Infezione persistente con complicazioni

Mio zio dell’età di 60 anni, in data 24/04/2008 ha avuto una forte infiammazione alle vie urinarie con conseguente febbre alta (38-40) e dolore molto pronunciato a tutte le giunture ossee dal torace ai piedi, ai polsi, alle mani, ginocchia, ecc. Il 3 maggio persistendo ancora la febbre alta, il bruciore alle vie urinarie e il dolore alle giunture, si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova Marche, dove gli hanno fatto le analisi di rito ed hanno trovato valori di infiammazione alla prostata molto alti e valori di glicemia sopra 300. Premesso mio zio soffre di obesità grave presenta prolasso addominale ha il dotto urinario capovolto e 3 anni fa è stato ricoverato nel reparto di urologia dello stesso ospedale per un’infiammazione urinaria.

Al pronto soccorso l’hanno trattato con soluzione fisiologica ed hanno cominciato la cura antibiotica con rochital 2 volte al giorno per indovena e antidolorifico. Per 3 giorni l’hanno tenuto in astanteria, hanno fatto un consulto con il diabetologo per i livelli glicemici. Il diabetologo ha parlato di scompensi metabolici ed ha prescritto 15unità di insulina a colazione, 15 a pranzo e 15 a cena. Martedì 06/05/2008 l’anno dimesso dicendo che l’emergenza dell’infezione era regredita con la cura antibiotica, la cura diabetica data, si consigliava solo di proseguire la cura a base di Augmentin 2 volte al giorno per 5 giorni.
Mio zio ha proseguito la cura a base di Augmentin, ma nel frattempo sono subentrati altri sintomi: ogni 2/3 giorni ha cominciato ad avere crisi di freddo con aumento della temperatura fino a 38° e forte tremore, il tutto della durata di 1 oretta circa poi pian piano il corpo ricomincia a scaldarsi, diminuisce il tremore e pian piano si abbassa la temperatura (valori glicemia da quando è uscito dall’ospedale, riducendo l’insulina e ora addirittura interrompendola compresi tra 94 e 120). Il medico di famiglia ha provato a sentire dei sui colleghi per un ricovero in urologia, ma gli hanno detto che mio zio non presenta l’esigenza di un ricovero e di proseguire almeno per un mese con gli antobiotici. Il medico dopo augmentin ha prescritto Levoxacin 500 1 volta al giorno x 5 giorni (niente crisi, niente febbre…) nel frattempo si sono infiammate le gambe ed è subentrata la flebite, ma fisicamente ha recuperato un po’ di forze, il medico curante ha prescritto una pomata per la flebite che si è ferita.
Dopo una settimana dal termine di Levoxacin sabato 24 è arrivata una crisi più forte delle altre, alle 10 del mattino febbre 39,5° con fortissimo tremore e vomito e dolori lancinanti alle ossa.
La guardia medica ha prescritto allora di nuovo l’antibiotico, alle 22 la febbre si è abbassata di nuovo. Per 4 giorni è stato di nuovo bene poi stanotte 28/05/2008 ha avuto di nuovo una crisi, forte tremore, febbre 37,2° perché sta sotto antibiotico e dopo 2 ore la situazione si è ristabilizzata. Solo non sappiamo più cosa fare: l’ospedale non lo ricovera, il medico curante gli ha fatto fare di nuovo le analisi ed ha richiesto una eco addominale, ma come è possibile che l’infezione non si riduca? non può mica proseguire con gli antibiotici a vita o non può mica vivere con l’ansia che torni un’altra crisi, per altro quando gli vengono le crisi il tremore ed i brividi sono talmente forti che da solo non può restare.
Vi prego di darmi qualche consiglio su cosa fare o da chi andare o su quali possano essere le cause di queste infezioni che anche 3 anni fa erano venute in questo periodo (mio zio ha sempre sofferto di allergie ai pollini, non può l’allergia questa una causa scatenante?)
Grazie dell’aiuto e scusate se ho scritto così tanto ma ho preferito essere dettagliata.
[#1]
Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Cara signora è piuttosto chiaro che la responsabilità maggiore di questa situazione settica sia da ascriversi allo scompenso metabolico indotto dal diabete. E' assolutamente fondamentale stabilizzare la condizione del diabete con un adeguato inquadramento specialistico per tenere più facilmente sotto controllo le infezioni urinarie frequenti. Sarebbe utile eseguire ciclicamente dei controlli di urinocoltura e di ecografia renale e vescicoprostatica sovrapubica con valutazione del residuo post minzionale (è plausibbile che il paziente non svuoti adeguatamente la sua vescica e che le infezioni urinarie siano dovute al ristagno prolungato delle urine e quindi alla loro fermentazione condizione tipica del soggetto diabetico scompensato).

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
La ringrazio molto, Dottore per la sua celere risposta.
Come è possibile che tutto sia scaturito dallo scompenso diabetico? mio zio non ha però mai sofferto di diabete, anche nel precedente ricovero, quello di 3 anni fa i suoi valori di glicemia erano corretti. Anche ora, senza prendere insulina, i suoi valori (lui ad ogni pasto continua a monitorare i valori di glicemia con stick) son tornati intorno ai 100 in maniera costante. Ora sta anche seguendo una dieta bilanciata, povera di sali, beve molta acqua ed urina anche molto, nel dotto ricurvo si forma però una specie di "renetta" che tende ad infettarsi gli hanno detto in ospedale.
[#3]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173 12
cara signora,
il diabete provoca anche un aumento di zuccheri nelle urine, favorendo pertanto la crescita batterica.
ovviamente il tutto è aggravato da un eventuale mal vuotamento vescicale.
Per tanto sarebbe indicata sia la valutazione metabolica ma anche una visita urologica con valutazione del residuo postminzionale

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

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