Intervento dopo terapia neoadiuvante

A seguito dell’ultima chemioterapia e quindi, alla fine del percorso neoadiuvante, all’esame clinico non risulta alcuna evidenza della lesione al QSE della mammella. Ad entrambi i cavi ascellari presenza di linfonodi iperplastici non significativi. L’intervento proposto è di quadrantectomia supero-esterna previa centratura ecografica R.O.L.L. e linfectomia ascellare comlpeta.
La diagnosi all’origine era la seguente:
k duttale infiltrante e linfadenopatia ascellare(K mammella localmente avanzato), ER 70%, PgR 90%, c erb B2= 3 nel 70%, MIB1 25%.
Nodulo di 3,5 cm (secondo la TAC), di 4,3 cm *2,3 cm (secondo la risonanza magnetica), coinvolgimento dei linfonodi ascellari.
sottoposta a terapia neoadiuvante di 6 cicli: 3 cicli di “epirubicina + docetaxel” e 3 cicli di “docetaxel + trastuzumab”.
Al termine dei primi 3 cicli di terapia, l’esame ecografico evidenzia una riduzione del nodulo da 3,5 cm a 2 cm, con un’area di necrosi

Chiedo:
1) un parere sull’opportunità e affidabilità di questo tipo di intervento;
2) a seguito di questo intervento, è possibile praticare una ricostruzione del tessuto tramite lipofilling? Eventualmente quali sono i tempi di realizzazione? Contestuali all’intervento o in momento successivo?
3) È opportuno togliere tutti i linfonodi? Ho sentito, che a seguito di neoadiuvante, sarebbe possibile a seguito dell’esame delle cellule (tramite estemporanea?), togliere solo alcuni linfonodi risparmiando così l’asportazione di tessuto immnunocompetente. E’ rischiosa questa tecnica? E’ sempre applicabile?
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
1)con la quadrantectomia e rimodellmento della ghiandola residua si può ottenere un buon risultato cosmetico.

2)Al momento è più prudente dopo neoadiuvante eseguire lo svuotamento ascellare anche se sono in corso studi che prevedono l'nalisi del linfonodo sentinella.

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

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