Contramal e Laroxyl
Gentili dottori,
sono un ragazzo che da 4 anni soffre di prostatite cronica, chiamata anche "sindrome da dolore pelvico cronico". Per questo mio problema questi anni ho consultato diversi specialisti urologi, eseguito numerose cure ma senza mai ottenere alcun risultato. Questa patologia pare sia incurabile dall'urologia moderna e a detta degli specialisti questa mia infiammazione si è ormai cronicizzata e ne avrei dovuto subire i sintomi per tutta la vita.
La mia situazione, all'inizio perlopiù sopportabile e altalenante, però nell'ultimo anno è peggiorata causandomi dolori pelvici continui e molto forti (oltre che i soliti disturbi urinari e anche sessuali) fino a rendermi la mia situazione molto difficile (sono un universitario e ho dovuto interrompere gli studi a causa di questo problema).
All'ultima visita che ho eseguito a fine settembre l'ultimo urologo consultato mi prescrisse, oltre la solita cura con supposte antiinfiammatorie e integratori, anche il laroxyl spiegando che è un farmaco antidepressivo ma efficace anche nelle situazioni di dolore cronico. Questo farmaco ho iniziato a prenderlo circa 1 mese fa alla dose di 4 gocce la sera, non notando però alcuna efficacia.
Al che, dopo una nuova forte riacutizzazione dei dolori durata diversi giorni mi rivolgo al mio medico di famiglia chiedendogli se potesse prescrivermi un antidolorifico, visto che i comuni Oki, Tachipirina o Brufen non sono mai stati efficaci. Dunque mi prescrive il Tramadolo (Contramal capsule da 50 mg) da prendere per 10 giorni 2 al di, e poi mi dice di aumentare il dosaggio del Laroxyl, 1 goccia ogni giorno, fino ad arrivare a 10 gocce la sera, dicendomi che 4 gocce era sottodosato. Qualche giorno fa sono arrivato a 7 gocce, avvertendo però una forte sonnolenza mattutina, difficoltà di concentrazione e un senso di pesantezza che mi dura tutto il giorno, e dunque non ho aumentato la dose.
Poi ho acquistato il Contramal e ho letto però che nel foglio illustrativo è scritto che non va assolutamente assunto insieme agli antidepressivi. Mi sono dunque rivolto al mio medico di famiglia per chiedergli se potessi assumere questi due farmaci insieme e lui mi ha tranquillizzato spiegandomi che sono farmaci spesso usati insieme nella terapia del dolore. Continuo però a non essere del tutto convinto.
In sintesi, dunque la mia domanda è: posso tranquillamente assumere questi due farmaci insieme (Laroxyl e Contramal) senza correre rischi?
sono un ragazzo che da 4 anni soffre di prostatite cronica, chiamata anche "sindrome da dolore pelvico cronico". Per questo mio problema questi anni ho consultato diversi specialisti urologi, eseguito numerose cure ma senza mai ottenere alcun risultato. Questa patologia pare sia incurabile dall'urologia moderna e a detta degli specialisti questa mia infiammazione si è ormai cronicizzata e ne avrei dovuto subire i sintomi per tutta la vita.
La mia situazione, all'inizio perlopiù sopportabile e altalenante, però nell'ultimo anno è peggiorata causandomi dolori pelvici continui e molto forti (oltre che i soliti disturbi urinari e anche sessuali) fino a rendermi la mia situazione molto difficile (sono un universitario e ho dovuto interrompere gli studi a causa di questo problema).
All'ultima visita che ho eseguito a fine settembre l'ultimo urologo consultato mi prescrisse, oltre la solita cura con supposte antiinfiammatorie e integratori, anche il laroxyl spiegando che è un farmaco antidepressivo ma efficace anche nelle situazioni di dolore cronico. Questo farmaco ho iniziato a prenderlo circa 1 mese fa alla dose di 4 gocce la sera, non notando però alcuna efficacia.
Al che, dopo una nuova forte riacutizzazione dei dolori durata diversi giorni mi rivolgo al mio medico di famiglia chiedendogli se potesse prescrivermi un antidolorifico, visto che i comuni Oki, Tachipirina o Brufen non sono mai stati efficaci. Dunque mi prescrive il Tramadolo (Contramal capsule da 50 mg) da prendere per 10 giorni 2 al di, e poi mi dice di aumentare il dosaggio del Laroxyl, 1 goccia ogni giorno, fino ad arrivare a 10 gocce la sera, dicendomi che 4 gocce era sottodosato. Qualche giorno fa sono arrivato a 7 gocce, avvertendo però una forte sonnolenza mattutina, difficoltà di concentrazione e un senso di pesantezza che mi dura tutto il giorno, e dunque non ho aumentato la dose.
Poi ho acquistato il Contramal e ho letto però che nel foglio illustrativo è scritto che non va assolutamente assunto insieme agli antidepressivi. Mi sono dunque rivolto al mio medico di famiglia per chiedergli se potessi assumere questi due farmaci insieme e lui mi ha tranquillizzato spiegandomi che sono farmaci spesso usati insieme nella terapia del dolore. Continuo però a non essere del tutto convinto.
In sintesi, dunque la mia domanda è: posso tranquillamente assumere questi due farmaci insieme (Laroxyl e Contramal) senza correre rischi?
[#1]
Buonasera a Lei.
Per chiarezza la sindrome di cui parla si chiama "sindrome da dolore cronico pelvico perineale".
Sovente riconosce un spina irritativa iniziale a livello dell'apparato genitale, urinario, del tratto retto/sfintere anale, del nervo pudendo ossia nelle principali strutture anatomiche contenute nello spazio pelvico-perineale.
Nel suo caso l'organo principalmente interessato sembrerebbe essere la prostata.
Circa la terapia della suddetta sindrome usualmente si usan un mix di farmaci: miorilassanti, anti dolore neuropatico, analgesici oppioidi (es: il Tramadolo) ed alle volte antidepressivi poichè molto spesso chi è afflitto da da dolore cronico nel tempo sviluppa dei vissuti depressivi.
La domanda che Lei formula "...posso tranquillamente assumere questi due farmaci insieme (Laroxyl e Contramal) senza correre rischi?..." ingenuamente formulata.
Ciò poichè non esistono farmaci singoli ed ancor più le loro associazioni di due o più farmaci ad essere assenti da rischi.
Se un farmaco è efficace avrà certamente la possibilità di produrre effetti avversi/collaterali.
Ciò è ancor più vero nelle associazioni farmacologiche.
Non esiste un farmaco o una associazione "sicura".
Il criterio è quello di valutare nell'ottica del trattamento di una patologia il rapporto rischio/beneficio.
Corretto quel che dice il suo medico "...lui mi ha tranquillizzato spiegandomi che sono farmaci spesso usati insieme nella terapia del dolore..." ma...
...ma non esiste una risposta netta/sicura, bianco/nero oppure si/no.
Chi sta trattando la sua sintomatologia dolorosa avrà ritenuto di ben valutare il suo caso poichè è molto probabile che non sia il primo caso che tratta come il suo.
Non saprei come e cosa altro risponderLe.
NB: Questo è un consulto a distanza e come tale non può sostituire una visita medica effettuata di persona nè lo studio della documentazione sanitaria già acquisita.
Cordialmente.
Per chiarezza la sindrome di cui parla si chiama "sindrome da dolore cronico pelvico perineale".
Sovente riconosce un spina irritativa iniziale a livello dell'apparato genitale, urinario, del tratto retto/sfintere anale, del nervo pudendo ossia nelle principali strutture anatomiche contenute nello spazio pelvico-perineale.
Nel suo caso l'organo principalmente interessato sembrerebbe essere la prostata.
Circa la terapia della suddetta sindrome usualmente si usan un mix di farmaci: miorilassanti, anti dolore neuropatico, analgesici oppioidi (es: il Tramadolo) ed alle volte antidepressivi poichè molto spesso chi è afflitto da da dolore cronico nel tempo sviluppa dei vissuti depressivi.
La domanda che Lei formula "...posso tranquillamente assumere questi due farmaci insieme (Laroxyl e Contramal) senza correre rischi?..." ingenuamente formulata.
Ciò poichè non esistono farmaci singoli ed ancor più le loro associazioni di due o più farmaci ad essere assenti da rischi.
Se un farmaco è efficace avrà certamente la possibilità di produrre effetti avversi/collaterali.
Ciò è ancor più vero nelle associazioni farmacologiche.
Non esiste un farmaco o una associazione "sicura".
Il criterio è quello di valutare nell'ottica del trattamento di una patologia il rapporto rischio/beneficio.
Corretto quel che dice il suo medico "...lui mi ha tranquillizzato spiegandomi che sono farmaci spesso usati insieme nella terapia del dolore..." ma...
...ma non esiste una risposta netta/sicura, bianco/nero oppure si/no.
Chi sta trattando la sua sintomatologia dolorosa avrà ritenuto di ben valutare il suo caso poichè è molto probabile che non sia il primo caso che tratta come il suo.
Non saprei come e cosa altro risponderLe.
NB: Questo è un consulto a distanza e come tale non può sostituire una visita medica effettuata di persona nè lo studio della documentazione sanitaria già acquisita.
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dottore,
inanzitutto la ringrazio per la risposta che mi ha chiarito efficacemente questo dubbio.
Per quanto riguarda il mio problema, ho perso tanto tempo a girovagare tra numerosi urologi che definirei pessimi. Alcuni che escludevano una prostatite, insistendo su esami batteriologici che risultavano sempre puntualmente negativi, un altro che attribuiva la sintomatologia a uno spasmo da ansia e somatizzazione, un altro che mi diagnosticò una prostatite, ma che oramai era diventata cronica e c'era "poco da fare".
Finchè l'ultimo specialista consultato a fine settembre (un urologo specializzato in questo tipo di sindromi) facendomi un'ecografia transrettale mi ha trovato la prostata molto infiammata e "vascolarizzata", confermando quindi che sia la prostata la causa del problema, anche se la mia sintomatologia può far sospettare anche un coinvolgimento nervoso secondario all'infiammazione prostatica.
Tuttavia mi ha anche però confermato che per questo problema, "prostatite cronica abatterica" o "sindrome del dolore pelvico cronico" che dir si voglia, non esiste una cura risolutiva certamente efficace.
Però da un anno a questa parte la mia qualità della vita è diventata pessima se non drammatica, I dolori che prima erano altalenanti e gestibili ora sono insopportabili tanto da farmi interrompere lo studio e impedirmi fortemente nella vita sociale e nelle atitivtà quotidiane.
Più che al perineo i miei dolori sono sopratutto localizzati al basso ventre e nell'area pubica, e si acutizzano spesso dopo la minzione e l'eiaculazione. La sensazione dei dolori varia spesso, a giorni un fastidio continuo e in altri delle fitte improvvise e taglienti.
Dunque, se a quanto pare la patologia in se non può essere risolta, ho pensato che non ci sia altra strada che quella di prendere dei farmaci che possano togliermi il dolore almeno quando è troppo forte, per permettermi di riprendere una vita quantomeno normale.
Ho aumentato questi giorni il Laroxyl a 10 gocce non notando però alcuna efficacia.
Se possibile vorrei approfittare della sua disponibilità per porle altre due domande:
1) Se vista la mia situazione, potesse essere opportuna una visita algologica da uno specialista del dolore, visti i fallimenti con gli urologi.
2) Se secondo la sua esperienza, (e considerato che come mi ha spiegato molto bene i farmaci hanno effetti collaterali e benefici) può essere fattibile una terapia di lunga durata con farmaci antidolorifici, visto che è ormai anni che soffro di questa patologia e presumo che ne soffrirò ancora per tanto tempo se non per tutta la vita.
La ringrazio per la disponibilità.
inanzitutto la ringrazio per la risposta che mi ha chiarito efficacemente questo dubbio.
Per quanto riguarda il mio problema, ho perso tanto tempo a girovagare tra numerosi urologi che definirei pessimi. Alcuni che escludevano una prostatite, insistendo su esami batteriologici che risultavano sempre puntualmente negativi, un altro che attribuiva la sintomatologia a uno spasmo da ansia e somatizzazione, un altro che mi diagnosticò una prostatite, ma che oramai era diventata cronica e c'era "poco da fare".
Finchè l'ultimo specialista consultato a fine settembre (un urologo specializzato in questo tipo di sindromi) facendomi un'ecografia transrettale mi ha trovato la prostata molto infiammata e "vascolarizzata", confermando quindi che sia la prostata la causa del problema, anche se la mia sintomatologia può far sospettare anche un coinvolgimento nervoso secondario all'infiammazione prostatica.
Tuttavia mi ha anche però confermato che per questo problema, "prostatite cronica abatterica" o "sindrome del dolore pelvico cronico" che dir si voglia, non esiste una cura risolutiva certamente efficace.
Però da un anno a questa parte la mia qualità della vita è diventata pessima se non drammatica, I dolori che prima erano altalenanti e gestibili ora sono insopportabili tanto da farmi interrompere lo studio e impedirmi fortemente nella vita sociale e nelle atitivtà quotidiane.
Più che al perineo i miei dolori sono sopratutto localizzati al basso ventre e nell'area pubica, e si acutizzano spesso dopo la minzione e l'eiaculazione. La sensazione dei dolori varia spesso, a giorni un fastidio continuo e in altri delle fitte improvvise e taglienti.
Dunque, se a quanto pare la patologia in se non può essere risolta, ho pensato che non ci sia altra strada che quella di prendere dei farmaci che possano togliermi il dolore almeno quando è troppo forte, per permettermi di riprendere una vita quantomeno normale.
Ho aumentato questi giorni il Laroxyl a 10 gocce non notando però alcuna efficacia.
Se possibile vorrei approfittare della sua disponibilità per porle altre due domande:
1) Se vista la mia situazione, potesse essere opportuna una visita algologica da uno specialista del dolore, visti i fallimenti con gli urologi.
2) Se secondo la sua esperienza, (e considerato che come mi ha spiegato molto bene i farmaci hanno effetti collaterali e benefici) può essere fattibile una terapia di lunga durata con farmaci antidolorifici, visto che è ormai anni che soffro di questa patologia e presumo che ne soffrirò ancora per tanto tempo se non per tutta la vita.
La ringrazio per la disponibilità.
[#3]
Buonasera a Lei,
per Suo caso è indicato un "Centro inter-disciplinare di Terapia del Dolore".
Il suo attuale trattamento mi sembra certamente migliorabile.
Ritengo che con l'aiuto di un team di Algologi (solitamente anestesisti e neurologi esperti in terapia del dolore) i suoi disturbi reegrediranno progressivamente.
Importante l'aspetto psicogeno.
In un buon centro di Terapia del Dolore solitamente operano psicoterapeuti "formati" per trattare paziente affetti da dolore cronico.
Cordialmente.
per Suo caso è indicato un "Centro inter-disciplinare di Terapia del Dolore".
Il suo attuale trattamento mi sembra certamente migliorabile.
Ritengo che con l'aiuto di un team di Algologi (solitamente anestesisti e neurologi esperti in terapia del dolore) i suoi disturbi reegrediranno progressivamente.
Importante l'aspetto psicogeno.
In un buon centro di Terapia del Dolore solitamente operano psicoterapeuti "formati" per trattare paziente affetti da dolore cronico.
Cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 18.2k visite dal 09/11/2017.
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Approfondimento su Prostatite
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