Dolore ernia discale sciatalgia

Buongiorno, 4 anni fa sono ho subito un intervento per la rimozione di un ernia discale espulsa che premeva sul nervo sciatico della gamba sinistra.
Purtroppo mi ritrovo ora da tre settimane nuovamente nella stessa situazione a causa di un ernia recidiva L5 S1 con sciatalgia acuta.
Prima di procedere a un secondo intervento chirurgico l'ortopedico ha consigliato un attesa di 40 giorni con cure di vitamine, riposo e l'utilizzo di una cintura ortopedica.

Ciò che però in questo momento mi preme molto è capire come poter tenere a bada il dolore acuto e continuo, dovendo passare per lavoro 8/9 ore seduto in ufficio.

La cura che il medico di base mi aveva consigliato era di una compressa da 50mg di Palexia mattino e sera e solamente nei casi più gravi una supposta di Indoxen da 100mg. Tale terapia tuttavia non mi è stata molto d'aiuto dato che solamente la supposta è stata in grado di calmare il dolore per qualche ora.

L'ortopedico mi ha pertanto consigliato di provare una dosa di Difmetrè due volte al giorno, mattino e sera e nient'altro.
Sto provando tale terapia da qualche giorno e quel che mi sembra è che dopo 2-3 ore in cui non vi è alcun effetto tangibile, il corpo inizia poi ad inibirsi leggermente calmando il dolore, sebbene leggendo il foglio illustrativo esso risulta un farmaco per combattere l'emicrania e non i dolori lombari o sbaglio?

Mi trovo quindi parecchio dubbioso su quale terapia poter seguire, come dosare i medicinali e nel caso a che tipo di specialista ci si potrebbe rivolgere per essere seguito bene passo passo nella pianificazione di una terapia di contrasto del dolore tramite antidolorifici?

Grazie mille per qualunque tipo di aiuto e consiglio.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Buona sera a Lei,

mi spiace ma prescrizioni farmacologiche nel contesto di un consulto a distanza non se ne fanno.

In generale posso affermare come sarebbe assolutamente il caso formulare una diagnosi di causa ovverosia "perchè ha nuovamente dolore?".

A tal fine è indicata una RM Rachide "rigorosamente" con mezzo di contrasto (poichè è già stato operato).
Questo il motivo razionale del mdc: se avesse una recidiva di materiale discale (ernia recidiva) le immagini pre- e post contrastografiche non si modificherebbero mentre nel caso si fosse formato tessuto fibrocicatriziale nel sito di intervento le immagino post contrasto produrrebbero un cambiamento di segnale (colore biancastro) del tessuto patologico rilevato.

Circa la terapia un breve ma sostanziosa dose di attacco con corticosteroidi, quindi farmaci per il dolore neuropatico (Gabapentin, Pregabalin. ecc) ed un analgesico che si è già rivelato efficace al bisogno.

La cosa importante è formulare la "diagnosi di causa".

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, innanzitutto la ringrazio per la risposta.

La causa del dolore è conseguenza del ritorno dell'ernia che spinge sulla radice del nervo sciatico, provocando infiammazione e dolore in tutta la gamba.

Ora so bene che fintanto che tale problema non verrà risolto insieme all'Ortopedico, che sia con l'intervento o altro, il nervo continuerà ad infiammarsi e nessun antidolorifico potrà mai "curarmi", ma dovendo attendere molto in tale situazione di dolore acuto volevo capire a chi ci si potrebbe rivolgere per essere seguito passo passo nel limitare il dolore durante la giornata?

Inoltre mi sono state suggerite infiltrazioni epidurali per tentare di limitare l'infiammazione, ma sentendo varie opinioni alcuni le ritengono "rischiose", quanto questa cosa è reale?

Grazie ancora in anticipo.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,<br />
Lei fu operato ben 4 anni fa di ernia del disco e, a quanto sembra, è stato bene fino ad ora.<br />
Il ripresentarsi dei sintomi è dovuto, a quanto dice, a una recidiva dell'ernia, ma non è detto, visto che Lei non ci dice a che livello era stato operato.<br />
In altre parole l'ernia attuale in L5-S1 potrebbe essere una nuova ernia e non una recidiva.<br />
In ogni caso, sia che si tratti di recidiva sia che si tratti di una nuova ernia del disco, se la sintomatologia è acuta, invalidante, poco responsiva ai farmaci, se l'esame clinico rileva anche sfumati segni di deficit neurologici, verosimilmente sarà da prendere in considerazione l'intervento.<br />
<br />
Le recidive, seppur relativamente rare, sono una evenienza possibile le cui cause non sempre vanno attribuite a un insuccesso dell'intervento, soprattutto quando si presentano a distanza di anni.<br />
Condivido quanto consigliato dal collega che mi ha preceduto,seppur l'ipotesi che sia tessuto cicatriziale sintomatico è poco probabile (visto il tempo trascorso in soggettivo benessere) e mi permetto di suggeriLe di sollecitare il collega ortopedico che L'ha visitata a valutare l'indicazione e la possibilità di anticipare l'intervento.<br />
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Cordialmente
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Buon giorno

sa che si tratta di una ernia discale recidiva?

Pertanto si è sottoposto a RM con mezzo di contrasto?

In realtà le opzioni sono 3:
-ernia discale recidiva,
-ernia ex novo ovvero nuova ernia discale,
-tessuto fibrocicatriziale in loco vulneris ovvero nella regione anatomica dove è già stato operato.

Una volta formulata una diagnosi di causa certa vi è la opzione chirurgica o la terapia del dolore.
Rammenti come questa ultima agirebbe solo sul sintomo dolore ma in casi di compressione radicolare la situazione anatomica patologica resterebbe e con il passare del tempo la sofferenza della radice portebbe a questa fenomeni degenerativi con possibili e verosimili deficit di foza del segmento corporeo innervato dalla rsdice medesima.

Cordialmente.
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile Paziente, oltre alla decisione su come affrontare la situazione in questa fase acuta, sarebbe il caso di considerare se permanga qualche condizione favorente, già presente forse 4 anni fa: mi riferisco in particolare a eventuali problemi di postura.
Questa problematica potrebbe essere in gioco sia nel caso di una nuova ernia che di una recidiva.
Cordiali saluti ed auguri

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Dr. Casimiro Simonetti Radiologo interventista 338 13 1
Caro Utente,
alcune considerazioni preliminari: -Lei esordisce il suo discorso con una “diagnosi” di recidiva erniaria: questo perché esiste una precisa diagnosi Radiologica e Clinica, ossia una precisa correlazione tra la sede del pregresso intervento chirurgico e l’attuale quadro obbiettivo, sia Clinico che RM? A tal proposito, non viene citato un nuovo esame RM. Che in casi del genere è assolutamente indispensabile e che deve essere necessariamente confrontato con le indagini precedenti.
Per quanto riguarda l’esame RM in questione: sono costretto a contraddire il Collega che mi ha preceduto, del quale condivido tutto il resto della risposta, sulla utilità del MdC (contrasto) nel Suo caso specifico.
L’uso del Gadolinio (il contrasto utilizzato in RM) è indicato nella valutazione post-chirurgica recente, ossia nei controlli RM eseguito da 2 mesi ad un anno al massimo dopo la chirurgia.
Successivamente, la cicatrizzazione tessutale, così come le possibili recidive o i residui di patologia protrusiva discale non si modificano dopo somministrazione di MdC. Ed anche nel lasso di tempo precedente, mentre esiste un potenziamento del tessuto di organizzazione, nel caso dei residui/recidive erniarie il potenziamento non interessa il frammento discale, bensì i tessuti circostanti. L’impiego del MdC è SEMPRE indispensabile laddove si sospetti la natura etero formativa e non erniaria del tessuto che impegna gli spazi epidurali o i forami (neurinoma-meningioma). Sospetto che viene posto nella indagine basale, in relazione alle caratteristiche morfologiche, di localizzazione e di segnale RM del tessuto evidenziato.
A quattro anni di distanza dalla chirurgia, credo possa tranquillamente evitare l’impiego di MdC.
E veniamo a ciò che Le è stato suggerito: come giustamente scriveva il Collega Ortopedico, le prescrizioni a distanza non esistono! Ma mi sento in dovere da dissentire fortemente dal suggerimento del ricorso ad un tutore lombare (cintura ortopedica, come scrive Lei).
Si tratta di un “falso amico”, che attenua il dolore locale sostenendo artificiosamente la colonna lombare, ma di fatto “mette a riposo” i muscoli agonisti del rachide, ossia i muscoli che le “mantengono attiva e sostenuta” la colonna. Che, al contrario, Lei dovrebbe avere l’accortezza di mantenere SEMPRE tonici e ben potenziati e sincronizzati con adeguata ginnastica posturale e potenziamento in palestra. In particolare nel Suo specifico caso, con una anamnesi di chirurgia già in età giovanile e con una condizione di sovrappeso.
Ribadisco la indispensabilità di una indagine RM, di un adeguato esame Elettromiografico degli arti inferiori (di pertinenza Neurologica) e di una correlazione tra l’obbiettività clinica e i risultati delle indagini strumentali.
Confermo che è corretto approcciare SEMPRE in prima istanza con la terapia farmacologica questo tipo di sintomatologia, e soltanto in caso di inefficacia o efficacia insoddisfacente della farmacoterapia e fisioterapia si dovranno prendere in considerazione altri tipi di approccio, non necessariamente (anzi, possibilmente NON) chirurgici. Soprattutto nel caso di un Paziente così giovane e con una evidente meiopragia delle unità disco-somatiche (predisposizione a questo tipo di patologie).
Fortunatamente, le armi a disposizione sono tante e validissime, senza la necessità, un grande numero di casi, di ricorrere nuovamente al bisturi.

Dr. Casimiro Simonetti
http://www.villastuart.it/i-nostri-medici/dottor-casimiro-simonetti?rq=simonetti