Come non avere il burnout da caregiver?

Salve,

da 2 mesi io e la mia famiglia siamo stati travolti da un pesante ricovero psichiatrico di mio fratello.
Eravamo già a conoscenza del problema psichiatrico (ci sono stati altri ricoveri in passato) ma lui si é sempre ripreso a pieno, riuscendo ad avere una vita lavorativa e privata piú che ottimale.

Stavolta il ricovero (richiesto da lui quando ha notato che qualcosa non andava) sta durando piu del solito e con alti e bassi notevoli.
Un giorno ci sembra che la situazione sia notevolmente migliorata, il giorno dopo torna in stato psicotico/confusionale.


Eravamo partiti tutti con ottimi propositi ma ora dopo mesi di cure che attecchiscono molto lentamente siamo tutti molto stanchi.
Il malato é cominciato a diventare piú egoista e tirannico del solito (al di fuori di questo episodio é la persona piu buona del mondo) e sono preoccupata non solo per lui ma anche per i miei genitori che dimostrano notevoli segni di cedimento e di sconforto (hanno entrambi 70 anni e sono praticamente sempre in ospedale ad occuparsi di lui?


Le mie domande sono:
come mettere un limite tra il dare una mano a chi si ama ed essere coinvolti in queste situazioni sentendosene responsabili?
qual é la chiave per non andare in burnout in questa situazione?

Come disinnescare la catena dei sensi di colpa familiari?
io ne ho meno ma i miei genitori si sentono responsabili - quindi per me diventa necessario badare a 3 persone invece che a 1 sola (il paziente)
Il paziente psichiatrico ha bisogno effettivamente di una mano costante o é meglio lasciarlo un po' piú solo e cercare che ce la faccia da solo?
siamo sempre stati una famiglia molto unita, lui é il piccolo di casa (anche un po' viziato) e i miei genitori lo hanno sempre coccolato fin troppo.

Cerco di mostrare a mio fratello che sono sicura al 100% che lui che la fará, ed in cuor mio é cosi - ma comincio a dubitarne anche io... é meglio che lo veda meno per trasmettergli solo il meglio?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

mi sembra di capire che il ricovero di Suo fratello duri già da ben due mesi. E questo già testimonia un disturbo psichiatrico importante, di cui non conosciamo la diagnosi.

L'ospedale è un presidio importante per il/la malat* psichiatric* in quanto è assistit* con professionalità sia medica, sia assistenziale, h24. E ciò rappresenta la possibilità per i familiari di prendersi un periodo di respiro. Perché di ciò ha bisogno il caregiver.
E questa è già una prima risposta alla sua domanda: "Come non avere il burnout da caregiver?"

Prima o poi Suo fratello tornerà a casa, e la responsabilità dei genitori sarà maggiore. Forse anche la Sua; non sappiamo se Lei che scrive è convivente all'interno dello stesso nucleo familiare. Ma in ogni caso sembra assumersi il sostegno alle figure genitoriali.
"Come non avere il burnout da caregiver" al proposito?

Ciò equivale al chiedersi:
"Come disinnescare la catena dei sensi di colpa familiari?"

Non è del tutto semplice.
La malattia mentale non ha una origine ben definita. E quindi chi sta affettivamente vicino (ad es. i genitori) si chiede se ha fatto degli errori; se con i propri involontari sbagli può essere (stat*) causa della situazione attuale.

I sensi di colpa non sempre corrispondono a reali colpe o a inconsapevoli errori educativi.
Ma, al di fuori di un percorso psicologico di sostegno, è assai difficile che i caregiver di un* paziente psichiatric* riescano ad avere la lucidità necessaria.

In alcune Regioni i famigliari sono sostenuti attraverso iniziative specifiche:
percorsi di coppia genitoriale,
gruppi di auto-mutuo-auto,
colloqui individuali.

Le consigliamo di chiedere informazioni al proposito
o nel reparto in cui è degente suo fratello,
oppure presso l'Azienda sanitaria.

Forse potrà aiutarla la lettura di: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1156-il-cargiver-familiare-e-il-burden.html .

Se ritiene ci invii una replica, Le risponderemo.

Le porgiamo una cordiale saluto!
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/