la mia situazione è così grave?

Buongiorno,
ho 30 anni e volevo conoscere un parere da parte di esperti circa la mia situazione.
Non ho una relazione sentimentale, ho pochissime amicizie, non mi piace uscire la sera e sono molto a mio agio con una routine tipo universitario.
Vivo in famiglia e, nonostante alcuni problemi, non mi fa sentire particolarmente "a disagio" passare del tempo libero con i miei genitori e non magari con un partner o in eventi sociali.
Mi piace anche molto passare del tempo in solitudine.
Il problema è che noto che all'esterno questo mio modo di essere provoca perplessità: le persone trovano strano che io possa trovare stimolo negli studi alla mia età e ho spesso sentito opinioni relative al fatto che non avere una realizzazione sentimentale e lavorativa alla mia età dovrebbe crearmi malessere.
Alcuni conoscenti in situazioni simili alla mia si ritengono frustrati, soli e insoddisfatti.
Io invece sono a mio agio nella mia situazione, come se mi sentissi ancora una ventenne.

Ritenete che questa mia condizione costituisca effettivamente un problema?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
prima o poi è necessario prendere atto che non tutti siamo uguali e non abbiamo gli stessi desideri e le stesse abitudini.
Questa differenza tra le persone incontra due difficoltà: una è l'attuale momento storico, che ci vorrebbe tutti inquadrati come soldatini nell'ottica del consumismo, per cui perfino le relazioni d'amore e addirittura i figli sono imposti come beni di cui appropriarsi a qualunque costo, anche se non li desideriamo. L'altro ostacolo ad una piena libertà sono gli elementi basilari della vita: abbiamo bisogno di cibo, vestiti, un tetto sopra la testa, e il non volerseli procurare ci priva della nostra libertà.
Il suo desiderio di continuare gli studi indefinitamente, come quello di non avere relazioni sentimental-sessuali, è inusuale, ma non contrario al suo benessere: l'idea di non entrare mai nel mondo del lavoro invece lo è, e tra l'altro potrebbe coprire una sotterranea paura, quindi tutt'altro che una scelta libera.
Rifletta su tutto questo.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la celere e puntuale risposta. Sul lavoro sono d'accordo con lei: pur non nascondendo di avere difficoltà ad immaginarmi in un contesto lavorativo (infatti proprio questa mio percepirmi ancora "ragazza" mi crea dei problemi con l'assunzione di responsabilità di tipo pratico), concordo sul fatto che sia necessario rendersi economicamente indipendenti e infatti in passato ho lavorato. Attualmente sono in cerca di occupazione, ma la mia condizione non mi crea il disagio e il senso di fallimento che molti ritengono dovrebbero essere scontati in questa situazione. Più che altro la mia domanda nasceva dalla discrepanza che noto fra il mio sentire e quello degli altri, ho letto addirittura la risposta di uno psicologo in un forum che sosteneva essere quasi ovvio uno stato depressivo in una ragazza di 26 anni (ben 4 meno di me) senza lavoro e senza partner. Mi sono resa conto che agli occhi degli altri una vita come la mia è sostanzialmente vista come una vita da reietta, una vita da una "che non ha combinato nulla" e la cosa mi secca un po' perché è come se ci fosse qualcosa che non va in me e nel mio percepirmi ancora giovane e con una vita davanti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
molti sono dei realizzatori di eventi non troppo originali e profondi, altri sono dei contemplativi che non desidetano altro che approfondire la propria visione della vita, altri ancora si realizzano soltanto in qualcosa di complesso e significativo.
Questo fa parte della differenza fra le persone di cui ho già detto nella risposta precedente.
Può darsi che lei sia circondata da persone particolarmente rigide nella visione delle tappe che ciascuno di noi può percorrere, o che abbia dato troppo rilievo alle osservazioni di persone con questa caratteristica rigidità.
Tra l'altro non ci ha detto che cosa sta studiando e quali sono le sue prospettive di sbocco professionale.
Tenga conto che di fronte alla serenità che comporta il fare qualcosa che piace, molte persone provano una inconscia invidia.
Spero sia una sua interpretazione erronea quella sul parere di uno psicologo il quale avrebbe detto che non avere un lavoro e un fidanzato comporta necessariamente uno stato depressivo.
Diciamo prima di tutto che la malattia che si chiama depressione nasce senza una causa diretta e riconoscibile, altrimenti non è depressione ma dolore, sofferenza, lutto.
Può essere al contrario la depressione stessa la causa di una mancata realizzazione nei vari campi in cui si esplica l'attività umana.
Forse perché appunto molto rigide, alcune persone ritengono che se non si percorrono le stesse tappe negli stessi tempi c'è per forza qualche malattia... che sarebbe quella di quasi tutti gli scienziati e degli artisti.
Individui banali vedono in generale le persone originali come degli sbandati o peggio.
L'importante è avere il coraggio della propria differenza e farne uno strumento di riflessione anche per gli altri.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com