Il referto istologico della neoformazione vescicale asportata pone diagnosi

Salve, approfitto della Vs. disponibilità per chiedere spiegazioni in merito alla patologia di un mio familiare. Il referto istologico della neoformazione vescicale asportata pone diagnosi di carcinoma uroteliale ad alto grado, infiltrante (pT2), con invasione veno-linfatica presente. Ora è in lista per eseguire la cistectomia. Abbiamo capito che la situazione è grave e capisco che è difficile fare previsioni, tuttavia mi farebbe piacere sapere, in base alle Vostre esperienze, quale può essere la prognosi e se, secondo Voi, dovrà comunque sottoporsi a chemioterapia. Il paziente ha 75 anni, attualmente non assume terapie ed è in buone condizioni generali. Ancora una cosa: alla sua età potrà riuscire ad adattarsi alla neovescica (ammesso che durante l'intervento si possa optare per questa soluzione meno invalidante rispetto alla stomia).
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali Saluti
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Cara lettrice ,

oggi 75 anni, se ben portati, non è un'età "drammatica" e quindi bisogna seguire, senza inutili ansie, tutte le indicazioni e le decisioni terapeutiche che aspettano a questo punto solo al team urologico che sta seguendo in diretta e conosce in modo preciso e completo il quadro clinico del suo famigliare.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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Giovanni Beretta M.D.
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Utente
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Gentili Dottori,
avrei ancora una domanda da porre. Vorrei sapere se in questi casi c'è indicazione ad eseguire una Pet prima dell'intervento per escludere l'eventuale presenza di ripetizioni a distanza della neoplasia (dato che l'esame istologico ha segnalato "invasione veno-linfatica presente").
Grazie in anticipo.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Cara lettrice ,

la PET, eventualmente associata alla TAC , può essere un'indagine utile ad una migliore stadiazione del problema clinico da lei indicato.

La decisione ultima però, per dare questa indicazione, spetta sempre all'urologo che sta seguendo il suo famigliare.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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Utente
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Gentili Sig.ri Medici,
abbiamo avuto l'istologico post-intervento di cistecotmia e linfoadenectomia: si tratta di carcinoma uroteliale pT2b N1.
Desidererei chiederVi conferma del fatto che con questa diagnosi non occorre essere sottoposti a trattamento chemioterapico e vorrei indicazioni riguardo la prognosi e la sopravvivenza che possono aspettarsi i pazienti con questa diagnosi. Inoltre quali accorgimenti sono necessari per gestire al meglio la vescica ortotopica ileale.
Grazie mille per l'attenzione ed il tempo dedicatoci.

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore,

il carcinoma vescicale del suo famigliare è un tumore che sembra interessare anche la muscolatura della vescica e presenta solo una metastasi in un linfonodo.

Sulle indicazioni terapeutiche post-chirurgiche poi che avete ricevuto poco noi possiamo aggiungere non avendo purtroppo a disposizione tutti gli elementi clinici per una corretta e completa valutazione.

Infine sulla prognosi e le aspettative di vita del vostro famigliare, così come la "gestione" della vescica ortotopica ileale, sarà bene chiedere tutte le indicazioni in modo diretto all'urologo e/o al team che l'ha operato.

Un cordiale saluto.
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Utente
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Gentili Sigg. Medici,
salve, è passato un anno dall'intervento di cistecotmia radicale, e come prescritto dai curanti finora abbiamo eseguito un controllo con esami ematici a 3 mesi, una TC addome dopo 6 mesi (che ha dato esito negativo per lesioni ripetitive) e la scintigrafia total body, prescritta ad 1 anno, della quale abbiamo appena avuto il referto:
"maggior accumulo di radiocomposto in corrispondenza dell'articolazione sterno-claveare di sn. nulla da segnalare nei restanti segmenti ossei esaminati."
Il paziente sta bene, non lamenta disturbi nè dolori ossei.
Ha un appuntamento con l'oncologo per fine mese.
Nel frattempo Vi sarei davvero grata di qualche chiarimento relativo al referto della scintigrafia: il timore ovviamente è quello che si tratti di una metastasi...
Quindi insorgono tanti dubbi: forse dovevamo insistere perchè venisse fatta una PET prima...forse data la diagnosi istologica d'interessamento linfonoidale dovevano indirizzarci prima dall'oncologo...Perdonatemi lo sfogo, mi scuso, aspetto una risposta per la quale ringrazio.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Un maggior accumulo alla scintigrafia in corrispondenza di una articolazione non significa "tout-court" una metastasi.

Bisogna ora risentire il vostro urologo.