Dubbi riguardo la mia psicologa

Salve sono un ragazzo di 32 anni in psicoterapia da 8 mesi, credo di avere la sindrome di Asperger o il disturbo evitante di personalità (non ho provato a chiedere diagnosi perché mi sento ansioso nel farlo) e vi scrivo perché voglio dei pareri riguardo a cosa è successo con la mia psicologa un paio di mesi fa che mi ha fatto sentire giudicato e che mi ha ferito molto. Mi disse che io sono introverso e che parlo poco e che si può migliorare un po' questo tratto della personalità ma quello è e che la società è costruita per gli estroversi (questo mi ha fatto sentire ancora più inferiore e tagliato fuori dalla società di quanto non lo fossi già). Io sono stato molto male per questo per una settimana avendo ricordi di tutte le volte che mi giudicavano come se fossi sbagliato e che dovevo cambiare. Me lo dicevano (che parlo poco o non parlo e che dovevo svegliarmi) in famiglia, a scuola, sul lavoro (quei pochi lavori che sono riuscito a trovare) e anche quando uscivo con qualcuno, cosa che so che è vera perché spesso mi sento molto a disagio e nervoso e non so cosa dire perché vado nel pallone ma soprattutto spesso mi sento diverso ed escluso dagli altri o non riesco a comprendere il significato dei dialoghi tra la gente. Solo con poche persone sono riuscito ad avere un rapporto d'amicizia più aperto e senza sentirmi giudicato e per questo riuscivo a parlare senza problemi e mi aprivo di più. Questo mi ha sempre fatto sentire inferiore ed umiliato come se avessi qualcosa in meno degli altri. Ovviamente ne parlai con la mia psicologa e lei capi che non doveva più ricordarmi questa cosa. Ma il mio dubbio ora è come possibile che uno psicologo non capisca che questo modo di parlare possa ferire una persona? Oppure questa è solo una mia debolezza e lei non poteva saperlo? Dovrei continuare a fidarmi di questa psicologa oppure questo episodio mi dovrebbe fare capire che è meglio se trovo qualcuno di più competente? Dopo questo episodio la mia fiducia in lei è uno po' vacillante anche se devo ammettere che ero scettico e diffidente sin dall'inizio come spesso lo sono con la gente in generale. In più volevo dire che sto male da 3 settimane pensando a delle violenze accadute nella mia famiglia tempo fa (ora vivo da solo e non li sento più) e parlando con la mia psicologa mi ha detto che questo sarebbe un trauma poiché sto male ripensando a cose che sono successe in passato. Lei si è limitata a chiedermi cosa potrei fare quando succede questa cosa. Mi ha consigliato di uscire e fare qualcosa ma non mi ha detto se può trattare roba come traumi e io ho paura che non sia in grado di aiutarmi a superare queste cose che ho vissuto. Cosa potrei fare per capire se vale la pena continuare questo percorso oppure provare con un altro psicologo?
Grazie in anticipo delle risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

mi dispiace molto per quello che Le accade ogni volta che un evento che potremmo definire neutro va a toccare un nervo scoperto, perché la lettura che Lei fa di una frase, di un evento, di uno sguardo è coerente con il Suo modo di leggere la vita, che proviene dalla Sua storia personale, ma non è mica detto che davvero le persone vogliano ferirla.

Anzi, penserei proprio il contrario. Però, è perfettamente ovvio che una persona legga il mondo secondo i propri schemi. Scopo della psicoterapia è modificare questo aspetto, in modo che Lei riesca non tanto a diventare una persona improvvisamente estroversa, ma a vivere serenamente e a non soffrire davanti a questi accadimenti, lasciandoseli definitivamente alle spalle.

Però, ne parlerei nel dettaglio con la terapeuta, come ne ha fatto qui, perchè tutto ciò può davvero essere di grande utilità per lo svolgimento della terapia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica