Apatia nel weekend

Buonasera,
ho una vita settimanale, dal lunedì al venerdì, molto frenetica a causa del lavoro ma soprattutto del pendolarismo.. .
Spesso mi capita, nel week-end, non solo di avvertire una sensazione di stanchezza cumulata, noia ed apatia.. . ma soprattutto una sensazione di rifiuto verso quello che può essere ad esempio una classica uscita del sabato sera.. .

I pensieri che i vengono sono del tipo: "Sì, è solo un' illusione di libertà, cosa che in realtà non esiste", "Sì ok, esco, cosa cambia? ".. . Ed invece di godermi il week-end già sono in pensiero per la settimana che verrà.. .

Magari un parere può aiutarmi a trovare una quadra.

Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
questa sua ultima richiesta basterebbe da sola a delineare una condizione ansiosa, situazione confermata dai suoi precedenti messaggi.
Nel suo caso sarebbe opportuna una revisione dei ritmi e delle abitudini di vita, revisione che dovrebbe coinvolgere anche l'alimentazione, l'attività fisica, lo svago.
Per cominciare chiederei al medico di famiglia le solite analisi di routine. Valuti poi se può farcela da solo ad occuparsi del suo benessere oppure se la consulenza di uno psicologo strategico potrebbero giovarle.
Anche intraprendere qualche attività di gruppo con incontri settimanali sul tema del benessere psicofisico potrebbe essere utile.
Ovviamente lei risponderà che non ne ha assolutamente il tempo, ma appunto questa condizione "senza via d'uscita" è quella che alimenta la sua ansia, e va rivista.
Per ora, salvo parere contrario di uno specialista, non prenderei farmaci.
Ci faccia sapere; auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio in primis per la risposta accurata e mi scuso per la ritardata "contro- risposta".

Diciamo che da diversi anni persiste la situazione, che tuttavia ha raggiunto un picco abbastanza acuto lo scorso inverno.

Cerco di spiegarLe brevemente cosa "mi è successo":

Sono stato per un periodo di quasi un anno in trasferta lavorativa, abitando a pochissimi km dal luogo di lavoro, che mi consentivano di raggiungere agevolmente e comodamente la sede.

Tornando e riprovando dinuovo la sensazione di pendolarismo forzato (abito in Provincia) si è verificata la situazione spiegata sul precedente messaggio.

Più in generale, contestualmente è cominciata una forte "analisi su me stesso" con annesse auto- critiche per aver condotto sempre una vita abbastanza piatta sia per abitudini familiari (pur non mancandomi nulla) sia per me stesso... Sento la mancanza di esperienze mai (o quasi mai) fatte, come un viaggio, un week-end fuori porta, esperienze sessuali (vedasi i precedenti messaggi su questo sito riguardanti l' eiaculazione precoce) etc. in una fascia d' età nella quale sarei dovuto essere forse più
"sveglio" (amicizie forti non mi sono mancate e non mi mancano tuttavia).

Ho sempre adempiuto (quasi) solamente i compiti ed i doveri (seppur devo dir la verità senza eccessive pressioni familiari) dello studio (dalle Elementari alla Laurea) fino ad arrivare al lavoro.

Il pensiero dominante, come Le dicevo è quello del tipo: "massì che vado a fare in quel bar, tanto è solamente una sensazione di libertà, lunedì si ricomincia".

Fortunatamente non è sempre così, ma ci sono dei giorni nei quali la critica verso me stesso per non esser stato "sveglio" su alcuni aspetti come avrei dovuto è davvero forte.

La ringrazio ancora per i consulti.

Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
l'autoanalisi c'è stata, però manca la prescrizione terapeutica, diciamo.
Lei per fortuna è giovane e può cambiare le cose.
L'ansia, il sovrappeso, le altre caratteristiche per cui ci ha consultato suonano il campanello d'allarme, avvertendola di una distonia tra la vita senza entusiasmo condotta su binari irreprensibili e il benessere vero.
Lei mi ha ricordato il protagonista del romanzo di Graham Greene "In viaggio con la zia", che arrivato alla mezza età recrimina di aver avuto paura, da bambino, di pericoli immaginari e di non aver capito quali erano invece i pericoli veri, ossia i trent'anni di lavoro monotono e opprimente che avrebbe attraversato.
Nel suo caso c'è una marcata componente di fatica, che lei avverte tanto di più perché ha sperimentato che risiedere più vicino al lavoro alleviava almeno questa difficoltà.
La invito di nuovo a fare un check up col suo medico di base e a tentare esperienze nuove.
Auguri.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve Dott.ssa e grazie mille ancora per i consulti.

Le volevo chiedere un parere (fermo restando che ho già avuto dei riscontri da specialisti andrologi su questo sito, che tuttavia mi hanno potuto indicare che l' "anomalia" sia molto probabilmente di natura psicologica) sui precedentemente menzionati post che ho già scritto su questo utilissimo e splendido portale:

https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/693865-eiaculazioni-precoci-ravvicinate.html


Gli episodi sicuramente, hanno contribuito molto ad "abbattermi" negli ultimi tempi e sono altra causa molto forte di questa apatia che sto attraversando.

Mettendo insieme questo post + gli altri, qual è il suo parere?

Vivissime grazie e Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, lei mi chiede di mettere insieme le sue varie richieste di consulenza a Medicitalia, ma naturalmente le avevo già visionate prima di risponderle, infatti ho scritto : "L'ansia, il sovrappeso, le altre caratteristiche per cui ci ha consultato suonano il campanello d'allarme".
"Le altre caratteristiche" sono appunto indice, come già le hanno segnalato i medici specialisti, di una condizione ansiosa per cui il consulto diretto di uno psicologo sembra particolarmente indicato.
Buona giornata.