Biopsia prostatica

Buongiorno,
in data 7/4 mi sono sottoposto a biopsia prostatica con tecnica "fusion" presso uno dei centri urologici di riferimento di Milano, la precedente risonanza multiparametrica aveva infatti individuato una piccola area di 6mm di significato dubbio (PIRADS 2/3) e la mia famigliarità positiva a K prostatico aveva suggerito di procedere comunque ad una verifica bioptica.
La biopsia ha fortunatamente dato esito negativo, ma purtroppo soffro ancora delle conseguenze della biopsia stessa.
La biopsia è stata eseguita in regime di day hospital apparentemente senza problemi e sono stato dimesso nel pomeriggio senza disturbi particolari, il giorno successivo tutto bene, verso sera la febbre è salita a circa 38° e la mattina successiva (quindi a circa 48 ore dalla biopsia) non riuscivo ad urinare. Contattato il medico mi sono recato in ospedale dove sono stato cateterizzato, terapia UROREC 8mg per 2 settimane più Nimesulide 1 bustina ogni 12 ore per 5gg e proseguimento terapia antibiotica. Il primo tentativo di rimozione del catetere avviene dopo 3gg ma senza successo, mi è infatti stato impossibile urinare. Viene quindi reinserito catetere (lattice), terapia UROREC 8mg per 3 settimane più proseguimento antibiotico per altri 2gg. Il nuovo tentativo di rimozione avviene dopo 1 settimana, apparentemente riesco ad urinare seppur con getto molto debole, l'RPM è trascurabile quindi vengo rimandato a casa, purtroppo però dalla sera ricomincio ad aver problemi (urino a getto intermittente e con molta fatica), dopo due giorni il medico mi suggerisce di ripresentarmi in ospedale per un controllo e l'eco segnala un RPM consistente (alla misura successiva 1300 cc) e viene quindi reinserito un catetere (silicone) per 10gg. Terapia CIPROXIN 1000RM per 10gg, prosecuzione UROREC, CURMANOX 2 cp/gg e prosecuzione Profluss (che prendo da 2 anni).
Al nuovo tentativo di rimozione nulla di fatto, non riesco minimamente ad urinare e viene quindi reinserito un catetere (silicone) per 2 settimane, terapia invariata. E siamo ad oggi, la nuova rimozione è infatti prevista per la prossima settimana.
Non vi nego la mia preoccupazione, so che la ritenzione urinaria è un possibile effetto collaterale (peraltro poco comune) della biopsia prostatica, ma è possibile che dopo un mese l'edema non si sia ancora risolto? E' possibile che la biopsia abbia creato danni irreversibili?
Per quanto riguarda la terapia sono sorpreso che non mi siano stati consigliati FANS o addirittura terapia cortisonica, cosa ne pensate?
Ultima domanda: nel malaugurato caso che anche la prossima rimozione non vada a buon fine cosa sarebbe opportuno fare? Ha senso mettere in preventivo un intervento TURP? Non è che possa tenere inserito un catetere a vita...

Vi ringrazio anticipatamente per ogni suggerimento vogliate darmi,

Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Non si tratta certo di "danni irreversibili" ma evidentemente dal punto di vista funzionale la situazione era già marginale, anche se in modo subdolo. Probabilmente è bastato quel po' di edema e congestione in più per rompere un equilibrio precario. Sono comunque solo ipotesi, non vi sono di fatto indagini tali da chiarire in modo inequivocalbile l'evoluzione dei fatti. In questi casi la terapia, al di là dell'alfa litico (nel suo caso la silodosina) è assolutamente empirica, molti prodotti potrebbero essere utilizzati, nessuno di questi con un razionale ben preciso. Tra questi l'estratto vegetale, che lei ci dice sta assumendo già da tempo.Ovviamente la soluzione è l'intervento disostruttivo, ma visto che verosimilmente non potrà essere effettuato in tempi brevisiimi (quantomeno nelle strutture pubbliche) è probabile che i nostri Colleghi che l'hanno in cura tireranno ancora fuori dal cappello qualche idea. Tenga comunque conto che in genere non si insiste oltre i tre tentativi falliti di ripresa della minzione spontanea.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana,
innanzitutto grazie per la velocissima risposta, non mi sono però chiare quali potrebbero essere le alternative che potrebbero uscire dal cappello dei medici curanti in attesa dell'eventuale intervento disostruttivo che, come lei fa notare, non può avvenire in tempi brevissimi. Io sarei già al quarto tentativo di ripresa spontanea della minzione, esauriti i tentativi che succede? Può fare qualche ipotesi seppur esemplificativa?

Grazie dell'attenzione,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Ne ha già scritto in parte anche lei: anti-infiammatori, cortisone, finasteride, dutasteride, altri integratori alimentari, ma nessuno di questi è sorretto da un preciso razionale.
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Utente
Utente
Grazie ancora dott. Piana,
chiarissimo l'approccio farmacologico, quello che non mi è chiaro è il che cosa accade dopo il terzo tentativo di ripresa spontanea della minzione andato a vuoto, dato che lei mi avvisa che normalmente non si insiste oltre il terzo tentativo...
Oppure intendeva dire che dopo il terzo tentativo "a vuoto" si cambia approccio farmacologico tentando una nuova strada seppur empirica?

Grazie ancora di tutto,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Dopo il terzo-quarto tentativo andato a vuoto si completa il percorso diagnostico, se necessario, e si avvia un percorso che porta ad un intervento disostruttivo.Nel suo caso la diagnosi ci pare già abbasanza evidente, talora si deve passare attraverso la valutazione urodinamica.
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Utente
Utente
Grazie dott. Piana,
ora mi è chiaro. Immagino che in attesa dell'eventuale intervento disostruttivo, che come lei ha giustamente fatto notare non può avvenire in empi brevissimi, venga mantenuta una cateterizzazione. Pur con tutti i rischi di infezione urinaria che questa comporta.
Corretto?

Ancora grazie per l'attenzione che mi ha dedicato,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Si tratta di un inevitabile compromesso, d'ogni modo le complicazioni serie del cateterismo vescicale sono oggi molto rare.
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Utente
Utente
Grazie dott. Piana,
approfitto della sua cortesia per cercare di capire come gestire al meglio le sacche di raccolta urina, sui cui nessuno mi ha dato indicazioni.
Ho letto qualcosa su internet quindi mi è chiara la differenza tra "sistema aperto" e "sistema chiuso", durante il giorno uso sacche "da coscia", le ho acquistate in farmacia e sono con valvola antireflusso e rubinetto di svuotamento ma sulla confezione sono definite non sterili e monouso. Attualmente ogni volta che è necessario svuotarle le sostituisco in toto (ovviamente curando l'igiene delle mani ed evitando di toccare i connettori di catetere e sacca) proprio perché sono definite "monouso". Mi è però venuto il dubbio che sarebbe meglio svuotarle dal rubinetto senza staccarle dal catetere (quindi come sistema chiuso) sostituendole solo una volta al giorno quando inserisco la sacca notturna. Ma a questo punto non sarebbero più monouso...
Secondo lei cosa sarebbe meglio fare per ridurre al minimo il rischio di infezioni?

Grazie ancora per l'attenzione
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
E' stato dimostrato che tutti i cateteri, già poche ore dopo l'inserimento hanno subito la colonizzazione batterica. Nella maggior parte dei casi questa non evolve in infezione sintomatica, indipendentemente dalle attenzioni riservate alla gestione dei presidi di raccolta delle urine. Questo per dire che le fini disquisizioni cui lei fa cenno lasciano sostanzialmente un po' il tempo che trovano. E' buona norma lavare il catetere durante l'igiene intima quotidiana, come se fosse esso stesso parte del corpo.
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Utente
Utente
Grazie dott. Piana,
Mi sembra quindi di capire che, nei fatti, non c'è differenza nei risultati dei "sistemi chiusi" rispetto a quelli "aperti", continuerò quindi a sostituire in toto le sacche monouso. Per quanto riguarda la pulizia del caretere già lavo 2 volte al giorno la parte visibile con acqua e sapone.
Vorrei farle un'ultima domanda, anche se mi rendo conto di chiederle di usare la sfera di cristallo: vista l'origine certamente traumatica dell'ostruzione quanto ritiene probabile (o improbabile) che col tempo l'edema si riassorba e la situazione torni ad essere quella pre-biopsia?
Alla RMN pre biopsia la prostata risultava avere un volume di 65cc, diametro longitudinale 52, trasverso 59 e antero posteriore di 41.

Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Non abbiamo una sfera di cristallo a portata di mano ... comunque "origine certamente traumatica" ci paiono parole un po' grosse per definire la situazione. Per quanto ne sappiamo, lei avrebbe potuto andare in ritenzione anche indipendentemente dalla biopsia, in quanto si tratta di una comune evoluzione di tutti gli ingrossamenti prostatici.
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Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana, ho usato il termine "origine certamente traumatica" perché non avendo mai avuto in passato alcuna difficoltà ad urinare ed essendo andato in ritenzione a meno di 48 ore dalla biopsia il nesso causa-effetto mi sembra decisamente significativo...
Ha già visto in passato casi simili al mio? Se sì, come si sono poi evoluti?
Non mi spaventa tanto l'intervento di disostruzione, quello che mi preoccupa è il periodo di attesa, nella sua esperienza in regime di solvenza quanto può essere lungo?

Grazie di tutto,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
In regime di solvenza c'è solo l'imbarazzo della scelta dell'operatore, i tempi non sono mai un problema. Spiace abbastanza dirlo, ma è questa la realtà.Situazioni come la sua non sono poi comunque così rare.
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Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana, a distanza di qualche giorno le scrivo nuovamente per togliermi un ulteriore dubbio/preoccupazione: come le avevo già accennato il secondo tentativo di rimozione del catetere sembrava andato a buon fine, salvo poi dover tornare in ospedale dopo 3 giorni per le forti difficoltà che avevo ad urinare. L'RPM misurato era 1300cc e quindi ero stato ri-cateterizzato (situazione che ad oggi perdura).
Questi 1300cc di urina sono stati quindi trattenuti in vescica per 2/3 giorni: è possibile che questa dilatazione abbia creato danni permanenti alla muscolatura/funzionalità della vescica o (come spero) l'intervallo è stato troppo breve per danneggiarla?
Mi scusi per le infinite domande, ma come avrà capito, questa situazione di ostruzione urinaria mi mette una certa ansia e non vedo l'ora di uscirne...

Grazie ancora dell'attenzione
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Certamente no, stia tranquillo.
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Utente
Utente
Grazie per la velocissima risposta, mi ha tolto una preoccupazione!
Giovedì tenteremo una nuova rimozione del catetere (la quarta), speriamo...

Nei giorni scorsi ho avuto sintomi di infiammazione nella zona interna anale con stimoli frequenti (anche se non imperiosi) ad evacuare (io normalmente sono regolarissimo) ma senza alcun sintomo di diarrea, di mia iniziativa ho assunto una bustina di Nimesulide ogni 12 ore che ha risolto rapidamente il problema. Credo quindi ci sia ancora uno stato infiammatorio nella zona interessata dalla biopsia.
Ho fatto bene ad assumere il Nimesulide? Posso/devo continuare per qualche giorno (ho iniziato ieri) ?

Grazie!
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Questo farmaco è efficace, ma non deve essere assunto per lunghi periodi, per i suoi considerevoli effetti collaterali per i quali ad esempio non ne è autorizzata la vendita negli Stati Uniti. Da preferire in linea di massima prodotti a più basso impatto, come il paracetamolo.
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Utente
Utente
Grazie dott. Piana, in effetti per contrastare dolori (mal di testa) o febbre uso sempre il paracetamolo che però, almeno per quanto ne so, non ha proprietà antinfiammatorie specifiche, quindi in questo caso, che ipotizzo sia dovuto ad una flogosi ancora presente nella zona interessata dalla biopsia, gli ho preferito il Nimesulide. Ho sbagliato?
Una terapia di 5gg può avere senso?

Grazie!
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Tutti i farmaci arrivano poco e male nella prostata, si sa. Diremmo non più di 5 gg comunque.
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Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana, volevo aggiornarla sulle evoluzioni: purtroppo anche il tentatativo di rimozione del catetere di giovedì è fallito (avevo il flusso urinario spontaneo ma era estremamente debole e dopo 2 ore già avevo un RPM di 400cc), quindi mi è stato riposizionato il quinto catetere. Il mio urologo curante si è detto molto sorpreso (testuali parole "non mi era mai capitato prima") e, per togliersi ogni eventuale dubbio sulla funzionalità della vescica (cosa che non le nego mi ha messo in ansia), mi ha prescritto un esame urodinamico completo che eseguirò martedi.
Spero che questo esame possa derimere definitivamente la causa di questo blocco, anche se viste le tempistiche del blocco (48 ore dalla biopsia) faccio fatica a pensare che la causa sia dovuta alla funzionalità vescicale. O almeno spero...
Lei cosa ne pensa?

Cordialmente,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
L'indagine urodinamica mette "nero su bianco" quanto clinicamente può essere solo sospettato. E' in effetti piuttosto difficile che invece di un'ostruzione si tratti di una scarsa contrazione vescicale, comunque è lecito voler oggettivare quanto più possibile.
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Utente
Utente
Grazie dottore, comprendo e condivido, ma il caso di un'ostruzione "permanente" a valle di una biopsia prostatica è un caso così eccezionale per non dire unico?

Grazie ancora di tutto,
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Diciamo infrequente, ma qualsiasi urologo non proprio di primo pelo certamente ne ricorda alcuni casi.
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Utente
Utente
Buongiorno dottore, volevo aggiornarla sulle ultime evoluzioni: l'esame urodinamico, come era ragionevole aspettarsi, è risultato nella norma (a parte ovviamente l'assenza di fase minzionale) quindi sono stato messo in lista per l'intervento disostruttivo.
Vista la dimensione relativamente ridotta della prostata (65cc con adenoma di 34cc che impronta il pavimento vescicale) mi sono state proposte 2 possibili alternative chirurgiche: Holep e Turp, dal punto di vista dei risultati clinici mi sono state descritte come equivalenti.
A me, leggendo le varie descrizioni e i risultati clinici, sembra di capire che la Holep sia meno "impattante" e quindi meglio tollerata.
Lei cosa mi suggerirebbe?
Preciso che l'intervento verrebbe fatto da due diversi chirurghi, ognuno dei quali specializzato nella specifica tecnica operatoria.

Grazie per ogni suggerimento vorrà darmi,

Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
L'efficacia disostruttiva ed i tempi di stabilizzazione sono praticamente identici ed indipendenti dalla tecnica adottata, soprattutto in prostate di medie dimensioni, come la sua. Con le metodiche laser (HOLEP, THULEP, laser "verde") in genere si riducono i tempi di cateterizzazione post operatora da 48 a 24 ore. Dobbiamo dire che per lei, cateterizzato da settimane, questa differenza è veramente minima. Pertanto la scelta è indifferente, lasceremmo alle preferenze del nostro Collega che si occuperà dell'intervento.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore, grazie per la sua risposta, come sempre rapida, cortese ed esaustiva.
Dopo qualche riflessione credo che opterò per la tecnica Holep in quanto dopo aver letto qualche pubblicazione a riguardo mi sembra di aver capito che (forse...) con la Holep le complicazioni peri/post operatorie sono minori come pure le percentuali di reintervento a distanza di anni.
Ma soprattutto perché il chirurgo che eseguirà l'intervento ha già fatto migliaia di interventi con questa metodica e questo è sicuramente un grande vantaggio dal punto di vista del risultato finale.
C'è però una domanda che mi assilla e che, non le nego, mi mette in ansia: dopo l'intervento sarò in grado di recuperare completamente la minzione spontanea?
Lei cosa ne pensa?

Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Posto che in medicina non vi è mai nulla di certo ... diremmo che le probabilità di una pronta ripresa della minzione spontanea siano molto elevate, anche perché l'indagine urodinamica non pare aver evidenziato problemi di contrazione della vescica.
Il gran numero di interventi eseguiti è sempre la miglior garanzia di riuscita di qualsiasi procedura operativa.
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Utente
Utente
Grazie dottore, sempre chiarissimo...
Nell'attesa dell'intervento, che dovrebbe avvenire nell'arco di un paio di settimane, mi suggerisce di iniziare una "ginnastica vescicale" collegando al catetere durante la giornata una valvola in modo da poter urinare solo quando sento lo stimolo oppure è meglio lasciare sempre collegata la sacca come faccio ora?
Di notte ovviamente lascerei collegata la sacca notturna aprendo la valvola.

Come sempre grazie...
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
L'efficacia di questa pratica non è mai stata dimostrata e può essere essa stessa causa di problemi. Il catetere è fatto per scaricare, volerlo tappare significa forzare la realtà. Glielo sconsigliamo.
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Utente
Utente
Va bene dottore, seguirò senz'altro il suo suggerimento e continuerò ad usare le sacche.

Grazie ancora di tutto, la terrò informata sulle evoluzioni (spero risolutive...).

Cordialmente,
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Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana,
Volevo aggiornarla sulle ultime evoluzioni di questa vicenda: giovedì scorso sono stato operato come previsto con metodica Holep, l'intervento è andato bene, effettivamente la regione cervico-uretrale risultava "essere ostruita da voluminosi lobi prostatici aggettanti nel lume dell'uretra prostatica", sono poi stato dimesso senza complicazioni il giorno successivo dopo verifica della ripresa della minzione spontanea.
A distanza di 5 giorni dall'intervento non ho disturbi particolari, assolutamente nessun dolore sin dal primo giorno, l'unico "fastidio" è il breve intervallo (circa 2 ore) tra due minzioni successive ma la cosa mi era già stata anticipata dal medico e comunque dovrebbe migliorare col tempo.
Ho un'unica perplessità: la forza del getto urinario è a mio parere discreta ma i primi 2 giorni dopo l'intervento era addirittura sensibilmente migliore, questo mi stupisce, mi sarei aspettato che allontanandosi dall'evento traumatico dell'intervento migliorasse col tempo e non viceversa... a suo parere è normale?

Apprifitto della sua disponibilità per fare un'altra domanda: nel consenso informato leggo che due possibili complicazioni post intervento sono la sclerosi del collo vescicale e la stenosi dell'uretra, definiti entrambi come "restringimenti tardivi". Quale è il senso di "tardivo" ? In altre parole a che distanza temporale dall'intervento possono manifestarsi?

Come sempre la ringrazio per l'attenzione che mi ha dedicato
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Nei primi 40 giorni circa dopo qualsiasi intervento disostruttivo prostatico, eseguito con qualsiasi tecnica, è inutile esprimere considerazioni di qualità od efficacia. La situazione va infatti normalizzandosi, ma è influenzada da un'infinità di fattori che possono condizionare il flusso, il colore dell'urina, la presenza di disturbi irritativi, addirittura una modesta incontinenza.
Le complicazioni che lei chiama "tardive" sono realisticamente molto rare e si manifestano non prima di alcuni mesi.
[#33]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana,
a distanza di circa 50 gg dall'intervento Holep volevo aggiornarla e chiederle un ulteriore parere.
Il flusso urinario è decisamente buono e l'intervallo tra le minzioni è tornato quasi alla normalità durante il giorno, un po' meno la notte in quanto sono costretto ad alzarmi un paio di volte. Tutto sommato credo di non potermi lamentare del decorso post operatorio...
Ieri però durante una minzione ho rilevato tracce di sangue nel getto iniziale dell'urina, alla minzione successiva erano diminuite ma comunque presenti (sempre nel getto iniziale), nelle minzioni seguenti erano sparite per ripresentarsi però in una minzione di oggi pomeriggio (di ritorno da una passeggiata in montagna neppure troppo impegnativa).
È un fenomeno normale? Può essere dovuto al fatto che nella prostata siano ancora presenti piccole "croste" che si stanno via via staccando?

Voglio specificare che la prima comparsa di ieri delle emazie è stata successiva ad un massaggio addominale che mi ha fatto un masso-fisioterapista, credo che la pressione esercitata sull'addome durante il massaggio abbia facilitato/provocato le piccole perdite di sangue... onestamente pensavo che dopo 50gg la cicatrizzazione fosse ormai completata.
Devo fare qualcosa? Cosa ne pensa?

Come sempre grazie per l'attenzione
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
La ragione è esattamente quella che lei ha ipotizzato, quindi stia sereno. Dovremmo,comunque essere nella fase terminale della stabilizzazione anatomica, invece dal punto di vista funzionale potrebbero manifestarsi degli ulteriori lievi miglioramenti nel corso dei prossimi mesi.
[#35]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana,
la ringrazio per la risposta come sempre puntuale, veloce e tranquillizzante.

Grazie ancora di tutto
[#36]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. Piana,
volevo approfittare ancora della sua gentilezza ed esperienza per chiederle un ulteriore parere: dopo l'intervento Holep mi è stato suggerito di evitare rapporti per almeno 4 settimane, cosa che ho puntualmente fatto. Ancora oggi però (e quindi a distanza di più di due mesi dall'intervento) ho due problemi:
- l'intensità dell'orgasmo è estremamente ridotta, direi appena percettibile
- nei giorni successivi al rapporto la frequenza minzionale torna ad essere molto ravvicinata come nel periodo appena successivo all'intervento, costringendomi ad alzarmi anche 4 volte per notte e devo ricorrere a qualche giorno di terapia con Aulin per riportare le cose alla normalità.

Volevo chiederle se questi disturbi sono normali/noti ed in particolare se l'intensità dell'orgasmo migliorerà col tempo e se l'influenza dei rapporti sulla frequenza minzionale sparirà.
Questo aumento della frequenza minzionale può essere causato da un'infiammazione alla prostata non ancora completamente risolta che si aggrava a causa dei rapporti? Oppure a che altro? Cosa mi suggerisce per ovviare al problema?

Come sempre grazie per l'attenzione
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
Diremmo che si tratti di manifstazioni ancora compatibili con questa fase del post intervento. ne parli comunque con il nostro Collega che l'ha operata al prossimo controllo.
[#38]
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Utente
Utente
Grazie dottore, il prossimo controllo è previsto per fine settembre, ne parlerò sicuramente con il Professore.

Ancora grazie

La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.

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