Aiutatemi a capirmi e capire

salve,
Cercherò di essere il più chiara e breve possibile nel descrivere il problema che attualmente mi sta creando grosse difficoltà con il mio nuovo compagno...
Può essere che io effettivamente non riesca a comunicare la mia interiorità?

Ho sempre creduto di essere solo molto razionale e ho sempre ignorato il fatto che troppa gente mi dice che sono fredda, insensibile, senza cuore, che non mostro emozioni ne entusiasmo...che non mi capiscono e che ho reazioni non adatte alle situazioni ecc ecc
L’altro giorno il mio capo mi ha scritto testuali parole: a volte mi sembri senz’anima solo un robot...
Forse lo sono o forse no, so solo che io non ho le parole e nemmeno ne ho bisogno! E continuerei tranquillamente a far la mia vita di sempre se non fosse per questo ragazzo con cui in fondo sto bene e di conseguenza sto cercando di impegnarmi nel far andare bene le cose ma con scarsi risultati...se non peggioramenti...
Sembra che parliamo due lingue differenti! Lui mi dice che ha bisogno di certezze, vorrebbe che io gli parlassi delle mie emozioni e di ciò che sento ma per me ciò equivale a dover parlargli in arabo...come posso parlargli di qualcosa che nemmeno io so tradurre a me stessa?
anzi faccio anche una gran fatica a elaborare anche le emozioni che lui dice di provare, a tal punto che a volte le ricerco su google!
Questo caos in testa mi fa chiudere a riccio soprattutto quando siamo distanti...ogni volta mi vien mal di stomaco o/e mi manca l’aria...
Già quando è accanto a me è tutto diverso, posso guardarlo, abbracciarlo, prenderlo per mano la fisicità e le sensazioni che ne derivano sono l’unico linguaggio istintivo e pratico che conosco per trasmettere qualcosa e anche per percepirlo...
Senza il contatto fisico potrei dar di matto, pensate che in passato ho avuto una relazione tossica e l’ho continuata per diversi anni solo perché il mio ex aveva il bellissimo vizio di prendermi sempre per mano, mi urlava contro per strada ma senza mai lasciarmela e io percepivo piu quella che le parole che mi tirava o gli stati d’animo di entrambi la storia l’ho interrotta solo poco dopo che aveva smesso di farlo.

Se ho deciso di chiedervi un consulto perché stasera il mio ragazzo mi ha parlato per l’ennesima volta, dicendomi che si domanda sempre cosa penso, che gli manca il conforto, che si sente solo, che si sente come tenuto fuori da una parte della mia vita...
Mi ha chiesto dove sta sbagliando, cosa mi manca e quali sensazioni provo...e mi ha detto che il non sapere non lo fa star tranquillo e lo rende nervoso...
Ho saputo solo dirgli che non sapevo cosa rispondergli ma che so per certo che io voglio star con lui, mi sentivo lo stomaco chiuso in una morsa.

cosa devo fare?

Vi ringrazio per il tempo che mi state dedicando e per le risposte che mi darete...
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
cerchi il termine ALESSITIMIA in rete.
Conoscerà così una sindrome che forse è quella per cui ci scrive.
Per una diagnosi certa, e per cercare poi le cause e le soluzioni, è opportuno che si rivolga ad uno psicologo.
Molti auguri; ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho cercato il termine e credo che mi rispecchi, ho anche inviato l'articolo al mio ex che ha confermato praticamente tutto ciò che c'era scritto oltre a dirmi che già lo sapeva ma che gli mancava solo di conoscere il nome tecnico..
Ora la mia domanda è:..devo o non devo accennare questo discorso al mio attuale compagno (correndo il rischio di essere lasciata)?
oppure mi conviene ascoltare il mio ex che mi ha consigliato di frequentarlo di più dicendomi che anche lui imparerà "captando' da piccoli dettagli"..
O ancora..mi conviene intraprendere a sua insaputa un percorso con un professionista? e questo lo farei solo per lui, per potergli dare ciò che vorrebbe...per me stessa non ne sento il bisogno, forse perchè ormai è un tratto della mia personalità che vedo come normale e parte di me..
o in extremis lasciarlo andare a cercar qualcuna di più adatta a lui? ( e riecco la morsa allo stomaco)
o altro?
So che non è ancora una diagnosi certa, ma un ulteriore consiglio può essermi utile..
Nel frattempo la ringrazio per la risposta illuminante!
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
io penso che sarebbe suo interesse saperne di più su sé stessa.
Della sua prima email mi avevano colpito in particolare le frasi: "ho sempre ignorato il fatto che troppa gente mi dice che sono fredda, insensibile, senza cuore, che non mostro emozioni ne entusiasmo...che non mi capiscono e che ho reazioni non adatte alle situazioni ecc ecc L’altro giorno il mio capo mi ha scritto testuali parole: a volte mi sembri senz’anima solo un robot..."
Cara utente, questi non sono complimenti. Altre persone respingerebbero con forza questi giudizi, si sentirebbero offese. Altre ancora capirebbero che celano la richiesta di essere invece sensibili, empatiche, umane.
Lei, viceversa, accetta queste parole senza reagire. Farebbe la stessa cosa se venisse accusata di essere disonesta, ladra, bugiarda, imbrogliona?
Ed ecco che lei adesso scrive: "mi conviene intraprendere a sua insaputa un percorso con un professionista? e questo lo farei solo per lui, per potergli dare ciò che vorrebbe...per me stessa non ne sento il bisogno, forse perchè ormai è un tratto della mia personalità che vedo come normale e parte di me.."
Una cecità emotiva non è un tratto di personalità: è una carenza che la espone a continue negligenze e fraintendimenti nei confronti degli altri e di sé stessa, prova ne sia il rapporto in cui la mano stretta dal partner assumeva il valore dell'affetto che non c'era e compensava insulti e maltrattamenti.
Mi chiedo come abbia condotto le sue relazioni con la famiglia d'origine (era per caso una bambina adottata?), con gli amici e con i colleghi, e come potrebbe allevare dei figli, con i quali è estremamente necessaria l'empatia.
La sindrome di cui abbiamo parlato espone chi ne è portatore a convertire in sintomi fisici le emozioni non vissute/non espresse. Spesso gli alessitimici sono ipocondriaci, e scambiano il batticuore da innamoramento, da paura, da offesa, per un disturbo cardiaco.
Lei in effetti nella prima email scrive: "Questo caos in testa mi fa chiudere a riccio soprattutto quando siamo distanti...ogni volta mi vien mal di stomaco o/e mi manca l’aria..."
Sintomi fisici, come vede, in luogo di nostalgia, desiderio, rimpianto.
E nella seconda email, quando ipotizza freddamente: "in extremis lasciarlo andare a cercar qualcuna di più adatta a lui?" la reazione è di nuovo fisica: "e riecco la morsa allo stomaco".
Provi a pensare a ciò che può far bene a lei. Noi siamo qui; ci tenga al corrente.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ri-salve..
non ero una bambina adottata, ero una bambina cresciuta in una famiglia normale ma numerosa e quindi con regole ben chiare e disciplina severa su determinate cose com'è giusto che sia
Entrambi i miei genitori sono simili a me quindi non mi hanno mai detto nulla a proposito del mio essere cosi..
Per quanto riguarda gli amici sono per lo più amicizie che ho sempre mantenuto sul piano molto superficiale preferendo spesso rimanere per i fatti miei, a parte con un paio di loro che reputo intoccabili per via del fatto che con il tempo hanno capito come gestirmi e quindi il rapporto d'amicizia prosegue da molti anni..
Mentre per quanto riguarda le relazioni sul lavoro è sempre stato un casino, dopo pochi mesi stavo fisicamente male e davo di matto tant'è che a 19 anni presi la decisione di mettermi in proprio e da li in poi non ho mai più lavorato come dipendente..direi che non fa proprio per me...

"Una cecità emotiva non è un tratto di personalità: è una carenza che la espone a continue negligenze e fraintendimenti" ...Questa frase mi sta dando molto da pensare e non so nemmeno se riuscirò a metabolizzare qualcosa senza finire nel mio solito caos cosmico.

Alla fine oggi ne ho parlato con il mio attuale compagno e ancora adesso mi tremano le mani, non so bene come si sente ma ho capito che non l'ha presa benissimo...si è raffreddato e ciò mi ha fatto venire mal di stomaco e credo che mi passerà solo quando lo rivedrò..

La ringrazio infinitamente per la sua pazienza nel rispondermi..
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
non ha parlato della sua relazione con fratelli e sorelle, sia da bambini che adesso. Sarebbe interessante anche capire come si rapporta, ormai adulta, con i suoi genitori.
Tutto questo, però, andrà discusso col suo terapeuta.
Tenga conto che alle ASL e al Consultorio l'onorario è molto ridotto, e che molti professionisti conducono le loro terapie online.
Coraggio, cerchi di uscire dal continuo stress che impone a sé stessa, quello che chiama "il mio solito caos cosmico".
Una curiosità: se lavora in proprio, come mai ha un "capo", citato nella prima lettera?
Auguri.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Ho un capo perchè da qualche mese lavoro in smartworking aiutandolo nella gestione della sua azienda, la nostra collaborazione è nata in circostanze strane quindi non ha nulla a che vedere con un normale rapporto di lavoro..
Il termine capo è per via del fatto che l'azienda è sua quindi è più un soprannome :)
Ri-grazie per tutto!
[#7]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Prego, cara utente. Tantissimi auguri, per le feste e per tutto.