Microcalcificazioni

Salve, sono una ragazza di 29 anni e scrivo per chiedere delucidazioni in merito ad un referto ecografico appena ricevuto per una ecografia mammaria svolta, come faccio ormai da 3 anni, per tenere sotto controllo alcuni fibrosdenomi al seno sinistro.
Questa volta, però, l'ecografista ha riscontrato al quadrante infero esterno dell'altro seno, quelli destro, due microcalcificazioni rispettivamente di 0.4 e 0.5 mm da lei definite non preoccupanti ma comunque analizzabili con maggiore precisione da una mammografia che attendo ora di fare.
Sul web ho letto che le calcificazioni maggiormente sospette sono quelle pari o inferiori agli 0.5 mm, esattamente come nel mio caso, ma che al tempo stesso l'esame ecografico non può vederne di così piccole.ma solo se pari o superiori ad 1 centimetro.
È quindi possibile che non si tratti di microcalcificazioni?

Grazie in anticipo per l'attenzione.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Basterebbe non consultare il web per non accrescere la sua ansia e non rischiare di rastrellare informazioni fuorvianti,

Le caratteristiche delle microcaòlcificazioni le definisce la mammografia e non la ecografia e da quanto descrive starei assolutamente tranquilla.

In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.

Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.

Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .

Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.

Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm

Tanti saluti
Salvo Catania

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com