Parlano male di me, cosa devo fare?

Salve... scrivo su questo sito perché ho bisogno di sfogarmi per una situazione che mi è sfuggita completamente di mano senza che lo volessi, e che mi sta facendo francamente sentire molto male.
Dunque io ho 20 anni e frequento l'università da qualche mese, ho fatto amicizia con molte persone ed in particolar modo mi sono inserita in un gruppetto di cinque ragazzi.
Contemporaneamente ho incominciato a frequentare un altro ragazzo, esterno e che fa parte di un'altra cerchia, con cui mi sto sentendo spessissimo.
Dato che frequentiamo le medesime lezioni essendo iscritti allo stesso corso di laurea, è capitato che durante le lezioni ci allontanassimo sporadicamente per... insomma... darci qualche bacio, un paio di carezze, delle toccate.
Questa cosa però adesso è sostanzialmente sulla bocca di tutti; in particolare mi è stato detto che c'è stato un ragazzo che ha sparso la voce (la cui identità attualmente mi è sconosciuta) e sono state dette una valanga di cattiverie su di me, anche se non comprendo assolutamente la motivazione?
Non sono fidanzata, non sto tradendo nessuno.
Mi hanno accusata (alle spalle ovviamente, ma lo sono venuta a sapere) di essere una poco di buono, una ragazza facile (cosa tra l'altro non vera! ho frequentato solo questo ragazzo e non ho assolutamente avuto più flirt contemporaneamente) è stato criticato il mio aspetto fisico (alcuni ragazzi hanno detto: carina di corpo ma busta in testa) e questa cosa mi ha offeso terribilmente.
Non penso affatto di essere a tal punto orribile da non meritare che mi si guardi.
Insomma una valanga di critiche, ma per quale motivazione?
Perché si stanno accanendo così tanto sulla mia persona?
Non penso di aver fatto nulla di male.
Perché non sono rimasti indifferenti?
Perché hanno sparso la voce per criticarmi?
Perché vogliono smontarmi?
Farmi sentire sbagliata?
Aiutatemi vi prego, questa situazione mi sta facendo sentire davvero molto male.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

cammin facendo imparerà che *non si può piacere a tutti/e*.
Certamente non piacerà agli studenti e alle studentesse diligenti il fatto che ".. durante le lezioni ci allontanassimo sporadicamente per... insomma... darci qualche bacio, un paio di carezze, delle toccate", infrangendo un setting che si ritiene dedicato alla cultura e al sapere.

Come lei dice, dal suo punto di vista non ha "fatto nulla di male".
Forse però ha infranto delle regole non scritte che ogni specifico gruppo ha.
Al proposito può chiedere a loro, ai suoi compagni e compagne di facoltà; nessuno meglio di loro saprà spiegarglielo; se vorranno.

E lei?
Quest'esperienza potrebbe portarla a riflettere sul fatto che ogni nostro comportamento attira lo sguardo e il giudizio di altri, e non è possibile impedirlo.
Tale comportamento lo possiamo mettere in atto unicamente se siamo in grado di sostenere psicologicamente e tollerare emotivamente (etimol. dal latino: riuscire a portare, resistere) i giudizi che esso inevitabilmente produrrà.

Ed inoltre, per dirla con Freud, crescendo apprendiamo a nostre spese che il "principio di piacere" (bisogno di gratificazione immediata; ad es. uscendo nel bel mezzo della lezione) deve scendere a patti con il "principio di realtà": un principio regolatore che ha lo scopo di *rinviare* la gratificazione in funzione delle condizioni imposte dal mondo esterno.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/