Incontinenza notturna atipica
Salve.
Scrivo per mia madre, 73 anni e autosufficiente, che da circa quindici mesi soffre di un'atipica - come l'ha definita l'urologo - e abbondante incontinenza notturna.
Nelle ore diurne non ha grossi problemi, comunque la situazione è gestibile per ora e lei non necessita di pannolone.
Dagli esami effettuati non è emerso nulla in particolare, ad eccezione di una pelvi renale dilatata di natura congenita che tuttavia non le ha mai creato problemi: non c'è alcun prolasso alla base, né infiammazioni o infezioni in corso.
L'ecografia, la cistoscopia e l'urodinamica non hanno rilevato nulla.
Il fatto strano è che, inizialmente, l'Ossibutinina ha avuto effetto per tre settimane, poi mia madre ha subìto uno stressante intervento di protesi all'anca e al ritorno dall'ospedale il problema si è ripresentato, peggiorato rispetto ai primi tempi.
La cura, da parte dell'urologo che la segue, è stato allora il Mictonorm e un altro farmaco di cui al momento non ricordo il nome, senza successo.
Il medico, a questo punto, ritiene che l'intervento sia l'unica possibile soluzione.
Nel frattempo, visti i problemi emotivi di mia madre - ansia e depressione - lo psichiatra ha ritenuto opportuno modificare la cura eliminando le Benzodiazepine, che a suo parere potrebbero aggravare l'incontinenza, sostituendole con Surmontil gocce e Zolpeduar.
Inizialmente si era visto un lieve miglioramento, tant'è che alcune notti non c'era affatto incontinenza, ma dopo che lo psichiatra ha modificato il dosaggio del Surmontil (ora 6 gocce la sera) nel tentativo di migliorare, la situazione è nuovamente peggiorata.
Siamo entrambe molto preoccupate, mia madre ed io, non riusciamo a capire quale sia la causa.
L'urologo non si è espresso in merito, mentre lo psichiatra è convinto che il problema sia di natura psicologica.
Premetto che mia madre prende altri farmaci, come il Pradaxa, il Letrix e la Cardioaspirina.
Possibile che l'intervento sia l'unica soluzione, malgrado l'assenza di prolasso?
L'urologo ci aveva parlato dell'inserimento di una fascetta, ma poi non avevamo approfondito.
Si tratta di un intervento che comporta particolari rischi o complicanze?
Quali sono i tempi approssimativi di degenza e di convalescenza?
Mi domando se non ci siano alternative valide alla chirurgia, altre strade da tentare.
Chiedo cortesemente se potete informarmi in proposito.
Un sentito "grazie" in anticipo a chi vorrà rispondermi.
Clara
Scrivo per mia madre, 73 anni e autosufficiente, che da circa quindici mesi soffre di un'atipica - come l'ha definita l'urologo - e abbondante incontinenza notturna.
Nelle ore diurne non ha grossi problemi, comunque la situazione è gestibile per ora e lei non necessita di pannolone.
Dagli esami effettuati non è emerso nulla in particolare, ad eccezione di una pelvi renale dilatata di natura congenita che tuttavia non le ha mai creato problemi: non c'è alcun prolasso alla base, né infiammazioni o infezioni in corso.
L'ecografia, la cistoscopia e l'urodinamica non hanno rilevato nulla.
Il fatto strano è che, inizialmente, l'Ossibutinina ha avuto effetto per tre settimane, poi mia madre ha subìto uno stressante intervento di protesi all'anca e al ritorno dall'ospedale il problema si è ripresentato, peggiorato rispetto ai primi tempi.
La cura, da parte dell'urologo che la segue, è stato allora il Mictonorm e un altro farmaco di cui al momento non ricordo il nome, senza successo.
Il medico, a questo punto, ritiene che l'intervento sia l'unica possibile soluzione.
Nel frattempo, visti i problemi emotivi di mia madre - ansia e depressione - lo psichiatra ha ritenuto opportuno modificare la cura eliminando le Benzodiazepine, che a suo parere potrebbero aggravare l'incontinenza, sostituendole con Surmontil gocce e Zolpeduar.
Inizialmente si era visto un lieve miglioramento, tant'è che alcune notti non c'era affatto incontinenza, ma dopo che lo psichiatra ha modificato il dosaggio del Surmontil (ora 6 gocce la sera) nel tentativo di migliorare, la situazione è nuovamente peggiorata.
Siamo entrambe molto preoccupate, mia madre ed io, non riusciamo a capire quale sia la causa.
L'urologo non si è espresso in merito, mentre lo psichiatra è convinto che il problema sia di natura psicologica.
Premetto che mia madre prende altri farmaci, come il Pradaxa, il Letrix e la Cardioaspirina.
Possibile che l'intervento sia l'unica soluzione, malgrado l'assenza di prolasso?
L'urologo ci aveva parlato dell'inserimento di una fascetta, ma poi non avevamo approfondito.
Si tratta di un intervento che comporta particolari rischi o complicanze?
Quali sono i tempi approssimativi di degenza e di convalescenza?
Mi domando se non ci siano alternative valide alla chirurgia, altre strade da tentare.
Chiedo cortesemente se potete informarmi in proposito.
Un sentito "grazie" in anticipo a chi vorrà rispondermi.
Clara
Se non vi è prolasso, ci è diffcile capire a quale tipo di intervento si darebbero le indicazioni. Senz'altro la situazione merita di essere oggettivata dal punto di vista funzionale con l'esecuzione di una indagine urodinamica, assolutamente indispensabile prima di qualsiasi inervento, posto che ve ne siano le reali indicazioni. A noi pare più verosimile che la causa dell'incontinenza stia negli effetti collaterali della terapia psico-farmacologica.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Buonasera dottore, come prima cosa la ringrazio della cortese risposta.
L'urodinamica è già stata fatta tre mesi fa e - come accennavo - non ha rilevato anomalie. Sono stati effettuati tutti gli esami possibili ed intendo precisare che mia madre è seguita dal Primario di Urologia dell'ospedale locale, il quale non è stato purtroppo in grado di risolvere la situazione.
Per quanto riguarda la terapia psico-farmacologica, voglio sottolineare che è stata modificata dallo psichiatra due mesi fa in seguito al peggioramento del problema e che, nel corso della suddetta terapia, sono stati riscontrati dei lievi miglioramenti, prima di un nuovo peggioramento.
A suo parere, in che modo occorre procedere a questo punto?
L'urodinamica è già stata fatta tre mesi fa e - come accennavo - non ha rilevato anomalie. Sono stati effettuati tutti gli esami possibili ed intendo precisare che mia madre è seguita dal Primario di Urologia dell'ospedale locale, il quale non è stato purtroppo in grado di risolvere la situazione.
Per quanto riguarda la terapia psico-farmacologica, voglio sottolineare che è stata modificata dallo psichiatra due mesi fa in seguito al peggioramento del problema e che, nel corso della suddetta terapia, sono stati riscontrati dei lievi miglioramenti, prima di un nuovo peggioramento.
A suo parere, in che modo occorre procedere a questo punto?
Non vi possono essere cause urologiche di una incontinenza unicamente notturna, se gli accertamenti non hanno rilevato alterazioni. Purtroppo è molto difficile trovare un compromesso fra la (indispensabile) terapia psico-farmacologica ed i suoi effetti collaterali
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Un accenno di incontinenza sta iniziando anche di giorno ma, come accennavo nel post, la situazione per ora è del tutto gestibile.
Lei ritiene che un intervento con fascia - credo che l'urologo alludesse allo Sling - possa risolvere in buona parte il problema, malgrado l'assenza di prolasso?
E qualora fosse più che altro un discorso di muscolatura, in tal caso quali suggerimenti si sentirebbe di elargire? Di nuovo grazie, Le auguro una buonissima domenica!!
Lei ritiene che un intervento con fascia - credo che l'urologo alludesse allo Sling - possa risolvere in buona parte il problema, malgrado l'assenza di prolasso?
E qualora fosse più che altro un discorso di muscolatura, in tal caso quali suggerimenti si sentirebbe di elargire? Di nuovo grazie, Le auguro una buonissima domenica!!
A distanza non abbiamo elementi sufficienti per esprimere un giudizio preciso. D'ogni modo, paradossalmente gli interventi di sbarramento uretrale (sling) si effettuano perlopiù in donne con incontinenza diurna da sforzo, le quali tipicamente non manifestano perdite durante il sonno, o comunque in posizione sdraiata.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 283 visite dal 04/10/2025.
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