Senso di colpa per un'amicizia interrotta

Gentili dottori,
in questo periodo di lockdown mi ritrovo da un paio di settimane a ricordare eventi non proprio piacevoli (bisticci, prese in giro, saluti tolti) della mia adolescenza, complice anche il fatto che per stare accanto ai miei sono tornata a vivere nel mio vecchio quartiere.
È come se la mia coscienza avesse deciso di prendersi questo periodo di pausa forzata per fare i conti.
Non sono stata la tipica adolescente, fin da piccola mi è sempre piaciuto leggere, e ancora adesso sono più "alternativa" che "alla moda".
Sono diventata il bersaglio di alcune prese in giro alle medie, ho avuto alcuni confronti al liceo, ma ripensando a tutte queste vicende nei giorni scorsi, ho capito che così doveva andare e che è stato anche fortificante per la mia personalità.
Sono riuscita anche a risentire, con gioia da entrambe le parti, alcune persone che mi dispiaceva aver perso di vista.
Su una situazione però non riesco (più) a essere serena, ovvero sul fatto di aver chiuso bruscamente un rapporto di amicizia con una ragazza che conoscevo dalle elementari.
Avevamo avuto diversi alti e bassi, come tutte le amicizie.
In classe al liceo lei non aveva legato molto e, dopo aver litigato con le uniche due compagne con cui parlava, ero diventata il suo unico punto di riferimento, si può dire che in pratica mi stava sempre appiccicata... Col passare del tempo il fatto di non essere accettata, l'aveva portata a credersi superiore agli altri.
Sparlava di tutto e tutti, anche miei amici.
L'ultimo anno di liceo ha cambiato scuola (anche lì ho poi saputo che non aveva legato con nessuno), ci sentivamo quindi perlopiù
in chat.
Avevo notato che tendeva a mettere frasi o immagini simili alle mie.
Se io cambiavo foto, lei cambiava foto, se io cambiavo stato, lei cambiava stato.
Un giorno le ho chiesto se mi stesse imitando e, al suo negare, non ho più risposto.
Ho lasciato la conversazione e sono "sparita", e lei è sparita dalla mia vita.
Era diventato un rapporto tossico, eppure ora, dopo 12 anni, è come se la pace che avevo conquistato "eliminandola" si fosse sgretolata, e ora ci sia solo spazio per il senso di colpa verso il mio comportamento di quel giorno.
Mi chiedo se non sia il caso di provare a contattarla per chiederle scusa, l'ho abbandonata in un momento di difficoltà, ma in realtà non ho desiderio di ricominciare un rapporto di conoscenza o amicizia.
Forse è solo un atto di egoismo, un voler lavarmi la coscienza per essere fuggita con un banale espediente.
Forse passerà tutto una volta passato il covid, ma per ora mi sento come bloccata, come se non ci fosse modo per espiare la colpa.
Esagero vero?
In fondo tutti, o quasi tutti, potrebbero raccontare esperienze simili.
E tutti siamo stati giovani e cretini... Eppure non so come uscirne.
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Dr.ssa Sara Pontecorvo Psicologo 7 3
Buongiorno,

In cosa consistono i "sensi di colpa" verso la sua ex amica? Perché pensa di non poterli "espiare"?
Provi a darsi ancora del tempo per riflettere. A volte è sufficiente capire cosa ci si muove dentro e darsi il tempo per accettarlo.

È anche piuttosto comune che in adolescenza accadano queste cose, e per molti è anche molto probabile portarsi dentro molti ricordi proprio perché è un periodo di vita molto importante e intenso, in cui cresciamo, cambiamo, viviamo delusioni, a volte le procuriamo, ci innamoriamo, soffriamo, siamo felici ecc.

Come dice lei questo periodo storico così difficile può aver riattivato degli aspetti che erano rimasti in sospeso e può essere che passato questo periodo, poi rientrino. Non lo sappiamo. Magari si dia ancora un po' di tempo per riflettere, capire e vedere come va.

Saluti.

Dr.ssa sara pontecorvo

[#2]
dopo
Utente
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Gentile dottoressa,
grazie per la risposta. Forse è così, la reclusione forzata mi sta facendo concentrare più sul passato che sul futuro.
Credo che il senso di colpa derivi dal fatto di non averle detto tutto in faccia (che i suoi atteggiamenti non mi piacevano e che si stava inimicando tutti). In fondo ho semplicemente gettato la spugna e l'ho eliminata senza un confronto. Sono passata dalla parte del torto non spiegandole i veri motivi del mio allontanamento.
So che ragionare col senno di poi non porta a nulla, ma è come se non riuscissi ad accettare di non poter rimediare.