Possibile sindrome di sjogren
Buonasera,
Mi chiamo Gino e ho 43 anni.
Cercherò di descrivere ciò che mi accaduto parafrasando le cartelle cliniche e gli esami che mi sono state consegnate.
https://www.dropbox.com/s/4dopw8bafwrshlk/Gino%20-%20Possibile%20sindrome%20di%20sjogren.pdf?
dl=0
Nello scorso mese di gennaio sono stato ricoverato in ospedale dopo che come sintomi riscontravo un rigonfiamento delle ghiandole salivari, una estrema secchezza della bocca con forte difficoltà a deglutire e febbre a 39.
Sono stato curato con terapia antibiotica empirica con Ceftriaxone e Metronidazola ev, insieme a Metilpredisolone, terapia che mi è stata interrotta dopo 6 giorni nel sospetto di un'eziologia virale.
Dopo 10 giorni di ricovero, sono stato dimesso, in condizioni buone ad eccezione ancora di una modesta secchezza della bocca.
In buone condizioni di salute, e in pieno periodo Covid, sono ritornato a casa, dove, sotto consiglio dei medici che mi hanno dimesso, ho preso appuntamento con uno specialista in otorinolaringoiatrica.
Lo specialista, sulla base della documentazione che vi condivido, e ovviamente della sua esperienza, mi ha diagnosticato un possibile caso di sindrome di Sjogren, anche se nelle visite successive ha ridimensionato ciò.
Lo specialista mi ha prescritto alcune iniezioni su base cortisone (Kenacort 40mg/ml - ho preso tre flaconcini il primo mese, poi un flaconcino al mese fino a Giugno - da Marzo a Giugno in tutto 6 flaconcini ovvero due scatole) e uno spray, Xerotin.
Con queste prescrizioni la sensazione di secchezza della bocca è svanita.
A luglio quindi lo specialista ha deciso di sospendere la terapia, aggiungendo dubbi circa la possibilità della sindrome di Sjogren.
Arriviamo quindi a oggi, 21 settembre, senza alcun problema.
Oggi però sono tornati tutti i sintomi: ho di nuovo febbre, circa 37.5, nuovamente il rigonfiamento delle ghiandole salivari, una difficoltà durante il deglutimento, e secchezza della bocca.
Aggiungo che l'anno scorso, all'inizio del 2019, sono stato ricoverato per infezione da CMV con febbre a 39/40.
Sono stato curato con terapia antibiotica (Tazocin e Levoxacin ev), e dopo tre giorni, sono stato dimesso in condizioni di buona salute, anche se ho continuato ad avere febbre a 37/37.5, apparentemente inspiegabile, per ulteriori tre settimane.
Durante entrambi i ricoveri ho fatto presente la mia attività lavorativa al personale medico, dal momento in cui sono un agricoltore diretto.
Faccio questo mestiere da 20 anni e, a causa della mia attività, entro quotidinamente in contatto con vari prodotti chimici, ma non ho avuto alcun problema fino ad ora.
E' possibile che quanto accaduto possa essere legato a qualche forma allergica, che tuttavia non ho mai sperimentato in questi anni.
Volevo un consiglio su come comportarmi, perchè, purtroppo, con l'emergenza Covid in corso, è tutto più difficile.
Grazie in anticipo
Mi chiamo Gino e ho 43 anni.
Cercherò di descrivere ciò che mi accaduto parafrasando le cartelle cliniche e gli esami che mi sono state consegnate.
https://www.dropbox.com/s/4dopw8bafwrshlk/Gino%20-%20Possibile%20sindrome%20di%20sjogren.pdf?
dl=0
Nello scorso mese di gennaio sono stato ricoverato in ospedale dopo che come sintomi riscontravo un rigonfiamento delle ghiandole salivari, una estrema secchezza della bocca con forte difficoltà a deglutire e febbre a 39.
Sono stato curato con terapia antibiotica empirica con Ceftriaxone e Metronidazola ev, insieme a Metilpredisolone, terapia che mi è stata interrotta dopo 6 giorni nel sospetto di un'eziologia virale.
Dopo 10 giorni di ricovero, sono stato dimesso, in condizioni buone ad eccezione ancora di una modesta secchezza della bocca.
In buone condizioni di salute, e in pieno periodo Covid, sono ritornato a casa, dove, sotto consiglio dei medici che mi hanno dimesso, ho preso appuntamento con uno specialista in otorinolaringoiatrica.
Lo specialista, sulla base della documentazione che vi condivido, e ovviamente della sua esperienza, mi ha diagnosticato un possibile caso di sindrome di Sjogren, anche se nelle visite successive ha ridimensionato ciò.
Lo specialista mi ha prescritto alcune iniezioni su base cortisone (Kenacort 40mg/ml - ho preso tre flaconcini il primo mese, poi un flaconcino al mese fino a Giugno - da Marzo a Giugno in tutto 6 flaconcini ovvero due scatole) e uno spray, Xerotin.
Con queste prescrizioni la sensazione di secchezza della bocca è svanita.
A luglio quindi lo specialista ha deciso di sospendere la terapia, aggiungendo dubbi circa la possibilità della sindrome di Sjogren.
Arriviamo quindi a oggi, 21 settembre, senza alcun problema.
Oggi però sono tornati tutti i sintomi: ho di nuovo febbre, circa 37.5, nuovamente il rigonfiamento delle ghiandole salivari, una difficoltà durante il deglutimento, e secchezza della bocca.
Aggiungo che l'anno scorso, all'inizio del 2019, sono stato ricoverato per infezione da CMV con febbre a 39/40.
Sono stato curato con terapia antibiotica (Tazocin e Levoxacin ev), e dopo tre giorni, sono stato dimesso in condizioni di buona salute, anche se ho continuato ad avere febbre a 37/37.5, apparentemente inspiegabile, per ulteriori tre settimane.
Durante entrambi i ricoveri ho fatto presente la mia attività lavorativa al personale medico, dal momento in cui sono un agricoltore diretto.
Faccio questo mestiere da 20 anni e, a causa della mia attività, entro quotidinamente in contatto con vari prodotti chimici, ma non ho avuto alcun problema fino ad ora.
E' possibile che quanto accaduto possa essere legato a qualche forma allergica, che tuttavia non ho mai sperimentato in questi anni.
Volevo un consiglio su come comportarmi, perchè, purtroppo, con l'emergenza Covid in corso, è tutto più difficile.
Grazie in anticipo
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Reumatologo, Perfezionato in medicine non convenzionali
Salve ! La sua storia clinica è fortemente suggestiva di infezione virale cronica (almeno secondo me). Le vorrei ricordare alcune cose. Prima di tutto il Citomegalovirus (CMV) fa parte della famiglia degli Herpes, tutti correlati ed intimamente connessi con lo stress. Secondo, gli antibiotici nelle malattie virali sono inefficaci, servono solo per affrontare eventuali sovrapposizioni batteriche. Terzo, la Medicina non possiede terapie chimiche contro questi virus (mentre nella Medicina cosiddetta "Non Convenzionale", come l'Omeopatia di Risonanza o la Microimmunoterapia ne esistono e sono innocui). Quarto, le malattie autoimmuni, come la sindrome di Sjogren, o altre, nascondono sempre delle infezioni croniche ricorrenti. Esistono degli esami ematologici per stabilire la eventuale responsabilità di questi virus ed anche per valutare le difese immunitarie. Mi sembra di averLe detto pressochè tutto quello che posso dire online. Tenga presente che le mie sono ipotesi diagnostiche, le uniche possibili senza conoscere la persona. Spero di esserLe stato di aiuto.
Cordialità,
Cordialità,
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.8k visite dal 21/09/2020.
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