Pielocalicectasia congenita con idronefrosi

Salve, già da piccolo (circa 10 mesi) mi è stata diagnosticata una pielocalicectasia congenita al rene sx.

A 10 anni ho eseguito una scintigrafia con MAG3 che ha il seguente referto:
Rene destro:
Fase arteriosa nella norma.

Fase parenchimale nella norma.

Fase escretoria regolare il transito pielico, a 20 la percentuale di radioattività in ambito renale è pari al 39%.

Rene sinistro:
Fase arteriosa nella norma.

Fase parenchimale rene in sede, di forma conservata, di dimensioni relativamente aumentate, con distribuzione corticale sufficiente.

Fase escretoria rallentata con stasi di radiourina nella pelvi dilatata.
Andamento della curva evidenzia una ridotta pendenza del segmento relativo alla fase escretoria che non appare modificarsi dopo somministrazione di diuretico, eseguito a 17’ dall’inizio dell’esame.
A 20’ la percentuale di radioattività ritenuta in ambito renale è pari al 68%.

Una rilevazione statica planare eseguita circa 20’ dalla fine dell’esame, post-minzione evidenzia ancora ritenzione di radiourina nella pelvi sinistra dilatata.

Il valore globale dell’ERPF, calcolato in base all’età ed alla superficie corporea è nei limiti (407ml/min) con contributo funzionale del rene di destra del 51 % e del rene di sinistra 49%.

Conclusione: uropatia ostruttiva a sx, poco responsiva al stimolo diuretico.
Funzionalità parenchimale bilateralmente conservata.


Qualche giorno fa ho eseguito una nuova scintigrafia con MAG3, qui vi allego il referto:
Rene destro:
In sede di morfologia e dimensione conservate.
Intensa la captazione parenchimale del radiofarmaco e finemente disomogenea la sua distribuzione.
Conservato il tempo di transito parenchimale.
Regolare l’eliminazione del radiofarmaco, in assenza di significativa stasi calico-pielica.
La relativa curva nefrografica presenta andamento conservato nelle tre fasi.

Reme sinistro:
In sede di morfologia e dimensione conservate.
Intensa la captazione parenchimale del radiofarmaco e disomogenea la sua distribuzione per l’impronta della pelvi dilatata.
Nella norma il tempo di transito parenchimale.
Rallentata l’eliminazione del radiofarmaco con progressivo accumulo di radiourina a livello pielico, che si risolve in maniera pronta ma incompleta dopo somministrazione di furosemide ev.
La relativa curva nefrografica presenta fase parenchimale conservata e fase di eliminazione ad andamento a plateau, che si inverte dopo stimolo diuretico.

La capacità di uptake è pari al 51% a sinistra e a 49% a destra.
Buono il riempimento vescicale.

Conclusioni: capacità funzionale renale conservata bilateralmente.
Stati pielica sinistra solo parzialmente responsiva allo stimolo diuretico.

E' consigliabile un intervento?
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.9k 1.7k 19
Sarebbe utile anche una valutazione morfologica (ecografia, TAC) per valutare l'entità della dilatazione ed il grado di eventuale sofferenza del parenchima renale (assottigliamento). In genere si opera solo in presenza di disturbi o di evidenza di rapido peggioramento della dilatazione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Salve dott. Piana, qui vi allego tac recente:

Indagine eseguita senza e con mdc con studio URO-TAC, acquisizione volumetrica nei piani assiali e successive ricostruzioni MPR nei piani coronali.

Reni in sede bilateralmente, regolarmente posizionato a destra mal ruotato a sinistra con rotazione regolari per morfovolumetria e spessore della quota parenchimale in assenza di formazioni espansive solide e/o liquide.

Idronefrosi a sinistra di circa 4 cm sostenuta da stenosi pielo-uretrale con inginocchiamento e crossing-vessel al polo inferiore.

Regolare la capacità di concentrazione ed eliminazione di mdc da parte di entrambi i reni.

Non si rilevano aree di enhancement patologici nè difetti di riempimento di mdc a carico dei calici, bacinetti.

Ureteri e vescica, normalmente opacizzata ed a pareti regolari.

Cavità peritoneale libera da versamenti.

Non tumefazioni linfonodali degne di nota a sede retroperitoneale e addomino-pelvica.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.9k 1.7k 19
La situazione appare sostanzialmente stabile e se non vi sono sintomi, non si impone certamente un un intervento urgente. La correzione non migliorerebbe in modo significativo la funzione, ma certamente eviterebbe un eventuale peggioramento, che per ora non si è dimostrato in modo così evidente. Il bilancio è abbastanza fragile e dipende anche da elementi di giudizio che a distanza non possiamo conoscere, non ultima la sua attitudine psicologica.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#4]
Utente
Utente
La ringrazio molto dottore, quindi nel dubbio è meglio farla.
Un'ultima domanda, quest'anno dovrò fare un intervento con anestesia totale, potrebbe essere un problema per il rene?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.9k 1.7k 19
No.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Ok grazie ancora dottore è stato molto veloce, disponibile e chiaro.
buona giornata