Conflitto sulla gestione dia mia figlia da parte della nonna paterna

Buongiorno.

Sono madre di una bambina di otto anni.
La nostra è una famiglia abbastanza normale come gestione casa/lavoro e da sempre i nonni paterni si sono occupati della bambina durante l'anno scolastico indicativamente un paio di giorni a settimana.
Durante il periodo estivo, mia suocera diventa improvvisamente la mia sostituta, o almeno io la vivo così.
La gestione della bambina include un periodo più lungo dal martedì al venerdì, e questo fa sì che avvenga la mia totale esclusione decisionale su ogni argomento.
Faccio degli esempi concreti.
Le comunicazioni avvengono sempre via messaggio telefonico mentre lavoro "il giovedì o bambina dormirà sempre da me" " la prima settimana di luglio e l'ultima io e la bambina partiamo" questo quando stavo per pianificare le mie ferie estive, il centro estivo o le attività sportive.
Mi mette al corrente delle sue decisioni non chiede un permesso e questo mi manda fuori di testa.
Un altro esempio: ci ritroviamo a pranzare in un ristorante pochi giorni fa, causa covid visiono il bagno e comunico che essendo sporco la bambina non fosse il caso che andasse, non era urgente in ogni caso, niente mia suocera si è messa a discutere che doveva andare comunque.

Poi ci si è messa pure mia madre che non ha mai fatto la nonna finora ma essendosi liberata da incombenze, cerca di recuperare diciamo il tempo perso a modo suo.
Così nella giornata di ieri, sempre senza dirmi nulla hanno tagliato i capelli alla bambina (capelli lunghissimi).
Appena l'ho vista la sera mi è venuto un attacco di panico.
Ne ho sofferto in passato e sempre riconducibile ai periodi estivi quando perdevo il mio potere decisionale su mia figlia.
I primi anni me la teneva in campagna anche due mesi, ha interferito sull'allattamento, una volta me l'ha staccata, le dava il ciuccio o biberon di nascosto quando ero riuscita con successo a toglierlo.
Tutto questo mi ha portato ad avere attacchi di panico, conflitti con il marito che vede in sua madre una santa, assumere Xanax e varie per due anni quasi obbligata, perché per loro sono una pazza.
Ora era circa un paio di anni che non avevo questi attacchi.
Ho chiarito immediatamente con le nonne la situazione ma per mio marito e le due nonne rimango io dalla parte del torto.
Concludo che durante le crisi di panico il marito sostiene che così facendo voglio solo fare stare male tutta la famiglia.

Chiedo un consiglio perché non so da che parte cominciare.
Lo chiedo ora perché ho come tutta la situazione finalmente chiara, in quanto l'attacco di panico si è scatenato in una circostanza ben precisa.

Grazo mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile signora,
non c'è dubbio che la bambina va gestita da lei e da suo marito di comune accordo, e da nessun altro. Questo dice la legge e anche il buon senso.
Se suo marito non è d'accordo, cerchi di farlo parlare con un avvocato, prima ancora che con uno psicologo. Si sentirebbe così spiegare che in caso di separazione la bambina verrebbe affidata a lei.
L'episodio del taglio dei capelli senza sua autorizzazione è grave.
Non mi meraviglio che il vedersi estromessa da decisioni fondamentali la faccia stare a disagio, nel suo caso fino a dover ricorrere ai farmaci.
Si faccia supportare con fermezza dallo psichiatra o dal medico di famiglia che le ha prescritto lo Xanax; meglio ancora, da una psicologa esperta in problemi dell'infanzia.
Capisco che lei abbia bisogno, per lavoro, di affidare sua figlia in mani sicure, ma i comportamenti che descrive da parte della nonna paterna non ne fanno una persona affidabile.
In questi casi, meglio una baby sitter.
Faccia notare ai suoi parenti due cose: 1) creare tensioni con una madre già sofferente non è fare il bene della piccola; 2) non riuscire a mettersi d'accordo è segno di un pericoloso infantilismo da parte di sua suocera.
Auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com