere a fianco un uomo che le vuole bene. Cerchi di custodire quello "sguardo diverso e fiducioso" di cui mi ha parlato. Non è mai troppo tardi per "appassionarsi".
Cordialmente.
[#17]
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Utente
Utente
Buongiorno, io credo che questa scalata verso una realizzazione parta già in anossia. Ho sempre avuto una madre isterica. Mi pare un ripiego tutto quanto.
Lei crede che dovrei iniziare a fare la commessa anche se non ci credo?
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
rilegga quanto ci siamo scritti. Provi a darsi piccoli obiettivi. Inizi a fare qualcosa in cui possa credere "abbastanza". Né troppo né troppo poco. Il resto ce lo metta lei, coltivando e annaffiando il suo piccolo seme. Si chiama "manutenzione degli affetti" ed è l'arte segreta del vivere.
Cordiali saluti.
[#19]
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Utente
Utente
Gentile Dott. Ventrone,
io credo che la mia rilevazione degli interessi sia lavorativi che sentimentali sia poco attendibile altrimenti questa recidivita' nell'inconcludenza di ogni cosa a cui mi approccio non ci sarebbe e non cosi sovente, per non dire regolarmente!
Sono stanca ed esausta di fare dei colloqui dove devo fingere di essere interessata a quel lavoro, sono stanca ed esausta di incassare i discorsi di rifiuto sentimentale quando sento attrazione per qualcuno. Gli uomini che mi piacciono non vogliono relazionarsi con me. C'è sempre un motivo. Sempre. Quelli che non mi piacciono non mi ci voglio relazionare io.
Quindi la frustrazione è tanta.
Perché è un loop emozionale devastante che al minimo segnale di luce ti ricorda sempre che sì, sicuramente in fondo al tunnel ci sarà ma per il momento tu sei bloccato in un punto e da lì non riesce a vedere.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
questi che cita sono i motivi per i quali le ho proposto di farsi aiutare da uno psicoterapeuta, ad esempio ad indirizzo psico-dinamico, cioè che la guidi a capire meglio le inconsce ragioni del suo blocco affettivo ed esistenziale.
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Utente
Utente
Io sono molto aperta a dare tutta me stessa per iniziare una relazione, se parliamo di sentimenti ma ogni volta c'è sempre una difficoltà di impegno dall'altra parte. Io credo sia una fatalità cioè mi spiego meglio è difficile che l'incastro attrazione più sentimento vada di pari passo e riesca. È pieno il mondo di gente che ha questa problematica.
Cioè, è raro che l'altra persona possa avere il mio stesso grado e tipo di interesse nei miei confronti.
Quest 'ultima persona che ho conosciuto mi parla tantissimo, si confronta, abbiamo un' intesa sessuale per ora solo mentale non ancora concretizzata ma mi sono molto aperta. Arriva il momento in cui mi sento "oggetto" glielo espongo e la sua risposta è che dovrei godere del momento e sentirmi consapevole del mio corpo, felice e donna.
Lui dice che dopo tanti anni di convivenza e vita familiare vuole essere concentrato su stesso, magari un giorno si legherà a qualcuno ma per ora è così. Allora ovviamente io capisco che mette le mani avanti. Capisco che in lui non è scattato qualcosa. Non capisco perché insista nell'instaurare questo rapporto di confidenze, lunghe telefonate, paternali su certi miei atteggiamenti per concludere mettendo le mani avanti. Io ho deciso di metterlo nella categoria "sesso" e non aver con lui più nessuna conversazione al di fuori, riguardante altro perché mi provoca attaccamento che non può venire quasi sicuramente soddisfatto. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio infinitamente.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
"essere concentrati su se stessi" e fare legame con un'altra persona è certo un po' problematico. Non credo che lei "dovrebbe" niente che non si senta di fare. L'intimità sessuale, d'altra parte, non è proprio come una cena di cui "godere" al ristorante e anche quella la si condivide a determinate condizioni. L'essenziale del consulto che mi ha chiesto lo trova però negli interventi precedenti.
Cordiali saluti.
[#23]
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Utente
Utente
Buonasera Dottore,
sì infatti me li rileggo sempre con piacere i suoi consulti e in cerca di nuovi particolari.
Potrebbe chiarirmi che cosa intende con questa frase per cortesia:
"L'intimità sessuale, d'altra parte, non è proprio come una cena di cui "godere" al ristorante e anche quella la si condivide a determinate condizioni."
La ringrazio ancora molto.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
dalle mie parti esiste un'espressione popolare che serve a indicare l'estraneità tra due o più persone. Si suole dire "non abbiamo mai mangiato insieme" per rimarcare la distanza. Nella cultura occidentale più in generale, poi, condividere il cibo è segno di amicizia e di legame affettivo. Ad esempio, Platone, nel "Simposio", fa discutere i protagonisti del suo dialogo sull'amore intorno ad una tavola. O ancora, nel Cenacolo si sostanzia l'esperienza cristiana. Infine, pensi semplicemente al banchetto di nozze con cui si celebra il matrimonio e si festeggiano gli sposi.
Ciò significa che la condivisione delle esperienze intime, anche quella elementare della nutrizione, ha un significato affettivo profondo; segna e celebra dei legami dotati di senso. Pensi allora a quanto ancora più intima sia la sessualità che, quando è del tutto deprivata di questa dimensione affettiva, potrebbe lasciare la sensazione di essersi spogliati invano; di essere soli; di un godimento che invece di nutrire fa percepire più fortemente l'angoscia di essere "oggetti", come lei scrive. Questo godimento - che alcuni psicoanalisti definiscono per questo motivo "tossico" o "mortale" - non genera cambiamenti, gioia duratura, progetti. Resta fine a se stesso. Come un panino al fast-food. A qualcuno - o a molti - può piacere. Ma da quello che mi ha raccontato sembra che lei sia in cerca di cibi più genuini per trovare i quali è necessario intraprendere altri percorsi, più graduali, che le ho già indicato precedentemente.
Cordialmente.
[#25]
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Utente
Utente
Sí ha ragione me li ha indicati e sto entrando nell'ordine delle idee di provarci, se Le faccio delle domande è proprio perché il confronto, seppur virtuale, che mi concede mi fa capire di non essere così strana. La miccia che mi fa relazionare con un uomo è la spinta sessuale, se non provo questa si crea una situazione amicale che più in là non va per quanto io mi sforzi. È sbagliato?
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
questa è proprio una delle cose che dovrebbe valutare in psicoterapia. Chiaramente la spinta sessuale non è sbagliata ma, per i motivi che abbiamo visto, in lei si è un po' alterata. Possibile che si difenda da un rapporto vero, in cui s'integrino affetto e sessualità?
[#27]
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Utente
Utente
Eppure lo vorrei cosi tanto, un rapporto vero. Mi attira qualcuno e puntuale arriva il discorso sul non poter iniziare un rapporto vero e proprio. Forse semplicemente il non aver mai visto manifestazioni d'affetto tra i miei ma tantissime liti, mi fa vivere l'avvicinamento a qualcuno come una vergogna e vengo attirata da chi preferisce semplici tresche.
Manca forse aver appreso come si strutturano i rapporti sani.
Mi dispiace perdere l'opportunità di conoscere questa persona pare così interessato alla mia vita, ma poi questo discorso, lui dice di saper e voler godere dei momenti e lì mi prende lo sconforto più totale. Non so come portare avanti questo rapporto, cancellarlo in toto nonostante il dispiacere e la confidenza?
Grazie tante.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Il suo desiderio d'amore è legittimo. Mi sembra che l'analisi che ha fatto delle sue difficoltà sia interessante e verosimile. Sulla frequentazione attuale forse riesce a rispondersi da sola.
[#29]
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Utente
Utente
Buongiorno,
no, non ci riesco affatto.
So solo che in me, questa persona, tira fuori attrattivita' e rabbia.
Mi sento incastrata e vittima delle mie scelte.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
dovrà comunque rispondersi da sola, ma provo ad aiutarla sulla base delle informazioni che ha fornito. Ipotesi 1: la persona in questione, dopo un po', decide di "godersi" altri momenti di "consapevolezza" con altri corpi. Lei che prova? Ipotesi 2: la storia va avanti e lei - che ha manifestato un grande bisogno di recuperare attenzioni e affetto mancati - è costretta a condividere quest'uomo con i figli di un rapporto precedente; il lavoro che lo porta spesso fuori; le altre donne al cui fascino è molto sensibile. Come si sente?
La conversazione prolungata che stiamo avendo le dimostra che lei ha un desiderio profondo di psicoterapia. Non perda tempo e proceda in tal senso.
Cordiali saluti.
[#31]
dopo
Utente
Utente
Io vorrei vendicare tutta questa impossibilità di unicità.
Ma non è possibile, son dati di fatto, bisogna accontentarsi della probabilità di venire traditi. Chiunque può farlo. Che garanzie abbiamo?
E vogliamo parlare della mia "stupidità" nel sentirmi attratta da certe persone?
È frustrante tutto questo e l'idea che tutto possa viaggare sereno mi sembra utopica.
Lei crede che la rabbia vada tirata fuori?
Grazie molte.
[#32]
Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
un po' di rabbia, nei limiti della civiltà, può aiutare ad esprimere le emozioni e a determinarsi nelle scelte, ma lasci stare sia l'utopia sia il pessimismo. La rimando a quanto già scritto.
Cordialità.
[#33]
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Utente
Utente
Guardi capisco che ne abbiamo già parlato abbastanza ma più di pessimismo si parla di dati di fatto. Essere traditi segna.
Io proverò a iniziare un percorso.
La ringrazio per il tempo dedicatomi.
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Prego. Di nulla. Le auguro, in tutti i campi, di stabilire rapporti di cui potersi fidare. Cordialmente.
[#35]
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Utente
Utente
Buongiorno Dottor Ventrone, Le scrivo perché non riesco a scegliere uno psicologo e dire a voce le mie problematiche.
Le scrivo soprattutto perché la mia rabbia sale ogni gg di più.
Quest'uomo mi fa discorsi sul quanto è bello vivere la propria sessualità, godersi i momenti, dice che questo è il suo periodo ma arriverà il momento per avere una compagna ma non può dare risposte.
Certe ci conosciamo poco.
Forse sabato ci vedremo e mi ha chiesto di dormire assieme.
Io mi sono riservata al bere una cosa eventualmente e a chiedergli di insegnarmi questo multitasking sentimentale.
La verità è che ho una rabbia che mi fa andare il sangue al cervello, spero che persone così possano estinguersi, l'attrazione, la voglia di sessualità è completamente passata.
Mi dica com posso trattare questa persona?
Da non coinvolti è facile, dal mio punto di vista è tremendo.
Mi scusi e grazie ancora.
[#36]
Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile Utente,
cerchi tra gli psicologi-psicoterapeuti per regione, troverà certamente un collega della sua zona con cui iniziare un percorso adeguato. Per il resto non ho altro da aggiungere.
Cordiali saluti.
[#37]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, si capisco ha ragione, purtroppo gli attacchi di rabbia e tristezza non sono facili da gestire.
La ringrazio e cercherò di farmi aiutare dal vivo.
Sentiti Saluti
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Dr. Giuseppe Ventrone Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Anche a lei.