Insofferenza verso i genitori

Salve a tutti.

Sono un ragazzo di 24 anni e da un po' di anni covo dei sentimenti di odio nei confronti dei miei genitori, soprattutto mio padre.

Tutto è iniziato intorno ai 16/17 anni, periodo in cui ho sviluppato un elevato senso critico di osservazione verso la realtà circostante.
Questa cosa mi ha portato a pensare, a riflettere su qualsiasi cosa, tanto da ingigantire le situazioni.

Fino ad allora non avevo mai avuto alcun tipo di problema con la mia famiglia, andavo abbastanza d'accordo con tutti e due.
Sentivo parlare di figli scontrosi con i genitori, o in generale che avevano problemi con loro, e mi sembravano cose molto lontane dal mio rapporto.

Poi però qualcosa è cambiato.
Ho iniziato a vedere molti loro comportamenti, sono successi tanti litigi tra di loro, per errori di comunicazione o talvolta proprio perchè questa veniva a mancare, che mi hanno molto segnato.
Ho iniziato a vederli sotto una lente diversa, analizzandoli.

Mio padre è la persona che mi ha deluso di più, alle elementari in un tema scrissi che da grande avrei voluto diventare come lui... Mi pento ancora di quelle parole.
Da padre dovrebbe portare esempio ma in realtà è uno di quelli che predica bene e razzola male, si riempie la bocca di mille parole ma non ne ha mai dimostrata mezza.
È una brava persona alla fine e gli voglio bene ma non gli ho mai visto prendere una situazione per mano, con decisione, dinanzi alle difficoltà si abbatte e non si ingegna a trovare una soluzione tendendo spesso a delegare compiti, soprattutto a mia madre che, nonostante spesso si trovi in difficoltà, ha sempre risposto presente e lui non le ha mai dato una mano.
Mi sembra il classico uomo che si è sposato per avere una badante piuttosto che per amore, non gli ho mai visto fare un bel gesto nei confronti di mia madre o della famiglia, una sorpresa ad esempio, spesso è sempre stata lei l'uomo di famiglia, che ha sempre pensato alle sorprese senza ricevere nulla in cambio e credo l'abbia stancata.
Il problema è che lei non è una comunicatrice, tiene sempre dentro le cose e ogni tanto capita che esploda come una bomba ritirando fuori storie vecchie che non ha mai voluto affrontare, non è una persona che chiede aiuto, sembra un'alphawoman, che deve fare tutto da sola.
Entrambi mi sembrano le classiche persone che si lamentano ma non vogliono provare a fare nulla di diverso e io sono stanco di loro.
Tramite un percorso terapeutico di qualche anno fa ho capito che devo accettarli così come sono e per un bel po' ha funzionato ma ora, complice il lockdown e altre situazioni mi è sembrato di ritornare indietro a combattere con questi demoni che mi condizionano anche nei rapporti con l'altro sesso.
Vorrei cercare di risolvere la situazione per essere felice in quanto sono arrivato allo strazio e sto pensando di troncare i rapporti una volta uscito di casa ma sono studente universitario e non ho modo di affrontare questa cosa da solo, soprattutto a livello economico.
Grazie a chi risponderà
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile utente,
la situazione attuale relativa alla pandemia in atto ha creato per tutti un disagio soprattutto riguardo ad una nuova’ condizione di convivenza familiare.
Riesco a comprendere le difficoltà che descrive perché le dinamiche relazionali diventano, in una condizione di obbligata vicinanza, oggetto di maggiore conflittualità.
Il lavoro svolto nella sua terapia, l’ha sicuramente aiutata a lavorare sull’accettazione dei limiti dei suoi genitori che, in quanto persone, non possono rispondere a tutte le aspettative attese. Da piccoli abbiamo un forte bisogno delle figure genitoriali e di loro come nostri riferimenti e guide. Quando diventiamo più grandi acquisiamo più elementi per decidere nuove strategie e guide, per differenziarci e riconoscerci con le nostre specifiche caratteristiche ed idee. Per poterci sentire differenti’ e riconoscerci come individui differenti dai nostri genitori, abbiamo spesso bisogno di fare scelte drasticamente opposte a quelle desiderate dai nostri genitori o di sentire i nostri genitori molto distanti da noi. Questo è’ del tutto naturale. E’ un processo necessario per la crescita. Nel tempo, crescendo, si allenta questa necessità, diventiamo più sicuri di noi e riusciamo ad accettare i nostri genitori e il loro modo di essere per come e’ il tutto in armonia soprattutto al fatto di accettare anche noi stessi per come siamo.
Un cortese saluto

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
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