Il terapeuta è emerso che probabilmente questa mia sensibilità sia stata scatenata

Gentili Dottori,
Sono una ragazza di 26 anni,madre di una splendida bimba di 17 mesi.Ho un compagno ed una famiglia che mi vogliono bene e il lavoro che ho sempre sognato fare.Nonostante ciò,da molti anni soffro di una invalidante forma di ansia associata ad una fortissima patofobia e paura della morte.Gli intervalli delle crisi sono ciclici ma pur sempre presenti anche con il passare del tempo.Tralascio il quantificare di visite mediche che ho effettuato in passato per cercare di contenere questo stato di angoscia riguardante la mia salute.Non ultima una visita ematologica volta ad accertare l'eventuale presenza di ciò che più mi assilla in questo momento:sono convinta di avere un linfoma(stavolta davvero).Il medico che mi ha visitata non ha ritenuto fare ulteriori indagini o accertamenti a riguardo.Avevo già fatto un'ecografia ai linfonodi per conto mio-ndr.A peggiorare questo quadro ci si mette la mia internet-dipendenza nell' andar a cercare tutti i sintomi della malattia...e io ce li ho tutti.Ultimamente mi capita di sudare un pò di notte?Linfoma.Sento ghiandole gonfie ovunque?Come sopra.Vivo(oserei dire,sopravvivo)nell'ansia,nell'atroce attesa che qualcosa peggiori,nello spasmodico ascolto dei benchè minimi segnali che il mio corpo invia.Sono stanca,molto stanca.Devastata.Non c'è minuto al giorno in cui io riesca a pensare ad altro,qualsiasi cosa io faccia e con chiunque io sia.La mia mente è là...a rimuginare,a chiedersi se sia utile chiedere un'altro consulto specialistico.Perchè dovrei fidarmi di un solo parere?E se il medico si fosse sbagliato?E se non si è accorto che qualcosa non andava?Leggo sul web che questa malattia è spesso asintomatica...vado a riesumare vecchi esami del sangue e scopro che alcuni valori sballati che avevo sono riconducibili a quello.Non riesco più a godere della vita..tanto mi sento condannata.Non riesco a gioire delle cose e non riesco a vedere futuro.Chi mi vive attorno comincia a risentire di questa mia depressione.Non sanno più come tranquillizzarmi.Le rassicurazioni non valgono a nulla.Mi viene voglia solamente di piangere.Faccio una gran fatica a contenere la prepotenza di questa mia "mania" anche quando sono al lavoro.Vorrei riappropriarmi della quiete.Sembro non farcela.Mi sono rivolta al mio psicologo di fiducia,il quale mi ha avuta in cura tempo addietro,a seguito di attacchi di panico ed episodi ipocondriaci di entità minore a questo.Ho paura di avere seriamente qualcosa e che nessuno mi prenda più in considerazione.Con il terapeuta è emerso che probabilmente questa mia sensibilità sia stata scatenata da episodi di lutto subìti in età preadolescianziale (nonni,amici)non propriamente rielaborati.Io continuo a pensare che il mio problema sia invece di pertinenza medica.Non voglio perdere chi mi ama.Non voglio morire ne tantomeno andare avanti così.Sono nella disperazione più buia e non vedo vie d'uscita.Chiedo scusa per il mio dilungarmi e colgo occasione per porre cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
> stavolta davvero

Gentile ragazza, ma allora vuole dire che le volte precedenti non era per davvero? A parte tutto, la prima cosa che dovrebbe sapere è che la sua ricerca continua d'informazioni su internet non solo non risolve il suo problema ma lo aggrava. Questo gliel'avranno certamente detto. Perché ogni risposta apre nuovi dubbi, che chiedono d'essere indagati. E così via, in una spirale senza fine. Anche scrivere qui a noi può essere visto com un ulteriore tentativo di cercare rassicurazione. Solo che nel suo caso le rassicurazioni sono deleterie.

Nel percorso terapeutico che sta seguendo mi pare che stiate cercando d'interpretare da che cosa possa dipendere il suo disturbo, ma dal mio punto di vista ciò è inutile, almeno per il disturbo che ha lei. Quindi la cosa che dovreste cercare di fare con il terapeuta è risolvere il problema, non cercare le cause che l'hanno scatenato.

Ovviamente anche le visite mediche e i secondi pareri sono un modo perfetto per ingigantire la paura, perché paradossalmente sarebbe meglio sapere finalmente d'avere una malattia, e mettersi la coscienza in pace, piuttosto che vivere continuamente nella paura senza trovare niente.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie mille per la celere risposta.Con il terapeuta stiamo cercando anche di risolvere il problema,anzi oserei dire che dovremo ricominciare tutto daccapo.La prima seduta,dopo 5 anni,si è tenuta solo ieri.Speriamo...
Vorrei sapere,inoltre,se la strada intrapresa sia corretta.Intendo capire se la terapia cognitivo comportamentale sia quella più adeguata o se debba essere o meno coadiuvata dall'intervento di uno psichiatra.Saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Per disturbi come il suo sono adatti approcci brevi e attivi, fra i quali rientra anche la TCC. Un altro di questi è la terapia breve strategica, della quale può trovare informazioni qui:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm

Qui può invece trovare informazioni sulla psicoterapia in generale:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

L'opportunità dell'uso di farmaci può essere valutata, magari rivolgendosi a uno psichiatra. Tuttavia ciò potrà esserle eventualmente suggerito anche dal suo terapeuta di fiducia.

Cordiali saluti