L'esame è risultato positivo con una diagnosi di calcolo renale all'uretere sx del diametro di mm

In data 15 Aprile ho avuto una serie di coliche renali per cui, oltre a praticare la terapia èprevista, mi sono recato all'Ospedale per l'esecuzione di un'esame ecografico al rene. L'esame è risultato positivo con una diagnosi di calcolo renale all'uretere sx del diametro di mm.7 in regione sacrale. Ciò premesso, essendo il dolore ancora eccessivo, mi recavo presso altra struttura ospedaliera, reparto urologia, ove dopo consultazione con un medico, venivo ricoverato. Nel corso della degenza, durata 5 giorni venivano praticati gli esami radiografici,ecografici, TAC e analisi sangue e urine. Il quadro clinico confermava una infiammazione e ingrandimento dell'uretere sx nonchè la presenza del calcolo nel medesimo, all'altezza della regione sacrale. Mi veniva riferito che oltre alla cura cortisonica che mi è stata praticata per diminuire l'infiammazione, nulla si poteva fare se non bere molta acqua e attendere che il calcolo possa fuoriuscire da solo.
Chiedo a chi vorrà rispondermi, se ciò sia una normale procedura medica, se non poteva praticarsi una frantumazione del calcolo con gli ultrasuoni o se non si potesse eseguire una ureteroscopia e asportarlo.
E' possibile che un calcolo di quelle dimensioni giunga in vescica e fuoriesca dalla stessa solo con l'uso di acqua, non è troppo grande?
Attualmente, alla data odierna sono trascorsi 8 giorni ed il calcolo è ancora li senza che si sia mosso.
E' possibile che uno debba rimanere in attesa di questa "bomba a orologeria" che da un momento all'altro può procurare quell'acuto dolore che mal si sopporta?
C'è da dire che solitamente il dolore si manifesta nei momenti e nei luoghi più impensati, quando non si ha nemmeno la possibilità di praticare subito una cura antidolorifica.
Ringrazio chi mi fornirà una risposta.