Effetti collaterali del Burnout a lungo termine

Gentili Dottori,

Qualche anno fa, in seguito ad un problema di salute (che detto cosi sembra cosa da poco, quando in realtà ancora oggi è presente e mi logora la vita), ho sofferto sicuramente di un esaurimento nervoso (almeno uno, mi fu "riconosciuto" da un neurologo).
Venendo già da una vita insoddisfacente e di qualche rimpianto, con stati depressivi, in cui l'essere ansioso e tendenzialmente pessimista l'hanno fatta da padrone, mi sono accorto di aver peggiorato quelle che chiamo "prestazioni mentali", facendo riferimento ad un concetto di "plasticità mentale" (o essere rapidi nei ragionamenti... ) , nonchè sulla memoria (sono uno studente).
Mi sono peraltro accorto di aver sviluppato saltuari disturbi sul parlare fluente (tipo forme a metà tra dislessia e balbuzie; in realtà quest'ultima è la cosa che mi "spaventa" meno, e per la frequenza e per lo stato di agitazione che spesso mi riconosco).

Ora leggendo ho trovato questa frase in merito al Burnout: " Nello stress cronico si assiste ad una atrofizzazione dell'ippocampo, ovvero una sua apprezzabile riduzione di volume".
Il testo però non specifica se questa riduzione è definitiva o meno, o altro.

Vi volevo chiedere quindi: questi effetti sono definitivi o è possibile indurre un processo inverso di, non dico rigenerazione, ma di recupero verso uno stato pre-bornout?
Se si, cosa andrebbe fatto?


Vi ringrazio gentilmente per le vostra disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non ho capito che c'entra il burn-out.
Lei ha avuto una... depressione (?) diagnosticata però da un neurologo e non è chiaro se ha fatto trattamenti. Adesso si pone domande ipocondriache.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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