Il mio orientamento sessuale mi logora

Salve a tutti,
Sono un ragazzo di 19 anni e il motivo per cui vi scrivo è una problematica che mi perseguita da tutta la vita ma che negli ultimi 2 anni mi sta dilaniando in maniera crescente.
Sono gay, e questo mi distrugge.
Ho provato in tutti i modi ad accettarmi, credetemi in qualsiasi modo.
All'inizio mi veniva più facile convivere con questa piaga, ma paradossalmente adesso mi viene sempre più complicato.
Non vivo in un ambiente omofobo perfortuna, ma non posso nemmeno dire che la gente che mi circonda riesca a non concepire gli omosessuali come un qualcosa di diverso (e a me questo già di suo mi ferisce molto).
Non ho mai avuto una relazione, nemmeno un bacio o qualcosa di simile e sicuramente è colpa mia perchè svariate volte sono stato e mi sono avvicinato in modo intimo da dei ragazzi e ragazze, ma niente più del flirt ecco.
Sono arrivato ad odiare letteralmente le persone che per la massa "odiano" gli omosessuali o fanno finta di non accettarli anche per il solo scherzo o gli effeminati o membri della lgbt (intendo i pagliacci che fanno le parate) poiché ancora ora li incolpo pesantemente delle mie frustrazioni.
Ormai sono arrivato al punto che guardare un ragazzo mi fa provare così tanta angoscia che mi vengono le fitte al petto e le lacrime agli occhi.
È inutile dirlo, ma nonostante io credessi molto, mi sono allontanato da Dio poichè se mi avesse mai amato, non mi avrebbe mai dato una maledizione del genere.
Sarò superbo, ma sono anche una brava persona e non mi merito questo dolore ingiustificato, piuttosto preferisco pagare che convivere con tutto questo.
A volte piango, perchè mi sembra di essere con i polsi legati.
Ho provato a distrarmi con vari hobby o lavorando, ma puntualmente sembra sempre che ci sia qualcosa che mi ricordi di essere gay e mi sento cadere un masso in testa.
Mi sento privato di una parte della mia vita.
Non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio e dirmi ad alta voce "sono gay".
Non ce la faccio credetemi.
Questa è una maledizione.
Mettevi a ridere ma ogni volta che vedo un bambino gli auguro sempre nella mia mente di non essere gay.
So che la vita è fatta anche di altro, ma in questi anni questo argomento, come ho già detto, mi sta solo danneggiando e più vado avanti meno vedo vie d'uscita.
Se qualcuno di voi, ha qualche consiglio da darmi ve ne prego di aiutarmi.
Non prendetemi per maleducato perfavore, ma non chiedetemi di fare coming out con nessuno, perchè mi rifiuto (scusatemi).
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buon pomeriggio,


Le parole che usiamo per identificarci vengono dalla cultura di appartenenza, e proprio come per la lingua italiana ad esempio, si può avere un gran lessico oppure averne uno assai risicato che limita ogni complessità. L'etichetta "gay" può essere un universo intero oppure una semplice etichetta, dipende da come lei ha definito sé stesso perché dal nostro punto di vista, può dire tutto e non dire nulla di ciò che pensa e prova

Ho capito che c'è sofferenza, le consiglierei di frequentare uno Psicologo per dare la giusta attenzione alla cosa; nel frattempo, direi che questo concetto di gay per lei è quantomeno ambivalente, ovvero rappresenta qualcosa di positivo, lo deduco dal fatto che non ha ancora rigettato del tutto questa etichetta da sé, e contemporaneamente rappresenta qualcosa di negativo, che la frustra

Cosa c'è di positivo e di negativo nell'essere gay, per lei?

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Non c'è nessun lato positivo, nessuno. Tutti negativi. E' solo un grande problema, niente di più. Chi nasce omosessuale è destinato a stare male. Dottore io inoltre la ringrazio per la risposta, ma non ho la possibilità di farmi seguire da uno psicologo sia per motivi economici ma soprattutto per il motivo che non riesco a parlare di questa cosa ad alta voce. Mi blocco, mi vergogno e cercherei di cambiare discorso. Tralasciando questo, non c'è qualche consiglio che potrebbe darmi, più pratico e in modo che possa agire da solo?

La ringrazio sinceramente per il suo aiuto
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Non mi sono espresso al meglio: in questa etichetta c'è qualcosa di cui ha ancora bisogno psicologicamente parlando, lo deduco dal fatto che non l'ha rigettata; può non apparirle positiva in senso stretto, rimanendo qualcosa a cui è ancora legato o non sarebbe così difficile per lei questa situazione

Di pratico le potrei dire qualcosa se fosse più chiaro cosa la vincola a questo concetto di gay; cosa vuol dire per lei essere gay?

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Utente
Utente
Per me non vuol dire altro che il mio orientamento sessuale, è quello che è. Ma riconosco che per la gente è un etichetta che non rappresenta una cosa così banale, bensì una serie di comportamenti e luoghi comuni che non descrivono niente di come stanno le cose, bensì le peggiorano.

La ringrazio moltissimo della sua risposta
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Le sto chiedendo proprio perché non suppongo di sapere già cosa la parola "gay" dica di ciò che lei pensa e prova veramente

Cosa è per lei il suo orientamento sessuale?

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Utente
Utente
Penso che sia semplicemente quell'attrazione sessuale verso il mio stesso sesso. niente di più.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Penso abbia scritto molto meno di quel che le è venuto in mente; stiamo parlando di qualcosa che le fa molto male e che nonostante tutto non può fare a meno di riferire a sé. Consideri, almeno qui in chat anonima, di esprimersi su ciò che vuole liberamente, ovvero di usare questo spazio come uno strumento a sua disposizione

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