Situazione conflittuale con mia madre

Buongiorno dottori,

torno a scrivere 2 anni e mezzo dopo per un problema che nel tempo non ha fatto altro che aggravarsi. Il quesito, se qualche specialista avrà la pazienza di leggerlo, era questo:

https: //www. medicitalia. it/consulti/psicologia/558235-rapporto-conflittuale-tra-madre-e-la-mia-compagna. html

In sintesi, oggi la situazione è precipitata. La mia compagna preferisce non far frequentare le ragazze a mia madre, per le reazioni spropositate ed eccessive che ha spesso avuto soprattutto nei miei confronti. Un anno fa la mia compagna le ha parlato per telefono, con gentilezza e franchezza e le ha spiegato il suo punto di vista e la situazione. Mia madre ha detto di aver apprezzato e di rispettare la decisione di frequentarsi soltanto in determinate occasioni. Da allora lei e mia madre si sono sentite solo telefonicamente per auguri nelle feste comandate o in poche altre occasioni, mentre io ho continuato a frequentare i miei parenti regolarmente. Fino ad oggi, giorno in cui mia madre è esplosa, mi ha detto che per colpa solo mia si è guastato il rapporto tra lei, la mia compagna e le sue figlie, che io devo averla dipinta come un mostro, mentre lei chiede soltanto una vita normale in cui possa vedere normalmente la sua famiglia. Ha negato di avermi mai fatto sceneggiate, né di aver mai fatto leva sui miei sensi di colpa, ma allo stesso tempo mi ha detto che nell'ultimo anno non ho fatto altro che farla soffrire e causarle dolore. Ha concluso mandandomi via di casa, dicendo che il mio scopo è "farla morire di dolore per poi magari andare a piagnucolare", che ho tirato la corda fino a che non si è rotta per sempre, eccettua. Ora, io capisco che normalmente le nuore frequentino regolarmente le suocere (tralasciamo il fatto che non siamo sposati e che i termini sono impropri), ma come ho specificato nell'altro quesito, la situazione non è certo "normale" e di sicuro le problematiche sono molte. Mia madre però non tollera e non accetta la cosa, e continua a scaricare ogni colpa su di me. Io non posso certo costringere la mia compagna a frequentarla, né posso pretendere che le ragazze, a me affezionatissime e ormai adolescenti, abbiano rapporti con lei. Sto vivendo una situazione veramente pesante, che sicuramente non sto gestendo e non ho mai gestito al meglio. Ciò si ripercuote ovviamente anche sul mio equilibrio familiare.
Faccio ormai fatica a capire cosa sia giusto o non giusto fare, se sono o non sono una "brutta persona" perché ho negato a mia madre con le mie scelte di avere una nuora e dei nipoti. Io ci sono sempre stato per mia madre e per gli altri familiari, anche se a causa della situazione i rapporti si sono raffreddati con tutti (ho idea che mia madre abbia spiegato la situazione dal suo solo punto di vista a tutti).
Sono veramente stanco e provato, non riesco più nemmeno a capire cosa devo fare, perché se lo scopo di mia madre era alimentare i miei sensi di colpa, purtroppo lo ha raggiunto.
Qualcuno potrebbe darmi un parere?
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Dr.ssa Maria Bonaria Vargiolu Psicologo, Psicoterapeuta 9 2
Gentilissimo,
Da ciò che lei riporta emerge un rapporto con la sua figura materna molto forte. Sarebbe interessante per me capire qualche cosa di più. Di quanti membri è composta la sua famiglia, se sua madre vive sola e se ha altri nipoti. Se si tratta di una donna vedova o comunque senza un compagno potrebbero esserci dei sentimenti di gelosia verso la sua compagna e questo spiegherebbe le intromissioni nella vostra vita da parte sua. Vorrei anche capire se ci sono altri maschi nella sua famiglia, altri fratelli per esempio, se il rapporto che lei ha avuto con sua madre è magari esclusivo rispetto agli altri membri. Spesso i rapporti esclusivi madre-figlio maschio possono diventare molto invischianti e possessivi. Le madri, senza neppure rendersene conto, tendono a non volersi staccare dal figlio maschio e a rendergli difficile la costruzione di una propria autonomia. Comprendo i suoi sensi di colpa, anche perché la figura materna è fondamentale nella vita di ciascun individuo. Mi pare però di capire che sia sua madre ad averla buttata fuori di casa, non lei ad aver chiuso la porta. Mi pare anche di capire che lei sia sempre disponibile e che sia sempre stato presente nella vita di sua madre e della sua famiglia, anche se la situazione adesso ovviamente ha incrinato i rapporti. Evinco dai suoi scritti che lei non ha reali motivi per sentirsi in colpa e non ha molto da rimproverarsi, anche se i sensi di colpa fanno inevitabilmente parte del nostro essere ed è molto difficile liberarsene. Lei si è giustamente schierato dalla parte della sua compagna e delle ragazze, così come dovrebbe essere. Sarebbe sicuramente utile trovare un momento di più calma per riprendere il discorso con sua madre e cercare di spiegarle che lei ha diritto alla sua vita e alle sue scelte e così la sua famiglia. Se sua madre si rendesse conto di determinati errori lei la sua compagna potreste anche valutare di darle un'altra opportunità e vedere se il suo comportamento cambia. Ma queste naturalmente sono valutazioni che dovete fare in coppia. Altrimenti può far presente a sua madre che comunque lei è disponibile e vuole continuare un rapporto da figlio e non è lei in prima persona ma l'intero sistema familiare che ha deciso per il bene delle ragazze di tenerle lontane. Non conosco neppure l'età delle ragazze e quindi non so se loro possono essere autonome nel decidere di voler vedere la nonna. Sarebbero tanti i punti da approfondire.
Se vuole mi scriva e mi dia qualche dettaglio in più magari riesco ad aiutarla meglio, anche se mi pare centrale nella sua problematica il rapporto molto forte che lei ha con sua madre e che inevitabilmente limita la sua autonomia. E forse su questo sarebbe bene lavorare
Rimango a sua disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Vargiolu
Psicologa e Psicoterapeuta Bionomica

Dr.ssa Maria Bonaria Vargiolu

[#2]
dopo
Utente
Utente
Intanto la ringrazio moltissimo dottoressa per la sua risposta. Mia madre vive con il suo secondo marito. Nello stesso condominio, al piano di sotto vive mia nonna. Ha divorziato da mio padre quando avevo due anni, si è risposta 11 anni dopo, e li è nato mio fratello. Con mio padre ho rapporti cordiali, ma poco approfonditi (mia madre è sempre stata piuttosto gelosa anche del suo rapporto). Sono uscito di casa a 30 anni, ma per quelli successivi, da single, mi sentivo costretto ad andare a trovare lei e gli altri familiari almeno un paio di volte alla settimana, altrimenti subivo pressioni più o meno esplicite e finivo per sentirmi in colpa io.
Quando ho conosciuto la mia compagnia e le sue figlie, e soprattutto quando siamo andati a convivere, tutto è precipitato.
Le ragazze hanno 14 e 18 anni, e un rapporto col padre praticamente inesistente. Con me hanno un rapporto bellissimo.

Avevo descritto anche in passato la mia situazione, non so se si riesce ad aprire il link:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/558235-rapporto-conflittuale-tra-madre-e-la-mia-compagna.html

Io credo che buona parte del problema nasca dagli anni in cui ho vissuto con lei come figlio unico. Lei è andata avanti per anni a dire che avevamo un rapporto esclusivo e bellissimo, che ci capivamo come nessun altro. Solo adesso, uscito dalla famiglia, vedo un rapporto morboso, e un affetto forte, ma forse sbagliato. Credo anche che questo far leva sui sensi di colpa lo abbia sempre avuto. Ho un ricordo fortissimo di quando da bambino, poiché avevo espresso il desiderio di dormire da mia nonna invece che a casa, mi aveva chiesto se le volevo bene, e aveva aggiunto che se i bambini non vogliono bene alle loro madri, queste muoiono. E se ci penso mi sento ancora fortemente in colpa... Questo è il quadro sintetizzato al massimo. Ovviamente potrei scriverne per ore.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo, riguardo alla situazione relazionale, che si lamenta spesso del suo secondo marito (io non le do molta corda perché con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto e so come è fatto) e negli ultimi anni ha fatto molto leva su alcuni problemi di salute (mi dispiace dirlo, ma secondo me enfatizzati) per avere attorno a se sua madre e sua sorella, che a loro volta hanno fatto pressione su di me. Mio fratello è più giovane di me di 11 anni, ed è ancora studente.
Purtroppo ciò che noto nel dialogo con mia madre è che non è mai sincera su nulla, travisa le parole degli altri, addirittura mi mette in bocca cose che non ho mai detto, poi dice che io vedo cose che non ci sono, che il fatto che lei non veda di buon occhio la mia compagna è solo una sensazione mia... Purtroppo partendo dal presupposto che lei non riesce ad ammettere di avere responsabilità su nulla, né di aver commesso errori, e che ogni osservazione che faccio per farle capire il mio disagio diventa un affronto, il dialogo è estremamente difficoltoso.
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Dr.ssa Maria Bonaria Vargiolu Psicologo, Psicoterapeuta 9 2
Gentilissimo,
La ringrazio per i chiarimenti. Sono riuscita anche a leggere il link passato dove aveva spiegato benissimo la situazione.
Lei è sicuramente una persona molto scrupolosa e responsabile, dalle sue parole si denota anche una certa sensibilità, e spesso proprio persone come lei soffrono maggiormente dei condizionamenti familiari. Molti uomini che hanno un rapporto estremamente forte con la figura materna spesso non riescono per tutta la vita a crearsi una loro vita sentimentale; è come se rimanessero, mi perdoni il termine, incestuosamente legati alla figura materna. Spesso queste madri riversano tutto il loro amore nei confronti del proprio figlio. Naturalmente il troppo non è mai positivo e per quanto non venga fatto per male, ma ovviamente per dei limiti personali, ciò finisce per tarpare le ali del proprio figlio e non consentirgli di vivere. Il rapporto con la famiglia è fondamentale, come le ho scritto anche l'altra volta, e importantissimo quello con la figura materna. Però ogni madre che mette al mondo un figlio lo mette al mondo per dargli la vita e la possibilità di scegliere per sè e soprattutto di svilupparsi come uomo. Potrei scriverle anche certo volte che i suoi sensi di colpa non hanno motivo di esistere in quanto lei si preoccupa molto per sua madre e sta facendo tutto il possibile. È chiaro però che non le servirebbe a niente e non le risolverebbe il problema. Visto che per lei questa situazione è angosciante e penosa Io credo che sarebbe utile parlare con un professionista nella sua zona perché forse ci sono aspetti della relazione con sua madre che sarebbe opportuno mettere in luce e che magari le consentirebbero di liberarsi da questa pressione. Capire l'origine per esempio di questi sensi di colpa che lei prova sarebbe molto importante. Il senso di colpa è sempre un sentimento doppio, che ha basi inconsce molto profonde, spesso non razionalmente comprensibili. Ecco perché capire meglio il rapporto con sua madre e magari anche come lei ha vissuto la separazione da suo padre potrebbe essere un punto centrale di una terapia.
Volevo anche dirle che credo lei stia facendo assolutamente bene a dare la priorità alla sua compagna e a queste ragazze con cui ha un rapporto bellissimo e per cui lei rappresenta una vera e propria figura di riferimento. Per non vivere angoscia parla addirittura di sacrificare questi rapporti. Ma io credo che lei debba pensare a sè stesso per una volta in modo sanamente egoistico e a ciò che la fa star bene. E soprattutto alla sua vita presente a quella futura che è rappresentata dalla sua nuova famiglia. Visto che sono passati 3 anni e lei ancora vive questo dilemma le consiglio di farsi aiutare da una figura esterna, sono convinta le basti poco per mettere in luce quei punti nodali che potrebbero aiutarla veramente, anche perché per il resto della sua vita Lei mi sembra una persona abbastanza soddisfatta.
Le faccio un grande in bocca al lupo e se dovesse avere bisogno non esiti a contattarmi.
Buona serata

Dott.ssa Vargiolu
Psicologa e Psicoterapeuta Bionomica
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dopo
Utente
Utente
Intanto nuovamente grazie per il tempo che mi ha dedicato, e mi scuso anche per il ritardo nella risposta. Le dico francamente che se potessi mi rivolgerei sicuramente a un professionista, ma che in questo momento sicuramente è una spesa purtroppo non affrontabile per me e soprattutto per la mia famiglia. Ciò che posso dirle è che le sue parole mi sono di grande aiuto, le dirò che mia madre nel corso del nostro ultimo incontro ha passato ogni limite, mancandomi di rispetto e dimostrando di non considerarmi una persona adulta e di essere concentrata esclusivamente su sé stessa. Per la prima volta provo più rabbia che sensi di colpa, e non ho intenzione di fare un passo indietro io come ho sempre fatto nei nostri bracci di ferro. Nei prossimi tempi ci sarò sicuramente se mia madre fosse in difficoltà e avesse bisogno di aiuto, ma se non sarà lei a sforzarsi di capire anche il mio punto di vista, non otterrà nulla. Ne faccio una questione di dignità e rispetto per me stesso.
Grazie ancora dottoressa.