Problemi con il padre

Mi rivolgo a voi, per avere un parere in merito a quello che vi racconterò.
Premetto che da molto penso di rivolgermi a dei professionisti per scavare a fondo dentro di me e capire più di me stessa e di ciò che mi affligge.
Al momento la mia preoccupazione più grande è la compagna di mio padre, purtroppo 4 anni fa mia mamma ci ha lasciati a causa di un tumore, mio padre ha provato molta sofferenza e sin da subito ha cercato (secondo me) qualcuno che potesse confortarlo, un appoggio.
Il problema che non si è molto curato di trovare una persona giusta, bensì tramite delle amicizie ha instaurato un rapporto con una piuttosto strano, molto affrettato tant'è che dopo 3 mesi lui pensava alla convivenza.
Cosa che io non ho approvato in quanto vivo ancora con lui e non riesco ancora a vedere un'altra donna, per me è innimaginale.
Nonostante i continui confronti, nulla ad oggi è cambiato.
Lei si è trasferita da noi, senza avere la possibilità di conoscerla se non per qualche saluto veloce.

Adesso non so come comportarmi, dentro di me spero in una rassegnazioni che mi porti ad oltrepassare il tutto.
Ma ancora il dolore è troppo forte, sia per la perdita che per quanto sta succedendo
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
per superare la difficoltà della situazione in cui si è venuta a trovare è utile fare chiarezza, a cominciare dallo svolgersi nel tempo dei fatti. Cerchiamo di vedere insieme, punto per punto, quello che ci scrive.
1. Sua madre è mancata quattro anni fa.
2. Suo padre ha cercato subito un conforto e ha pensato alla convivenza già dopo tre mesi.
3. Non c'è stata la possibilità di conoscere la nuova partner "se non per qualche saluto veloce".
4. Lei si sente smarrita "sia per la perdita che per quanto sta succedendo".
Per ritrovare uno stato d'animo sereno occorre vedere le cose nella giusta prospettiva; nel suo scritto invece appaiono confuse, caotiche, e questo non l'aiuta a trovare soluzioni.
Il punto 1., la perdita di sua madre, è un lutto che lei non ha ancora elaborato, nel senso che è tuttora una ferita aperta. Ogni cosa, a maggior ragione una presenza estranea nel ruolo e nello spazio fisico un tempo occupato da sua madre, non può che esacerbare il suo rimpianto, la sua rabbia verso ciò che è stato, insomma tutti i sentimenti che accompagnano una perdita sempre dolorosa, ancora più grave nell'adolescenza.
Il punto 2. esprime una realtà molto comune: il partner della persona che se n'è andata, per separazione o per morte, più si era trovato bene nella relazione, più desidera rimpiazzare chi non c'è più, nell'illusione che il vuoto possa scomparire sostituendo una persona con un'altra.
Quest'illusione a volte compare anche nei figli, specie se piccoli, ma è nell'adulto che si crea più facilmente. Un nuovo legame non sostituisce davvero il primo, però va a colmare degli spazi insopportabilmente dolorosi, fornendo compagnia, condivisione, abbracci, e per un uomo anche soluzioni pratiche: qualcuno che si occupi di mandare avanti la casa.
3. "Non c'è stata la possibilità di conoscere la nuova partner". Qui lei confonde due persone: lei e suo padre, persone che lei sentiva unite prima dell'arrivo dell'intrusa. Le è mancata l'elaborazione comune del lutto, il piangere insieme, la ricerca comune di soluzioni, e in questo senso, per lei, la decisione di suo padre risulta affrettata. Che lui non si sia dato il tempo di valutare sarà anche vero, ma siete due persone distinte, con esigenze diverse. Tra l'altro, una moglie è sostituibile, una madre no. Lei non può immaginare quanto spesso noi psicologi dobbiamo segnalare questa verità a persone che lasciano il coniuge per un nuovo amore e pretendono che la loro scelta venga condivisa con lo stesso slancio anche dai figli!
A questo punto occorre chiarire quando la nuova compagna di suo padre si è trasferita da voi: dopo tre mesi? Dopo un anno?
Vede bene che dalla morte di sua madre di anni ne sono trascorsi ormai quattro, e sembrano evidenti due cose: che lei ancora non se ne fa una ragione, e che suo padre, a distanza di tanto tempo, sta ancora con la nuova compagna, il che dimostra che la scelta, per loro due, non era poi così sbagliata.
La sua domanda si esprime con la frase: "Adesso non so come comportarmi, dentro di me spero in una rassegnazioni che mi porti ad oltrepassare il tutto". Ma nella frase successiva vediamo chiaramente che i problemi sono due, e dal loro inestricabile intreccio nasce il suo disagio insormontabile: "Ma ancora il dolore è troppo forte, sia per la perdita che per quanto sta succedendo".
Vuol provare a separare le due cose? Quasi inutile segnalarle che uno psicologo che si prenda cura di lei la potrebbe aiutare moltissimo a superare i problemi. Il suo medico di famiglia può prescriverle dei colloqui psicologici alle ASL, gratuiti o al costo del ticket.
La abbraccio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com