Mezza età e non riesco ad uscire di casa

Buongiorno Dottori,
tra meno di un anno compirò 40 anni e vivo ancora con un genitore, oramai anziano.
Mai avrei pensato di finire così, eppure il tempo mi è sfuggito di mano.
Ero un giovane sveglio, brillante, con molti interessi e alcune doti.
Sicuramente uno che si distingueva fra la massa.
Ed ora sono un "non più giovane" che certo si distingue ancora fra i suoi coetanei, ma per il triste primato di essere arrivato alla mezza età e vivere ancora con i suoi.
Eppure ho quasi sempre lavorato, per alcuni anni ho persino lavorato e studiato.
Vero è che ho una situazione di partenza più sfortunata rispetto a quella di molti altri.
La mia famiglia non mi ha mai potuto aiutare economicamente, quantomeno nelle grosse cose come lo studio universitario o, appunto, l'acquisto della casa.

Penso ogni giorno, se non ogni minuto, all'obiettivo di andare a vivere per conto mio.
E' oramai un'ossessione.
Non sopporterei il fatto di arrivare ai 40 anni e vivere ancora qui.

Eppure nonostante questo desiderio così sentito non riesco a saltare dal trampolino, a non farmi distrarre dai pensieri.
Mi spaventa il dovere impiegare delle somme così ingenti e alacremente sudate, per poi ottenere una sistemazione cmq modesta, risultato di compromessi (una casa vecchia, piccola e fuori mano).
Lo dico perché cerco ogni giorno da molto tempo e ho già visitato molti appartam.
Mi scoccia dover fare sempre più fatica degli altri, dovermi indebitarmi per ottenere sempre di meno di quanto loro hanno ottenuto molto prima e con facilità.
E poi, anche se sono consapevole che non potrò mai smettere di lavorare, mi fa paura indebitarmi per 25 anni e divenire così ancora più schiavo del lavoro.
Non ho difatti un buon rapporto con il mio lavoro.
Faccio quello per cui ho studiato, solo che quel tipo di scuola la scelsero i miei per me.
Fosse stato per me, io avrei sicuramente scelto altri percorsi più affini alle mie attitudini.
Soffro di ansia a lavoro.
Il non avere una necessità impellente di un reddito è, in qualche modo, confortante.
Mi permette di tenere aperta una via di fuga, di immaginare un colpo di scena nella mia vita, in cui magari conosco qualcuno e mi trasferisco all'estero.

Quindi, quanto sento che fare un mutuo sia troppo per me, mi arrovello la mente per cercare altri piani di azione, meno vincolanti, per conseguire l'obiettivo.
Allora penso all'alternativa dell'affitto, ma poi mi dico che se andassi in affitto non stare pensando alla mia vecchiaia, se mai ci dovessi arrivare.

Infine, qui in casa la situazione è pessima.
Con mia madre non c'è un vero rapporto.
E'come se fosse una coinquilina (indesiderata).
Io mi occupo delle pulizie delle mia stanza e del mio vitto.
La mia repulsione verso qs situazione mi porta non solo a non volere mia madre in casa, ma nemmeno a volerla immaginare sotto lo stesso tetto.
Putroppo non faccio altro che aggredirla verbalmente, non appena cerca di parlarmi.

Vi chiedo un suggerimento su come uscire da questo inferno.
Buonasera, mi chiedevo se fosse possibile avere una risposta? Ringrazio in anticipo.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 285 13
Gentile Utente,
se non avesse specificato i suoi dati anagrafici prima di richiedere il consulto e scritto la sua età qui, avrei avuto l'impressione di avere di fronte (virtualmente) un ventenne.


"Eppure il tempo mi è sfuggito di mano. Ero un giovane sveglio, brillante, con molti interessi e alcune doti. Sicuramente uno che si distingueva dalla massa"
E poi, cosa le è successo?
Cosa le ha impedito di trovare il coraggio e la determinazione di lasciare il nido e costruire la sua vita in piena autonomia? Possiamo provare a ricostruire la sua storia, se le va può provare a raccontarcelo.

Non pensa che la fatica, il sacrificio non solo economico, ma anche in termini di energie fisiche e mentali è ciò a cui va incontro la maggior parte delle persone che prova a costruire i propri progetti per il futuro, declinandoli secondo i propri sogni e desideri?
L'uscita da casa, piuttosto che costruire una relazione sentimentale e creare una famiglia oppure impegnarsi in un lavoro che sia soddisfacente per sé stessi sono non solamente aspirazioni personali, ma anche compiti di sviluppo di ciascun individuo.

Sembrerebbe che anche nella sua vita fa molta fatica: a lavoro, in casa, nella convivenza con sua madre. Allora come mai rinuncia a voler cambiare la sua condizione prima ancora di provarci?
Cosa la tiene fermo alla soglia dei 40 anni e la trattiene dal prendere coraggio e affrontare quello che la spaventa?

Prendersi delle responsabilità vuol dire anche smettere di sentirsi vittima di qualcuno o qualcosa. Eppure sembrerebbe che lei in un certo senso si senta una vittima dei suoi genitori: "Non ho difatti un buon rapporto con il mio lavoro. Faccio quello per cui ho studiato, solo che quel tipo di scuola la scelsero i miei per me. Fosse stato per me, io avrei sicuramente scelto altri percorsi più affini alle mie attitudini."
"Purtroppo non faccio altro che aggredirla verbalmente, non appena cerca di parlarmi."
E' come se lei delegasse agli altri le scelte importanti della sua vita e non si rendesse conto che il potere decisionale è, invece, nelle sue mani.

Anche qui: "Il non avere una necessità impellente di un reddito è, in qualche modo, confortante. Mi permette di tenere aperta una via di fuga, di immaginare un colpo di scena nella mia vita, in cui magari conosco qualcuno e mi trasferisco all'estero".
Lei aspetta il principe azzurro, o forse meglio la principessa, che la prenda per mano e come per magia la salvi.
Il colpo di scena deve crearlo da solo, ahimè.

La vera domanda è: vuole davvero crescere e rendersi autonomo, oppure le è molto più comodo adagiarsi nella situazione sofferente, ma pur sempre comoda nella quale si trova?
Quali sono i suoi desideri, cosa vorrebbe concretamente per sé? Provi a raccontarcelo
Ultima domanda: non ci ha detto che lavoro svolge, né tantomeno se ha o ha avuto una relazione sentimentale o se ha una rete di amici o familiari su cui sente di poter fare affidamento

Spero di averle dato qualche utile spunto di riflessione
Ci faccia sapere, resto a disposizione
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108