Infezioni urinarie croniche: come riconoscere le riacutizzazioni?
Buona sera, scrivo per mio padre che da circa 20 anni soffre di infezione cronica da escherichia coli.
È stato in cura da diversi specialisti.
Nelle urine è sempre presente un alta carica di e.
Coli, si tratta ormai di un infezione cronica.
Risulta un soggetto asintomatico, ma almeno una volta all'anno si verificano fenomeni di riacutizzazione, con febbre molto alta e l'unico rimedio è un ciclo di antibiotici.
La febbre raggiunge valori molti alti arrivano anche a 40, e l unico modo per abbassarla è iniziare subito l assunzione dell antibiotico.
Il problema è che difficilmente riusciamo ad effettuare prima della somministrazione un esame delle urine, anche perché con o senza sintomi la carica batterica risulta sempre alta.
La mia domanda è, c'è per caso un modo per capire se l episodio febbrile è associato alla riacutizzazione dell' infezione per evitare di somministrare immediatamente l antibiotico?
Queste riacutizzazioni possono essere individuate con test autodiagnostici che rilevano un alterazione di qualche valore base delle urine?
Lo chiedo in quanto vorremmo evitare di somministrare antibiotici senza essere certi che la febbre sia causata da ciò nonostante gli specialisti siano stati tutti concordi con questa scelta.
È stato in cura da diversi specialisti.
Nelle urine è sempre presente un alta carica di e.
Coli, si tratta ormai di un infezione cronica.
Risulta un soggetto asintomatico, ma almeno una volta all'anno si verificano fenomeni di riacutizzazione, con febbre molto alta e l'unico rimedio è un ciclo di antibiotici.
La febbre raggiunge valori molti alti arrivano anche a 40, e l unico modo per abbassarla è iniziare subito l assunzione dell antibiotico.
Il problema è che difficilmente riusciamo ad effettuare prima della somministrazione un esame delle urine, anche perché con o senza sintomi la carica batterica risulta sempre alta.
La mia domanda è, c'è per caso un modo per capire se l episodio febbrile è associato alla riacutizzazione dell' infezione per evitare di somministrare immediatamente l antibiotico?
Queste riacutizzazioni possono essere individuate con test autodiagnostici che rilevano un alterazione di qualche valore base delle urine?
Lo chiedo in quanto vorremmo evitare di somministrare antibiotici senza essere certi che la febbre sia causata da ciò nonostante gli specialisti siano stati tutti concordi con questa scelta.
La febbre da infezione urinaria ha perlopiù dei caratteri particolari (insorgenza rapida, con brivido scuotente) che può farla differenziare ad esempo dall'ipetermia di una comune sindrome influenzale. Ciò premesso, non vi sono in effetti altri modi ragionevoli per prevedere l'episodio. Se le colture sono stabilmente positive, anche la loro frequante ripetizione non ci può dire molto di più.
Più in generale, trattandosi di batteri di indiscutibile origine intestinale, ci chiediamo se questo versante sia già stato sufficientemente indagato, sia dal punto di vista funzionale (gastro-enterologico) che negli importanti aspetti dietetico-nutrizionali. Questa situazione si presenterebbe idonea all'utilizzo del vaccino orale Uromune, purtroppo però non disponibile in Italia.
Più in generale, trattandosi di batteri di indiscutibile origine intestinale, ci chiediamo se questo versante sia già stato sufficientemente indagato, sia dal punto di vista funzionale (gastro-enterologico) che negli importanti aspetti dietetico-nutrizionali. Questa situazione si presenterebbe idonea all'utilizzo del vaccino orale Uromune, purtroppo però non disponibile in Italia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 370 visite dal 23/09/2025.
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