Ansia e paura di non saper gestire la mia vita

Da quando sono andata a vivere da sola per l'università sono cambiata così tanto che non mi vedo più come punto di riferimento positivo, sono un'altra persona.
Prima ero sportiva, non avevo un minuto libero tra studio al liceo, sport, scout, lavoro in pizzeria...
Da quando ho cambiato casa non ho più nulla di tutto questo.
Mi sono iscritta ad un nuovo gruppo Scout ma non ne trovo soddisfazione, anzi, a volte mi pento anche di essermici iscritta.
Se prima andavo in bici o a correre quasi tutti i giorni, ora vado raramente a camminare.
L'università che faccio non è impegnativa come il liceo, e oltretutto non mi interessa più di tanto, quindi ho più tempo libero.

Mi stimavo di più prima perché ottimizzavo il tempo, ora invece ne perdo tanto e quindi mi sento inutile.

Ma soprattutto la cosa peggiore è che penso di essere depressa, penso di non sapere come vivere perché mi limito a sopravvivere, e non trovo la forza mentale per cambiare la situazione.
Penso a cosa vorrei ma non lo faccio accadere, mentre prima se volevo una cosa me la andavo a prendere.
Sento di sprecare tutte le giornate senza un senso.
A volte per giorni di fila mangio tanto per calmarmi e poi ovviamente me ne pento.
Penso che 3 anni fa (a 16-17 anni, ora ne ho 20) io sia andata vicino all'anoressia, e anche se non ci sono mai del tutto caduta, forse non sono nemmeno del tutto uscita dai problemi alimentari.
Non credo di aver mai imparato a volermi bene, infatti mi curo al minimo e ho diversi 'tic' anti-stress che mi autodistruggono, ad esempio mi mordo molto le labbra.

Sembra che la mia vita sia in pausa ma non riesca a farla ripartire, e mi sento così da circa 5 mesi.
Ho pensato a tornare a casa dei genitori dove stavo bene da piccola, ma capisco che non è la soluzione perché prima o poi si deve crescere.

Eppure non penso di essere una perdente o sfortunata o altro, infatti sono brava nello studio, in forma, di bell'aspetto, simpatica se mi ci metto d'impegno...
Però non trovo soddisfacente nessuna relazione con gli altri, a meno che non siano stretti membri della famiglia, e non ho nemmeno mai voglia di parlare perché penso sempre che sia una fatica cercare di far capire agli altri quello che intendo, e/o magari non possono capirlo perché abbiamo interessi e punti di vista diversi.
Infine non ho per niente gli interessi e i passatempi di una ventenne, oltre che (come si può notare) i pensieri.
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Dr. Alessandro Stirpe Psicologo 42 1
Buongiorno,

Leggendo la sua lettera mi è subito venuta in mente una domanda: cosa ha lasciato nella sua casa di famiglia di così importante?
I comportamenti che racconta, le emozioni che prova, mi fanno pensare che Lei non abbia fatto i conti, diciamo così, con il suo ruolo nella famiglia d’origine.
Andando via di casa per l’università ha effettivamente perso un equilibrio - che non ha ancora evidentemente ritrovato - così importante per lei che tutto il resto - quella famosa vita da ventenne che tanto sottolinea di non vivere - non ha alcuna importanza.

È stata una sua scelta di studiare fuori? Qualcuno forse l’ha incoraggiata nell’andare via di casa?!
Forse Lei non voleva... posso assicurarle che molti giovani fuori sede vivono il suo status. Fare gruppo, ricostruirsi un ambiente fatto di relazioni e amicizie sicuramente aiuta. Ma non basta, se a casa abbiamo lasciato delle situazioni aperte.

Provi a ragionare su questo.

Cordiali saluti,
Dott. Alessandro Stirpe

dott. Alessandro Stirpe
www.psicologoromatermini.it/alessandrostirpe
+39.347.62.36.485

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