Recidiva biochimica dopo prostatectomia radicale

Ho 72 anni, sono stato operato di prostatectomia radicale nel 1998, con osa post operatorio 0,01 fino al 2008.Poi il psa è aumentato con un incremento di circa 0,10 ogni anno, fino agli attuali 0,47.Il mio urologo mi ha prospettato una cura a base di ormoni con effetti collaterali ed eventualmente successiva radioterapia o chemioterapia.Gradirei molto un suo gentile parere in merito. Grazie e cordiali saluti. Tomaciello Augusto.
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Buongiorno. Una recidiva biochimica così tardiva e con incremento così lento va inquadrata in una situazione a basso rischio. Per la definizione precisa del rischio sarebbe utile disporre di tutti i dati dell'esame istologico dopo prostatectomia radicale (in particolare la stadiazione patologica, il punteggio di Gleason, i margini chirurgici...). Se dall'esame istologico dovesse emergere un'escissione prostatica intracapsulare (anche limitata) si potrebbe addirittura pensare che la salita del PSA possa dipendere dalla presenza di tessuto prostatico non tumorale residuo che - dopo così tanti anni - sta semplicemente crescendo un pò. Se la salita del PSA dovesse invece dipendere da una recidiva tumorale allora si tratterebbe quasi sicuramente di una recidiva locale. In questo caso sarebbe da valutare la possibilità di eseguire una radioterapia di "salvataggio". Sembra invece prematura l'indicazione alla terapia ormonale (così come quella alla chemioterapia).
Cari saluti

Dr. Matteo Giglio
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Utente
Utente
Gentile Dr. Matteo
la ringrazio vivamente per la velocissima risposta e le trascrivo l'esito dell'esame istologico del 28-04 98.
Materiale inviato e notizie cliniche:
A)Linf.pelvici dx -B)Linf. pelvici sx -C) Blocco prostatico vescicolare

Reperto macroscopico:
C) Prostata e vescicola seminali del peso di gr.50. Al taglio è presente area compatta di circa 2 cm.in sede media posteriore del lobo destro
reperti C1) lobo dx x4, C2) Lobo sx x3; C3) Apice x2; C4) Vescicola seminale dx x1; C5) Vescicola seminale sx x1
Reperto microscopico e diagnosi: A) 1 linfonodo reattivo. B) 2 linfonodi reattivi
C1-3) Adenocarcinoma prostatico G2, tipo "acinare"(Gleason 3+4), con infiltrazione perineurale multifocale, associato a PIN ed alto grado (II - III).
Non evidente invasione extracapsulare. Margini di resezione indenni.
C4-C5)Vescicole seminali indenni.
STADIAZIONE pT NO Mx
Codici SNOMED: T9200 M-81403
FINE REFERTO
Grazie infinite e cordiali saluti (attendo una sua gentile risposta).
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Ho letto il referto istologico. Si conferma una situazione a basso rischio.
Il prossimo passo è valutare l'indicazione a una radioterapia di salvataggio, parlandone con Il Suo urologo e con lo specialista radioterapista. Non sembra al momento indicata la terapia ormonale.
Ancora buona giornata
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Utente
Utente
Mi è sembrato di capire (nella prima risposta) che il tessuto residuo potrebbe anche non essere tumorale. Se così fosse, si deve comunque fare il trattamento di radioterapia???

Grazie e cordiali saluti!!
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Non è facile dare una risposta certa alla Sua domanda. Anche facendo una risonanza magnetica multiparametrica della pelvi non so quanto sia possibile avere riscontri definitivi. Questo esame può comunque avere un senso nel Suo caso. In caso di esito dubbio conviene comunque considerare questa risalita del PSA come una recidiva locale e valutare pertanto l'indicazione alla radioterapia. Un saluto cordiale
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Utente
Utente
Una biopsia del tessuto residuo sarebbe possibile e utile???

Grazie ancora per la sua pazienza. (Penso sia l'ultima domanda).
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Se il risultato fosse positivo si, sarebbe utile e sapremmo con certezza di trovarci difronte a una recidiva locale. Il problema è capire dove si trova il tessuto residuo ! La biopsia del tessuto "peri-anastomotico" (guidata dall'ecografia) ha una sensibilità abbastanza bassa (soprattutto in presenza di valori bassi del PSA come in questo caso): un eventuale risultato negativo non consentirebbe di escludere con sicurezza la recidiva. Se la biopsia fosse guidata dalla risonanza magnetica (biopsia con tecnica "fusion") avrebbe una sensibilità maggiore ma comunque non pari al 100%.
Ancora saluti
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Utente
Utente
Egr.Dott.Matteo
la sua risposta mi suggerisce altre domande:1)Mi pare di capire che lei sia a favore di una radioterapia sia in caso di risultato positivo che negativo della biopsia guidata dall'ecografia, ma se il tessuto residuo non è localizzabile, è giustificabile la radioterapia che dovrebbe avere un obbiettivo ben localizzato e riconoscibile??? 2) Assumendo come ipotesi che il tessuto residuo sia sano e che continui a crescere, quanto tempo si potrà aspettare perchè sia rilevabile e sia analizzabile con biopsia, ovvero qual'è il valore di PSA limite oltre il quale si rischierebbe una metastasi??? 3) Se non si effettuasse nessun tipo di terapia, quali sarebbero le mie aspettative di vita in termini qualitativi e quantitativi???( so che lei non prevede il futuro ma potrebbe darmi dei valori ragionevoli con un ampio range tra il meglio e il peggio che può capitarmi, ipotizzando che non ho altri mali che mi affliggono se non questo di cui parliamo). Dico questo perchè ho vissuto da vicino il calvario di amici con problemi simili e non è mio desiderio allungare la mia vita e con essa le eventuali sofferenze. 4) Ho letto da qualche parte che ci sono nuovi farmaci contro i tumori che agiscono direttamente sulle difese immunitarie per rafforzarle e permettere loro di sconfiggere la malattia, gradirei se possibile una sua opinione al riguardo.
Grazie ancora per la sua attenzione. (se queste mie richieste dovessero portarle via tempo prezioso da dedicare a cose più importanti, la dispenso dal rispondermi). Grazie ancora e buon lavoro.
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
1) La radioterapia copre un' area abbastanza ampia e tale da essere sicuri di "colpire" un'eventuale recidiva LOCALE. Trovare all'interno di quest'area una lesione (della quale non conosciamo sede e grandezza) con un ago da biopsia è un altro discorso.
2) Più sale il PSA e più è probabile riuscire a identifcare la lesione (non c'è un valore soglia al di sopra del quale è sempre identificabile; e nemmeno un valore soglia che segnali la presenza di metastasi: esistono mille variabili ). La metodica più sensibile per trovare la lesione resta la risonanza magnetica mulitparametrica.
3) Anche in presenza di una recidiva locale di malattia è probabile che le cose possano procedere molto lentamente e magari non avere mai una manifestazione clinica. Di questo comunque non possiamo essere sicuri a priori e per questo motivo può essere prudente eseguire una radioterapia.
4) Non c'è NESSUN bisogno di altre terapie (soprattutto di terapie sistemiche). Il problema è locale e il trattamento deve essere LOCALE.

In conclusione Lei può seguire 2 strade:
1) radioterapia subito (e si toglie tutti i pensieri)
2) eseguire una risonanaz magnetica mp x capire se è visibile una lesione locale (la risonanza stessa può capire se il tessuto prostatico è benigno o meno ... nei casi dubbi serve per mirare un'eventuale biopsia). Se la RM non trova niente (evento possibile) saremmo comunque al punto di partenza ...

ancora Cari saluti
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Utente
Utente
Fare subito una radioterapia su una zona più estesa, rispetto ad un punto ben identificato, non comporta maggior danni collaterali al tessuto irradiato ???e con quali possibili conseguenze? Dico questo perché in passato ho lavorato per un'azienda produttrice di sistemi di misura industriali con sorgenti radioattive( cobalto, stronzio 90, Americo 241, cripton 85 e generat. RaggiX) dove si richiedeva particolare attenzione per i rischi di irradiazione e danni conseguenti. Mi scusi ancora per questa ulteriore puntualizzazione. La ringrazio per le sue tante risposte e precisazioni molto chiare e complete che mi hanno dato la possibilità di dissolvere i mie tanti tanti dubbi e permettermi di affrontare il mio problema con maggior consapevolezza.Grazie infinite e cordiali saluti.
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
La zona è quella standard. Quando si irradia la prostata ( o la sua loggia in caso di prostatectomia) la si irradia tutta (indipendentemente dalla sede precisa - presunta - del tumore). Il suo caso non sarebbe diverso da tutti gli altri. Gli effetti collaterali sono solitamente minimi. Ne parli con un radioterapista. Buona giornata
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Utente
Utente
Grazie ancora per la pazienza che ha avuto nel rispondere a tutte le mie domande. Buon lavoro e buon fine settimana.
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Di nulla. Ci tenga informati .. Buona giornata
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