Sfiducia nella psicoterapia ma continuo malessere. cosa fare?

Buongiorno,
Nel 2018 ho cominciato a vedere uno psicologo in quanto mi sono sentito molto male dopo la fine di una relazione di 6 anni per tradimento subito.
Ho iniziato con uno psicologo con cui, però, ad un certo punto, mi sono trovato male.
In particolare, questo psicologo si è lasciato sfuggire, durante una seduta, commenti poco opportuni sul mio aspetto fisico (sono omosessuale e lui lo è anche).
Da lì ho chiuso con questa figura.

Sono passato recentemente con un'altra psicologa, la quale, nell'ultima seduta, ha definito il mio essere omosessuale come una "scelta".
Frase che, a mio parere, si commenta da sola, e che tradisce un sostrato mentale omofobo.
La stessa figura mi ha consigliato di proseguire con un'altra sua conoscenza in quanto impossibilitata ad andare avanti per motivi personali non dipendenti da me o dal nostro rapporto: ad un esame approfondito della figura tramite ricerche su internet ho scoperto che ha un profilo PRIVATO Facebook aperto (già questo mi pare poco professionale da parte di uno psicologo), e che ha messo "mi piace" a varie pagine ultracattoliche.
Come posso rivolgermi ad una figura simile?

In breve, io continuo a stare molto male per diversi motivi, ma ho perso qualsiasi fiducia nella figura dello psicologo/psicoterapeuta.
A questo si aggiunga anche l'esperienza raccontata da un mio carissimo amico, che era seguito da uno psicologo che seguiva anche sua madre: bene, questo psicologo ha fatto "outing" al mio amico nei confronti di sua madre!
Mi sembra di rivolgermi a persone che sanno sì ascoltare, ma che non danno consigli risolutivi, e che addirittura "allungano il brodo" per fare più sedute e guadagnare di più.
Infatti, la mia situazione è rimasta pressoché invariata dal 2018 ad oggi, con le stesse preoccupazioni e problemi che spesso si ripresentano uguali.
Ogni seduta si riduce ad un colloquio dove mi vengono dette cose che già so, e non mi vengono dati input che mi "scuotano".
Cosa posso fare?
Io nel frattempo passo dei giorni orrendi e ogni volta mi chiedo se sia solo una cosa temporanea, o se sia malato di depressione.
[#1]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Buongiorno

Non mi è chiaro il problema per il quale hai deciso di scrivere, si tratta semplicemente di un confronto per conoscere meglio la nostra categoria o richiedi un nominativo nella tua zona?
Perché riguardo al problema che porti con te non ci hai dato alcun dettaglio per poterti dare un'opinione.

Capisco che a seguito di esperienze del genere tu possa sentire di aver perso fiducia nella mia categoria. In effetti dimostri di essere una persona particolarmente attenta al suo modo di vivere la sua omosessualità e questo richiederebbe molta attenzione nella scelta delle parole da parte del terapeuta.

Cerco di darti un'opinione in merito ad alcune cose che riporti:

"questo psicologo si è lasciato sfuggire, durante una seduta, commenti poco opportuni sul mio aspetto fisico" letta così sembra quasi cheti abbia fatto delle avances, cosa che sarebbe gravissima. Tieni però presente che certe volte si possono fare complimenti sull'aspetto anche semplicemente per rassicurare un paziente. Anche a me é capitato di dire frasi tipo "sei un bel ragazzo" ad un paziente nonostante non avessi alcun obiettivo di quel genere. Non so se l'esempio sia calzante.

"ha definito il mio essere omosessuale come una "scelta" " riguardo a questo, spero che tu abbia replicato adeguatamente, sia per correggerla che per dargli ulteriori dettagli su come vivi una frase del genere.

"ha messo "mi piace" a varie pagine ultracattoliche Come posso rivolgermi ad una figura simile?".
Vedi, il bravo terapeuta sa scindere tra quelli che sono i suoi ideali rispetto a quello che è il problema che porta il paziente e sa essere non giudicante anche riguardo ai più gravi comportamenti. Come potremmo altrimenti avere a che fare con pedofili, stalker o anche semplicemente con persone che tradiscono il partner se fossimo particolarmente sensibili all'argomento e se non approvassimo?
Detto questo ovviamente sei libero (e fai bene a mio avviso) a ricercare una persona con la quale tu possa sentirti di poter avere un buon legame terapeutico. D'altronde la relazione tra terapeuta e paziente è secondo me la parte più importante della terapia.
Se mi permetti, da parte tua però dovresti cercare di non essere così prevenuto. Altrimenti se andrai sempre a cercare qualcosa che ti "allontani" dal terapeuta partirai sempre con il piede sbagliato nella relazione e renderai il compito di aiutarti più difficile.

"Mi sembra di rivolgermi a persone che sanno sì ascoltare, ma che non danno consigli risolutivi, e che addirittura "allungano il brodo" per fare più sedute e guadagnare di più."
Il mio approccio terapeutico è quello "strategico breve" non so se ne hai mai sentito parlare. Spesso una volta indagato il problema (di solito in prima seduta) si fissa un numero massimo di incontri (solitamente 10) per poter vedere dei cambiamenti importanti riguardo al problema che il paziente porta. E' un metodo orientato alla soluzione, quindi si interviene da subito sul problema in modo pragmatico e risolutivo, utilizzando anche prescrizioni che il paziente svolgerà a casa se necessario. In base a quello che sembra tu stia cercando in una terapia ti consiglio di fare un tentativo con terapeuti di questo approccio.

"Ogni seduta si riduce ad un colloquio dove mi vengono dette cose che già so, e non mi vengono dati input che mi "scuotano""
Da parte tua devi richiedere al terapeuta che sia sempre chiaro l'obiettivo di ciò che state facendo. Se la terapia che sta portando avanti non fa per te cerca sempre di essere chiaro. Gli semplificherai il lavoro.

Ovviamente si tratta di mie opinioni personali, infatti invito i colleghi ad integrare o esprimersi qualora la pensino diversamente.

Spero di essere stato d'aiuto.

Resto a disposizione

Saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Probabilmente è incappato in psicologi di cui è rimasto deluso per vari motivi, e questo può succedere. Anche gli psicologi sono esseri umani. Se tuttavia ritenesse di aver subito mancanze gravi o sospettasse tale evenienza, oppure anche solo per chiedere semplici informazioni, può contattare o fare una segnalazione all'Ordine degli Psicologi della regione di competenza. Così riceverà una risposta precisa alle sue domande.

Alcune precisazioni sul resto.

Molti psicologi e medici oggi hanno una pagina Facebook anche personale, oltre a quella professionale. È il segno dei tempi. E sono presenti su tutti i maggiori social, addirittura su TikTok. Il punto non è essere o meno su tali piattaforme, ma <cosa> si pubblica. È dai contenuti che si possono leggere o vedere che andrebbe valutato il modo in cui si presenta un professionista.

>>> Mi sembra di rivolgermi a persone che sanno sì ascoltare, ma che non danno consigli risolutivi
>>>

Questo è un problema diverso e può riguardare il diverso orientamento con cui si è formato o specializzato ogni terapeuta. Sto parlando di psicoterapeuti, naturalmente, più che di psicologi.

Terapeuti di alcuni orientamenti possono tendere a non dare o dare pochi suggerimenti, ma non è per "allungare il brodo": è perché quel tipo di interventi funziona così per definizione.

Altri orientamenti, invece, come il breve strategico e il comportamentale si basano proprio sul dare indicazioni dirette e precise su cosa fare o non fare. Perciò le suggerisco di informarsi meglio riguardo a questo punto, per fare eventualmente una scelta più informata la prossima volta (se ci sarà).

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Qualche ulteriore elemento di riflessione.

1.
Sembra strano che Lei scriva qui, non precisando SE - sulle stesse tematiche - si è confrontato di persona con i Professionisti interessati. Questa sarebbe la via corretta e produttiva.

2.
Nei consulti qui sulla piattaforma noi Esperti conosciamo unicamente il punto di vista di chi scrive,
mentre dalla esperienza clinica ben sappiamo che - quando si sente anche l'altra campana - la nostra valutazione obiettiva si modifica. E dunque ci mancano molti elementi essenziali.

3.
Siamo anche ben consapevoli che la costruzione della "fiducia terapeutica" per alcuni soggetti risulta difficile, perchè il loro essere è caratterizzato da una sfiducia di fondo che caratterizza tutte le loro relazioni, compresa quella terapeutica quando i soggetti sono pazienti.
E dunque cambiare Terapeuta non serve, se non si mette a fuoco tale problematica e ci si lavora in seduta.

4.
Un'ultima notazione:
qualsiasi sia l'approccio dello/a Psicologo/a, tenga conto che non si danno "consigli risolutivi", nè si scuote alcuno; cito una Sua osservazione :
"...Mi sembra di rivolgermi a persone che sanno sì ascoltare, ma che non danno consigli risolutivi.."
Si danno - sì - indicazioni, consegne, anche molto precise miranti al cambiamento secondo gli obiettivi concordati; ma esse sono *ben differenti* dai "consigli risolutivi" operativi che spesso l* pz. chiede sul "cosa fare" in certe situazione (ossia che scelte prendere), o anche "cosa fare" (che indirizzo dare) della propria vita.
La relazione terapeuta è un'alleanza, nella quale ognun* dei due fa la propria parte con trasparenza e competenza;
dove ogni turbamento, delusione, insofferenza del pz. diventa materiale di lavoro, quando e se viene comunicato in seduta. Dove i* paziente fa presenti i propri desideri, bisogni, sofferenze, e ne riceve (o si co-costruisce) non solo interpretazioni, ma anche indicazioni su come 'porsi' tra una seduta e l'altra o nei confronti della difficoltà.

Potrebbe dunque chiedersi de LEI ha fatto la propria parte, in ognuna delle relazioni terapeutiche di cui ci parla.
A cui va ovviamente aggiunta la necessità che l* curante sia non solo Psicolog* ma anche Psicoterapeuta (è una autorizzazione ulteriore, attestante la specializzazione del* curante).

Auspico di averLe offerto un ulteriore punto di vista,
forse non troppo compiacente ma sicuramente motivato e stimolante se lo vorrà, se lo leggerà con interesse e curiosità,

Le porgo saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Le confermo che in alcuni orientamenti psicoterapeutici si danno indicazioni dirette su cosa fare o non fare, in determinate situazioni.

Non sempre, ma per certe categorie di disturbi (ad es. nei disturbi d'ansia) esistono addirittura protocolli standard di intervento. In altre situazioni è a discrezione del terapeuta. In generale, alcuni orientamenti sono più prescrittivi e direttivi, altri lo sono di meno.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte, cercherò di rispondere a tutti singolarmente:
1) al dott. Beligni
"Non mi è chiaro il problema per il quale hai deciso di scrivere": il mio problema è il seguente. Stante le mie esperienze negative, è di vostro consiglio continuare a cercare aiuto dallo psicoterapeuta? O, visto che sono 4 anni che faccio psicoterapia e non è migliorato NULLA, mi conviene cercare aiuto altrove (da uno psichiatra)? Devo indagare se sono ammalato di depressione? Mi chiedo se il problema sia mio più che nei dottori che mi hanno seguito.

"In effetti dimostri di essere una persona particolarmente attenta al suo modo di vivere la sua omosessualità e questo richiederebbe molta attenzione nella scelta delle parole da parte del terapeuta": mi dispiace, ma, anche qui, un "addetto ai lavori" mi lascia perplesso. "L'attenzione nella scelta delle parole" è una cosa, soprattutto da uno PSICOTERAPEUTA pagato lautamente, DOVUTA! Qualsiasi persona omosessuale davanti a un'altra persona che definisce il suo orientamento come una "scelta" si offende a morte. Non ho bisogno di persone eterosessuali che non hanno mai provato sulla loro pelle cosa vuol dire affrontare l'essere "diversi" che la mia sessualità è una scelta! Agli eterosessuali è mai capitato di "scegliere" di esserlo? Cosa studiano gli psicologi/psicoterapeuti in merito all'orientamento sessuale? Mi vengono dei seri dubbi.

"Anche a me é capitato di dire frasi tipo "sei un bel ragazzo" ad un paziente nonostante non avessi alcun obiettivo di quel genere": sono stato molestato in passato e davanti a quei commenti ho sentito la stessa sensazione di disarmo/impotenza che mi era capitata; lo psicologo ne era pure al corrente di questo trascorso. Non era una avance, ma un commento fuori luogo sul (presunto) tono della mia muscolatura, reiterato più volte ed insistente.

"ha definito il mio essere omosessuale come una "scelta" " riguardo a questo, spero che tu abbia replicato adeguatamente: Certo, ma non ha fatto altro che ripetere, sempre col solito tono pacato da "guru", le solite cose generiche un tanto al chilo, arrampicandosi sugli specchi e in un certo senso anche cercando di giustificare l'uso della parola "scelta".

"Vedi, il bravo terapeuta sa scindere tra quelli che sono i suoi ideali rispetto a quello che è il problema": va da sé che già uno psicologo dovrebbe tenere queste cose per sé; e poi, che una persona che segue simili pagine non potrà, in nessun modo, pensare al mio orientamento sessuale come qualcosa di "normale" (come del resto lo ha fatto la psicologa precedente-sarà anche lei un hooligan del Papa?).

Sul metodo dei 10 incontri: dove riceve lei?

"Se la terapia che sta portando avanti non fa per te cerca sempre di essere chiaro": fatto più volte, ma sempre le stesse cose venivano ripetute. Non voglio essere prevenuto, ma io ci leggo appunto una volontà di allungare il brodo per denaro.

Al dott. Santocito:

Sul discorso social: certo. Ma a mio parere uno psicologo NON dovrebbe sciorinare su un profilo aperto a tutti (pazienti inclusi) la sua vita privata, dove va a mangiare, che film guarda e (soprattutto) di che idee politiche/religiose è. Questo è quanto succede sul profilo della "professionista" consigliatami dall'altra.

per il resto: mi informerò, grazie.

Alla dottoressa Brunialti:

1) Certo, ma le sedute sono andati avanti normalmente, con lo specialista che cerca di arrampicarsi sugli specchi accorgendosi palesemente di aver sbagliato; mai una parola di scusa. Personalmente mi ha ferito moltissimo la definizione del mio orientamento sessuale come una scelta: fatto notare questa cosa, la specialista ha fatto un giro di parole, molto pacato, dove alla fine ribadiva che sì, il mio orientamento è una scelta. Va da sé che secondo me questo è un comportamento omofobo.
2) certo, infatti la mia domanda è: è meglio smettere e cercare aiuto da qualcun altro? Se questa psicoterapia non ha mai avuto effetto sono malato io, in modo più grave?

3) Io sono una persona estremamente fiduciosa! Non ho mai avuto problemi di gelosia nelle relazioni, né di fiducia con gli amici/colleghi eccetera; tant'è che ho molte persone che pur non essendo di famiglia considero come fratelli e sorelle. Il problema è quando mi sento tradito. Sono una persona che dà tante possibilità alle persone (forse troppe!) ma quando troppi elementi non mi quadrano (come ora), perdo la pazienza. Ad esempio, su questa psicologa: c'è stata poca chiarezza nell'organizzare consulti online (che io aborro), ma lei ad un certo punto ha imposto di farli solo online, adducendo scuse legate al COVID (noi, invece, poveri mortali che lavoriamo normalmente dobbiamo andarci lavoro); ha anche cancellato appuntamenti senza preavviso; insomma mi dava l'idea di una che, mantenuta da qualcun altro, si "divertiva" a giocare a fare la psicologa tra una mansione di casalinga e l'altra. Ma all'inizio non ci ho dato peso. La fiducia è crollata di botto col discorso della "scelta". E un discorso simile vale per l'altro psicologo (che, da un momento all'altro, ha alzato la tariffa dal nulla).

4) in questa parte del suo testo leggo un risentimento da parte sua, come se avessi offeso la categoria degli addetti. Concordo su quanto detto circa i consigli risolutivi, ma il senso di quello che volevo dire è che, sostanzialmente, non è cambiato NULLA in me da quando faccio psicoterapia. Niente mi ha toccato sostanzialmente. E' stato tutto lavoro INUTILE, un vero e proprio fallimento della psicoterapia.
Io dalla mia ho fatto la mia parte. La psicoterapeuta che non vedrò mai più mi aveva dato da fare delle tabelline dove dovevo registrare delle sensazioni negative, ricondurle ad un "errore cognitivo" e ragionarci su. Le ho sempre fatte. Non è cambiato niente. Sono cose che sapevo già. E lei non ha cambiato approccio anche con me che le dicevo che non mi sembrava migliorasse qualcosa.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Mi chiedo se il problema sia mio più che nei dottori che mi hanno seguito.
>>>

Questo avrebbero già dovuto dirglielo i dottori che la hanno seguita. Noi da qui possiamo solo fare supposizioni, non conoscendola, ma non darle una risposta esaustiva.

Può succedere di trovarsi a un paziente che non si riesce ad aiutare, e in quel caso il professionista è tenuto a dare spiegazioni sul perché e ed eventualmente a inviarlo a un diverso professionista.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

"..4) in questa parte del suo testo leggo un risentimento da parte sua, come se avessi offeso la categoria degli addetti...":
era il punto in cui annotavo che la psicoterapia è una esperienza a quattro mani.

Il punto 4 è una semplice riflessione sull'idea che il senso comune ha degli Psicologi, come professionisti che ascoltano e poi dicono quel che è meglio fare, ossia cosa bisogna scegliere in una data situazione della vita. D'altra parte è quel che si aspetta da noi buona parte delle persone che scrivono qui (e non mi riferisco a Lei), senza riuscire a farsi interpellare dalle riflessioni che noi possiamo sviluppare come nuovo punto di vista sulla problematica proposta.

Detta in altro modo, nel corso di una psicoterapia il Terapeuta mette in campo tutta la propria competenza, per far sì che l* paziente possa/riesca a *cambiare*, nella direzione che insieme hanno concordato nel corso delle prime 2-3 sedute.
Se, come Lei dice "..non è *cambiato* NULLA in me da quando faccio psicoterapia. .. E' stato tutto lavoro INUTILE, un vero e proprio fallimento della psicoterapia.." concordo. Una esperienza inutile.
Ma a questo punto mi chiedo sempre: entrambi avranno fatto la propria parte?
Lo chiedo anche in presenza, quando i pazienti ripetutamente si scusano per non aver trovato il tempo per fare gli esercizi, per adempiere alle consegne: in questo modo le psicoterapie non funzionano, falliscono. Come del resto, e con la stessa responsabilità, quando è il/la Terapeuta a non attivarsi debitamente.

Sintetizzando.
A fronte del Suo titolo ".. Sfiducia nella psicoterapia.." mi chiedo:
.La persona che ci scrive - Lei - è stato sfortunato nell'incontrare professionisti inadatti a lui o alla problematica che portava in terapia?
.Avrebbe potutto mettere in atto comportamenti differenti (più espliciti) nei confronti dei vari Terapeuti, in modo da stimolarli a dare di più? Se così fosse, se fosse proprio questo che Lei sta cercando mentre scrive qui, avrebbe appreso qualcosa di importante per eventuali nuovi percorsi.
.Oppure la psicoterapia non fa per lui? Sì, occorre dire che "non proprio tutti" traggono beneficio dall'esperienza della psicoterapia. Ma questo si potrà stabilire se entrambi (terapeuta e pz.) danno il massimo, e se 'quel' tipo di terapia è adatta a 'quel' tipo di problema.

Forse sono riuscita a chiarire meglio il mio pensiero; non è facile, avendo a disposizione unicamente parole scritte.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#8]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Bentornato

bene, i dettagli che fornisci in più sicuramente ci aiutano ad inquadrare meglio la situazione.

- "stante le mie esperienze negative, è di vostro consiglio continuare a cercare aiuto dallo psicoterapeuta?"
Ti parlerò in modo schietto, d'altronde non sono qui per dare delle pacche sulle spalle ma per dare un consulto secondo scienza e coscienza della mia professione, quindi non me ne volere.
Un mio maestro ha sempre sostenuto che "non esistono pazienti impossibili, ma solo terapeuti incapaci". Io sono d'accordo con lui. Incapaci però non è da prendere in senso assoluto. L'incapacità a cui si riferisce quella citazione è relativa alla determinata circostanza, con quel determinato paziente, per quel determinato problema.
Quindi, è possibile che tu abbia avuto esperienze negative? Assolutamente.
Erano incapaci in senso assoluto i colleghi a cui fai riferimento? Non è possibile affermarlo in alcun modo, ne da te ne da me.
Però possiamo dire che sono stati incapaci in quella circostanza, con te e con il tuo problema dato che ad oggi non hai ancora risolto.
Non entro in merito alle esperienze specifiche che riporti perché non penso ce ne sia bisogno.
Ora, sarà capace di risolvere il tuo problema il tuo prossimo terapeuta? (questa mi sembra di capire sia la tua domanda principale). Chi lo sa.
Ma, ed ecco che entra in gioco la schiettezza di cui parlavo, sono evidenti le tue riserve verso la nostra categoria. In gergo tecnico le chiamiamo "resistenze". Ora va da se che pazienti così rendono il tutto più complesso perché non si lasciano aiutare facilmente. Insomma, si lanciano dall'aereo ma si tengono con la mano ben salda alla maniglia del portellone.
Tu, in primis, sei convinto di potercela fare a lasciarti guidare?
Perché è vero che lo psicologo si paga, ma è anche inutile andare dal nutrizionista se non si ha voglia di mettersi a dieta.
Quindi, per rispondere alla tua domanda: percepisci di avere un problema che sembrerebbe di natura psicologica, pensi di avere bisogno di un aiuto, l'aiuto può dartelo uno specialista ma hai avuto esperienze che non ti sono state d'aiuto e hai perso fiducia. Il mio consiglio, fai un nuovo tentativo, ma metti da parte la tua profezia. Ovvero, metti da parte la tua profezia che si autoavvera: "vado da un altro psicologo ma tanto già so che non può capirmi, non mi saprà aiutare". Perché quando si vive (come ipotizzo tu faccia un po' troppo spesso) cercando di confermare le proprie profezie, finisce che si avverano.

Ho voluto dedicare del tempo nel darti questa risposta, che spero possa esserti stata d'aiuto, perché non voglio che tu ti senta abbandonato da una categoria come la mia che nasce e vive con il proposito di aiutare e non di scoraggiare.

"dove riceve lei?" Su Siena e Arezzo (vedi sito in firma per approfondire sul metodo di cui ti accennavo) ma anche online. Vedo che sei di Milano. Eventualmente posso darti un contatto di un collega su Milano (privatamente)

Saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

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