Superare fine di una relazione

Stimate dottoresse e stimati dottori,
Torno a chiedere un consulto dopo molto tempo.
So di avere dei tratti ossessivi (come anche mi disse la mia psicologa anni fa), ma la mia situazione attuale mi sta sfibrando.
Dopo la rottura con il mio primo amore ormai 5 anni fa non sono ancora stato capace di riprendermi completamente.
Non so se dipende dal mio timore di rimettermi in gioco, dal sentimento che ancora provo per lei o dal fatto che essendo rimasti "amici" io non abbia avuto l'occasione di andare davvero avanti.
Ho letto pagine e pagine di consulti e articoli che trattano l'argomento ma ho prevalentemente trovato consigli ed esperienze su come agire e comportarsi nell'immediato, ossia appena la relazione finisce.
Nella mia situazione, dopo 5 anni di "amicizia" mi viene davvero molto difficile troncare i rapporti come si dovrebbe fare subito dopo la fine di un rapporto amoroso.
Descrivo brevemente l'amicizia che lega me e questa ragazza: siamo nati e cresciuti nello stesso paesino ma viviamo in due città diverse tranne che nel periodo estivo; quando non ci vediamo ci sentiamo irregolarmente e parliamo del più e del meno sempre volentieri, lei prova un grande affetto nei miei confronti e mi ha ripetuto più volte di non volermi perdere dalla sua vita nonostante sia fidanzata (e ovviamente al suo ragazzo questo nostro rapporto non va troppo bene). Durante il periodo estivo, ossia quando ci vediamo praticamente tutti i giorni, spesso provo sentimenti di gelosia e paranoia, oltre a pensieri di carattere ossessivo (praticamente penso a lei la gran parte del tempo).

L'estate scorsa ho provato a eliminare ogni interazione tra di noi a partire dal semplice saluto ma dopo una settimana vedendola molto giù di morale ho ceduto ed è tornato tutto come prima.
Il problema è che ogni volta che faccio qualcosa del genere, ossia con l'apparente finalità di andare avanti, lo faccio con una punta di malizia, cioè dentro, nel profondo, sento di farlo per cercare in un qualche modo di recuperarla, ad esempio non parlandole più ho pensato che potesse sentire la mia mancanza e smuovere la situazione.
La verità è che sono combattuto, da una parte non ho ancora rinunciato all'idea di una relazione con lei ma da un'altra ho davvero voglia di novità nella mia vita.

Vorrei chiedervi cosa posso fare per andare avanti senza necessariamente troncare ogni rapporto con lei, come posso sbloccarmi mentalmente e liberarmi di questa catena immaginaria che mi lega a lei?
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Dr. Alessio Vellucci Psicologo, Psicoterapeuta 92 5
Caro Utente,

La fine di una relazione è sempre un evento molto doloroso, maggiormente quando non è frutto di una scelta, e per questo chiama in gioco meccanismi molto simili a quelli implicati nel lutto. La nostra mente ha bisogno di tempo per abituarsi all'assenza, imparare a gestirla e, ancor più, soffre la mancanza di quegli aspetti e quelle caratteristiche che rendevano la persona che non c'è più così importante e significativa.

Questo processo richiede tempo, ma quando non sentiamo di essere in grado di concedergliene, tendiamo a cercare soluzioni protettive, come un'amicizia, che nella breve distanza ci aiuta a lenire il dolore ma nel medio-lungo termine ci ingabbia, avendo alla fine della fiera il solo scopo di rimandare l'assenza.

Leggendo le sue parole, colgo il desiderio di restituire una direzione autonoma alla quotidianità, ma come questo proposito venga immediatamente soffocato dalla mancanza dell'ex fidanzata, quasi come se non riuscisse realmente a rappresentare sé stesso in assenza di lei.
Comprendo dunque i tentativi di richiamarla a sé, che però assumono anche i contorni di un pensiero ripetitivo, continuo, perseverativo, che amplifica il senso di mancanza, paralizzandole progetti ed intenzioni.

Sfortunatamente non c'è un protocollo per gestire l'assenza, o la fine di una relazione come in questo caso, se non quello di "farle spazio", accettarne i significati e regolarne i sentimenti negativi che comporta, rispettando i tempi che potrebbe richiedere. Dunque, averne consapevolezza mentre nella mente facciamo spazio anche a pensieri, emozioni e piani diversi, coerenti con le proprie inclinazioni.

Un caro saluto

Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie della rapida risposta, avevo già letto dell'analogia con il lutto, solo che già ai tempi avevo pensato che con il lutto viene "più facile", ovvero l'assenza è definitiva e totale, mentre dopo la fine di una relazione può capitare più o meno spesso di ritrovarsi con l'ex partner e parlare o anche solo rivedersi di sfuggita, come fa la mente a realizzare di aver subito un lutto se con la persona oggetto c'è ancora possibilità di interazione?
Nel mio caso poi non si parla di caso o di possibilità, ci vediamo e sentiamo relativamente spesso perché nella mia testa scatti il meccanismo della perdita come nel lutto, non vedo altra soluzione se non troncare del tutto i rapporti, correggetemi se sbaglio.
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Dr. Alessio Vellucci Psicologo, Psicoterapeuta 92 5
Ritengo che troncare del tutto i rapporti sia una modalità estrema, solo al polo opposto, che mantenerli sotto forma di amicizia quando la relazione sentimentale arriva al termine. Rappresenta comunque un modo urgente di gestire l'assenza.
La storia tra lei e questa ragazza è purtroppo finita, e da un lato lei sembra esserne consapevole, è una realtà, ma sarebbe importante comprendere in che termini le risulti faticoso accogliere i confini di questa realtà.
Sono d'accordo con lei che è molto complicato lasciar andare una persona quando continua a far parte della quotidianità, ma credo il percorso dovrebbe partire da lei internamente, recuperando un modo diverso di rapportarsi con la presenza della sua ex partner, anche nel pensiero; in alternativa, dovremmo aspettare che questa ragazza, per qualsivoglia motivo, esca completamente dalla sua vita, ma è un'attesa "pericolosa", perché trattandosi di una scelta di altri, siamo esposti al lancio di una moneta.

Un caro saluto