Una coppia perfetta

Gentili Dottori, ho 33 anni, la mia ragazza 26 e stiamo insieme da 8 vivendo comunque in case indipendenti (lei con i suoi). Nell’ultimo anno ha diverse volte manifestato la volontà di interrompere il rapporto, cosa che però dopo lunghe chiacchierate è sempre stata superata al punto che dopo ha affermato che si era trattato solo di un momento di confusione. Già durante la prima di queste crisi mi ha confessato che un suo amico/conoscente ha provato un approccio, cercando di baciarla, e che lei pur avendolo respinto tornando a casa ha pensato a lui toccandosi e più di recente ha detto che le capita spesso di pensarlo sia sessualmente che non. In altri momenti afferma che non si tratta di lui in quanto tale e che ogni volta che lo vede percepisce i suoi difetti come insuperabili, ma piuttosto del fatto che lui ha manifestato interesse e, io aggiungo, che nel loro gruppo di amici è molto apprezzato da molte ragazze. Inoltre a causa di un lavoro particolarmente stressante che ho concluso da pochi mesi, per circa due anni sono stato un po’ assente (più con la mente che fisicamente) e, proprio in questi due anni, le è capitato un evento che l’ha duramente colpita (tentativo della madre di togliersi la vita). Negli ultimi mesi comunque la situazione in famiglia è migliorata. Nei giorni scorsi mi ha ridetto del suo stato di crisi e del fatto che non lo ritiene dovuto né a vicende familiari né a sue vicende lavorative (che negli ultimi periodi le avevano dato ulteriore stress) ma al nostro rapporto. Lei dice che, pur volendomi moltissimo bene, non riesce più ad immaginare di vivere insieme e non ha più quel desiderio che aveva poco più di due anni fa di abitare insieme o sposarsi. Io avrei voluto fare ulteriori passi insieme a lei che non ho mai proposto sapendo entrambi che era prima opportuno che trovasse una sistemazione lavorativa. Inutile dire che, vista dall’esterno, si tratta di una coppia perfetta: entrambi brillanti con risultati eccelsi nel lavoro/studio, belli (lei di certo), molte passioni in comune, grande stima e rispetto reciproco, famiglie che ci adorano reciprocamente, ecc. Ovviamente le sue affermazioni rendono irrilevanti questi aspetti richiedendo un’analisi più profonda. Ho anche cercato di trovare dei tempi in più in cui stare insieme (spesso quando ci vediamo ci sono altre persone) e lei su questo è d’accordo, riferendosi però a momenti limitati nel tempo, una giornata, una sera, ecc. mentre è un po’ scettica sul fare una vacanza (sostiene che è una cosa che si fa quando si sta bene e non quando si è in crisi). Ho proposto la possibilità di provare una terapia di coppia: lei ha accettato anche se la ritiene abbastanza inutile per un pregiudizio sull’efficacia dei metodi utilizzati. Cosa mi consigliate? Andare avanti cercando di ritagliare spazi e attenzioni sul nostro rapporto? In aggiunta, provare una terapia di coppia? Assecondare una pausa di riflessione, da lei accennata seppur en passant? Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo, comprendo la voglia di ripristinare un rapporto che ovviamente le sta a cuore ma non si può fare a meno di non prendere in considerazione la sbandata della sua ragazza per un altro uomo. Certo le ha dato le sue giustificazioni, ma stiamo parlando appunto di "giustificazioni". Qualunque sia la causa questa esperienza ha intaccato quell'immunità psicologica che protegge la coppia da influenze esterne. (anche se quell'immunità era gia bassa in partenza)
Ora se lei ci scrive ricercando dei consigli ha evidentemente voglia di ricostruire ma c'è da capire se questa voglia sia presente anche nella sua ragazza (al di là dei conflitti di coppia che hanno portato a questo).
In molte occasioni lo scetticismo nella risoluzione di un problema da parte di un membro della coppia è solo la manifestazione della sua non volontà della risoluzione. Frasi del tipo: non è così semplice, la vedo complicata, un aiuto non credo possa funzionare, ecc.. possono essere il sintomo di questa voglia di non risolvere ma che non si ha la forza di esprimerla chiaramente. Le pause di riflessione, inoltre, hanno solo la funzione di ammorbidire un processo di separazione che ha già preso l'avvio, almeno nella mente di chi la propone.
Insista nel cercare con lei la soluzione, le servirà per capire se essa è cercata anche dalla sua ragazza.
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta. In effetti il problema è capire se la soluzione è cercata anche da lei. Oggi, secondo i miei propositi, abbiamo passato una bellissima giornata insieme al mare ( sensazione condivisa da entrambi più volte durante il giorno), condita con baci, tenerezze e coccole. In serata al telefono mi ha detto che è stata positivamente sorpresa dalla mia reazione, rispetto a quanto mi aveva detto ieri su suoi rinnovati dubbi, perché anziché allontarmi o reagire malamente ho manifestato ancora più attenzioni, comprensione e vicinanza a lei. Nel confermarmi quanto sia stata bene, ha comunque evidenziato che le sue inquietudini sul nostro rapporto restano. In sostanza, quello che lei stessa profila, è come un andare avanti giorno per giorno, a dispetto della durata del rapporto che chiaramente faceva tendere a programmi di lungo termine. Forse tutto sommato, comunque, anche questo è un modo rivivere, in modo diverso essendo noi stessi diversi, quelle sensazioni che si hanno all'inizio in cui non si da per scontata la durata del rapporto ma piuttosto si vivono le singole emozioni? Lo spero, io sono di certo pronto a rimettermi in discussione pur non essendo facile lottare contro un problema subdolo, visto che, per sua stessa ammissione, le sue differenti emozioni non sono dovute a mancanza di attenzioni, a mia assenza, a litigi o diversità di vedute, a nulla di concreto: "è solo che non sento quello che sentivo due anni fa". Comunque insisto nel cercare di trovare con lei la soluzione, se lo vuole anche se non è affatto facile...Un sincero grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)Nel confermarmi quanto sia stata bene, ha comunque evidenziato che le sue inquietudini sul nostro rapporto restano (..)
Gentile ragazzo, non voglio essere l'espressione del pessimismo, ma ho una certa esperienza clinica nelle relazioni di coppia.
Una frase del genere, se la si analizza con attenzione, è l'espressione di un paradosso. La negazione di sé stessa. Ossia evidenzia e sottolinea la presenza di un cambiamento interiore che non vuole essere modificato. Come se il messaggio fosse: certo son stata bene ma io non cambio la mia posizione!
Continui pure a cercare la soluzione ma sia consapevole che FORSE lei è lunica a cercarla davvero.
inoltre questo (..)"è solo che non sento quello che sentivo due anni fa". (..) è un messaggio chiaro peggiore di un sentimento che nasce dalla tascuratezza o mancanza di attenzioni, quest'ultimo cetamente più risolvibile.

cordialmente
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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile Dott. De Vincentiis,
La ringrazio per i consigli e i suggerimenti sulla chiave di lettura della situazione. Oggi la giornata, dedicata solo a noi due, al mare è andata ancora meglio di ieri, tant'è che mi ha detto che è stato uno dei giorni più belli della sua vita. In ogni caso, pur non avendo lei aggiunto altro (mi riferisco a disagi, dubbi, ecc.), non mi illudo che le cose siano diverse dal giorno prima o da quello ancora prima: quindi ritengo sempre attuali le sue conclusioni. La domanda, invece, che mi faccio è se e come il gesto tragico (seppur senza conseguenze fisiche dirette ad eccezione di alcuni giorni di ospedale) compiuto dalla madre possa aver influenzato i suoi sentimenti o se preferisce, la sua psiche? Credo, infatti, che non possa considerarsi un pura casualità la sostanziale contemporaneità di quell'evento, ritengo devastante sotto il profilo psicologico, con il periodo in cui lei attribuisce la drastica riduzione dei suoi sentimenti nei miei confronti. Cerco di spiegarmi meglio: noto con dispiacere che, nonostante l'umore della madre sia di certo migliore che in passato, quel gesto continua ad essere ricorrente nella mente della mia ragazza con tutte le conseguenze del caso (sensazione di abbandono, sensazione di inadeguatezza a creare una famiglia e ad avere dei figli, insicurezza, sensi di colpa per avere in passato posto al primo posto le sue attenzioni verso di me e verso se stessa piuttosto che verso i suoi genitori, ecc.). Continuo dicendo che lei stessa mi dice di avere incubi ricorrenti, di non avere sonni sereni, di avere difficoltà a mantenere la concentrazione, di essere a volte presa da senso di grande tristezza e pianto, ecc. Ora, i miei studi e la mia formazione non hanno mai incrociato la psicologia, per cui mi muovo solo nell'ambito della logica e dell'intuito, ma non posso pensare che un tale contesto non influenzi direttamente i nostri rapporti e, probabilmente, che l'affrontare (e risolvere?!? o almeno migliorare) questa condizione non possa avere riflessi anche sul rapporto di coppia. Cosa ne pensa? Grazie ancora.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, se posso permettermi d'introdurmi nello scambio di battute che sta avendo con il collega De Vincentiis, le direi che tendo a condividere le considerazioni datele da quest'ultimo.

Mi sembra tuttavia che lei, a differenza di molte altre persone che ci scrivono nella stessa situazione, sia riuscito a mantenere un certo equilibrio valutativo e a tenere distinti i dati di fatto (la mia ragazza ha messo un "freno" al nostro progetto di vita di coppia e forse all'esistenza stessa della coppia) dai desideri (ma io vorrei comunque mantenere in vita questo rapporto).

Giunte a questo punto, molte coppie cercano di far coincidere un evento traumatico nella vita del partner "indeciso" e "incerto" (la sua ragazza in questo caso) con la sua "indecisione" di proseguire/approfondire il rapporto. Ciò può essere visto come un tentativo di cercare una specie di capro espiatorio, che in qualche modo allontani da entrambi (e soprattutto dall'"indeciso") la responsabilità della "frenata". Questo solo per dire che anche nel vostro caso potrebbe star succedendo la medesima cosa.

Non perda la speranza, ma se possibile cerchi anche di spogliarla da troppe illusioni: a volte le coppie fanno una sosta, a volte si lasciano, a volte si riprendono. A volte è necessario rompere per ricostruire. Ma il fatto è che non è possibile sapere in anticipo tutte queste cose e che cosa succederà.

Se la sua ragazza è d'accordo, seppure scettica, potete provare ugualmente a richiedere una consulenza di coppia, potrà essere in ogni caso un'esperienza che v'insegnerà qualcosa.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile Dott. Santonocito,
ringrazio anche Lei molto dei consigli e dell'aiuto nel leggere corretamente la questione.
Sono pienamente d'accordo sull'atteggiamento e lo stato d'animo con cui affrontare la situazione "non perda la speranza, ma se possibile cerchi anche di spogliarla da troppe illusioni": è questo quello che sto facendo (o almeno cercando di fare) riconsiderando il fatto che forse è più bello godersi fino in fondo ogni momento insieme (come la domenica scorsa al mare) senza dare per scontato se staremo o meno insieme tra 20 anni. E forse anche la sua frase "il fatto è che non è possibile sapere in anticipo tutte queste cose e che cosa succederà" è quell'incertezza che da anche un certo stimolo alla vita (altrimenti che noia se fosse tutto già scritto...).
In merito all'evento traumatico, in realtà, non era mia intenzione attribuirgli la causa della crisi ma piuttosto la mia ultima domanda era volta a cercare di comprendere se ed, in caso affermativo, come questo fatto, sul quale dopo averci riflettuto su molto sono arrivato alla conclusione essere forse uno dei più traumatici sotto il profilo psicologico, possa avere influito sui suoi pensieri. Mi spiego: in generale penso che un lutto o una malattia grave, oltre ad essere fatti che fanno parte del naturale ciclo della natura e quindi più "accettabili", sono indipendenti dalla volontà dell'individuo che li subisce, mentre in questo caso l'evento viene percepito come l'espressa volontà di una delle persone più care (la madre) di abbandonarci per sempre (per cui immagino che i pensieri siano "non mi vuole abbastanza bene da continuare a vivere" o ancora "forse se le fossi stata più vicina non avrebbe compiuto quel gesto...", ecc.". Credo, quindi, che le conseguenze che di tale senso di abbandono sono siano indifferenti sul desiderio di una persona di formare una famiglia o avere dei figli.
Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, di fronte alla morte di una persona cara, in genere si reagisce attaccandosi ancora di più a quelle che ci restano. Ma anche qui, così come non è possibile dire niente di ragionevolmente certo sulla vostra situazione, non lo è nemmeno fare illazioni su come stia affrontando quest'evento la sua ragazza, senza averla di fronte di persona e senza poter interloquire con lei. Resta perciò valido l'atteggiamento di procedere navigando a vista, almeno per il momento.

Cordiali saluti