Calcificazioni displasiche

Buongiorno, ho 41 anni e pochi giorni fa ho eseguito un esame senologico completo (visita+mammografia+ecografia) a distanza di 12 mesi dal primo eseguito nel novembre 2015.

Qui di seguito il referto, che trascrivo per avere una conferma sull'iter da seguire in futuro soprattutto per quanto riguarda la presenza di calcificazioni displasiche. Premetto che mi è stato specificato che si tratta di calcificazioni benigne, tuttavia mi chiedo se necessitano di un monitoraggio più serrato.

<<L'esame confrontato con il precedente eseguito in data 03-11-2015 non fa rilevare modificazioni. In particolare:

Al riscontro obiettivo mammelle pressoché simmetriche, regolari cute e capezzoli, non reperti palpatori anomali.

Al riscontro mammografico con tomosintesi 3D corpi ghiandolari in via di involuzione, sostituiti da abbondante componente adiposa e con residui parenchimo-stromali a disposizione sovrapponibile a quella della precedente indagine. Bilateralmente non si evidenziano lesioni focali sospette nè calcificazioni patologiche. Invariata la minuscola opacità linfonodale segnalata al prolungamento ascellare di destra. Rade calcificazioni displasiche.

Al riscontro ecografico non si apprezzano formazioni espansive in ambito ghiandolare. Alcuni linfonodi di tipo reattivo a livello dei cavi ascellari.

Conclusioni:
Quadro nei limiti. Non elementi di sospetto. Si consiglia successivo controllo, a giudizio clinico con ecografia mammaria a distanza di sei-otto mesi e con esame senologico completo a distanza di 12-18 mesi.>>

Grazie per la disponibilità
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Il quadro che descrive è di assoluta normalità.

Le microcalcificazioni sono benigne e non necessitano monitoraggi particolari.


In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.

Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.

Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .

Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.

Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm

Tanti saluti
Salvo Catania

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com