Quando va bene esprimere i propri sentimenti?

Sono un ragazzo di 25 anni che si domanda se sia lecito esprimere quello che si prova per qualcuno di speciale.
Complice un carattere riservato e analitico, compagnie che si sono rivelate più di convenienza che di amicizia e per finire problemi economici in una famiglia molto appiccicosa, sono stato bloccato per molti anni dalla ricerca di una ragazza nonostante per me sia sempre stato molto importante avere qualcuno da amare e con cui condividere la mia vita.
Nel corso degli ultimi 7 anni ho lentamente preso le redini della mia vita e, seppur vivendo ancora con i miei, mi gestisco un buon 80% delle spese in autonomia.
Così, negli ultimi 2-3 anni ho puntato a fare amicizia con alcune compagne di corso universitario per definire al meglio cosa cercassi in una ragazza e capire cosa potesse rendermi felice; ora posso dire di sapere cosa cerco, ma c’è un problema.
4 anni fa ho conosciuto una ragazza, siamo diventati ottimi amici, ci siamo sostenuti e incoraggiati nei momenti difficili, conosciamo uno la famiglia dell’altra e, anche dopo tutto questo tempo, ci sentiamo e vediamo con regolarità.
Il punto è proprio questo: ho visto che nessuna mi ha fatto sentire a mio agio come lei, nessuna mi capisce al volo come lei, nessuna è riuscita ad illuminare la mia giornata più nera come lei, nessuna mi rende più soddisfatto di aver investito un’ora del mio tempo come lei; non la sto idealizzando, riconosco che anche lei ha i suoi difetti come tutti/e, ma semplicemente ho capito di sentirmi veramente felice e compreso solo con una come lei.
Sento che la mia più grande difficoltà attualmente sia di oscillare tra il volerle dire quello che provo ma al contempo mi sento paralizzato dal timore di perdere una persona come lei a seguito di questa brutta sorpresa (persino per me) dopo molti anni che ci conosciamo.
Mi chiedo se sia saggio rivelarle i miei sentimenti, oltre che domandarmi come affrontare al meglio questo argomento con lei; su cosa potrei riflettere?
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buonasera,


Hai posto la domanda giusta, non ti potremmo dare un consiglio su cosa fare bensì elementi su cui riflettere; alla fine il risultato dovrà dipendere solo da te

In alcuni modelli psicologici il piacere è caratterizzato dalla consumazione dell'oggetto, per esempio per godere di una torta devi mangiarla quindi consumarla, per rigoderne ne devi fare un'altra; più in generale alcuni teorici pensano che questo modello riguardi anche le relazioni, ad esempio Melanie Klein era convinta che il bambino di una certa età temesse si esprimere il proprio rapporto con la madre per timore che così facendo la potesse danneggiare; seguivano quindi comportamenti di riparazione che a lungo andare convincevano il bambino della "indistruttibilità" della madre; la logica è che questo passaggio permetteva al bambino di essere certo di poter godere della relazione con la madre senza timore di perderla

Psicologicamente parlando la tua situazione è simile, ovvero sei nella fase in cui ami la persona ma temi che se godessi della relazione che vorresti distruggeresti ciò che ami; di solito a questo seguono litigi ed attacchi da un lato, tristezza ed allontamento dall'altro

Concludendo, potresti riflettere sul fatto che per essere certi di poter amare bisogna essere certi dell'indistruttibilita della relazione che si ha; forse tu senti invece una grande fragilità, che ti blocca

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dopo
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Buonasera Dottore, La ringrazio della risposta e del tempo.

Mi ha fatto sorridere il concetto di "industruttibilità": sono portato dall'esperienza a pensare che di indistruttibile nella vita non esista nulla; l'unica certezza è il mutamento (degli affetti, delle visioni...etc). Da qui, reputo che la virtù più importante sia l'adattamento; proprio per questo non mi aspetto assolutamente di trovare una persona perfetta.

Per tornare a noi e all'esempio della torta (a mio avviso perfetto), ne deduco che l'unico modo che ho per sapere se mi può piacere o meno sia provarne una fetta. Nel bene o nel male, trarrò comunque più consapevolezza su quello che cerco.

Pensare alla degustazione di un dolce mi ha anche portato a ritenere che il modo migliore per affrontare la cosa con questa ragazza sia in maniera leggera; mettendo l'enfasi più su quanto mi sia sorpreso pure io di scoprire questa cosa di me stesso, invece che sull'intensità stessa dei miei sentimenti.

Lei comunque ha ragione, sento una fragilità. La imputo al timore di farla fuggire per via dei miei sentimenti e all'importanza che riveste questa ragazza per me; sono certo di volere una come lei nella mia vita e non metto minimamente in dubbio quello che abbiamo oggi. Semplicemente sono cambiato e ho compreso quello che mi rende veramente felice, non posso sentirmi in colpa per ciò. Potrebbe spiegarmi meglio il Suo ultimo paragrafo? Temo di non averlo compreso appieno.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
È razionale credere che nulla sia indistruttibile tuttavia conta che al momento opportuno da lei non trapelino dubbi, cosicché dall'altra parte non ne arrivino; se la donna di cui parla sentirà la sicurezza dei suoi sentimenti è più probabile che si disponga positivamente, è naturale desiderare di essere amati

Nell'ultimo paragrafo volevo intendere che è più difficile amare qualcosa che si considera "distruttibile", ovvero se non si è sicuri che la persona amata rimarrà lì per noi perché la relazione è fragile allora diviene più difficile motivarsi a confessare ciò che si prova; nel caso, la fragilità che lei ha provato deriva anche da questo

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[#4]
dopo
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Ora è molto più chiaro, grazie. È vero: anche nella mia testa l'amore non può tollerare i "se" e i "ma", ma vive di assoluti; pertanto, come mi fa capire Lei, risulta molto più difficile amare e dimostrare amore se vi sono incertezze sul rapporto. Provvederò allora a liberarmene completamente prima di esprimere i miei sentimenti.

Ha ragione, il modo migliore per non trasmettere dubbi e incertezze su qualunque cosa è proprio non averne in partenza. Per snebbiare la mente, mi aiuta molto pensarla in questi termini: non ho nulla da temere dalla sua risposta (della ragazza) perché non potrà cambiare quello che cerco e quello che apprezzo; non ho nulla di cui vergognarmi, specialmente se si tratta di qualcosa fuori dal mio controllo; io ho questo carattere, ho queste necessità e ora finalmente le ho chiare come non mai (anzi, merito di questa ragazza se le ho comprese).

Se altri Suoi Colleghi o Colleghe dovessero avere altri spunti di riflessione, li leggerò con grande piacere.

Grazie ancora del Suo tempo