Cefalea tipi cause rimedi.

Cefalea: tipi comuni, sintomi e trattamenti

Revisione Scientifica:

a.ferraloro

Per cefalea si intendono tutte le forme di dolore che vengono comunemente definite "mal di testa". Le cefalee possono essere primarie (fra le quali l'emicrania) e secondarie: analizziamo le diverse caratteristiche di queste tipologie.

Cos'è la cefalea

Con il termine di cefalea (= mal di testa) si comprendono tutte le forme dolorose localizzate a livello della testa. Una prima grande distinzione classifica le cefalee in:

  • primarie quelle non causate da altre patologie, quindi senza una causa conosciuta;
  • secondarie, ossia sintomo di un'altra patologia.

Una seconda distinzione va fatta tra cefalea ed emicrania: per cefalea si intende qualsiasi mal di testa, l’emicrania invece è un tipo di cefalea primaria con determinate caratteristiche e relative terapie.

Per riconoscere e diagnosticare una cefalea è necessaria una visita neurologica accurata e con l'anamnesi, cioè il racconto del paziente. Ciò vale soprattutto per le cefalee primarie, mentre per le forme secondarie spesso ci aiutano gli esami diagnostici.

Forme di cefalea

Le forme di cefalea vengono suddivise in base alla Classificazione Internazionale in materia, ICHD-II del 2004 (International Classification of Headache Disorders, seconda edizione del 2004- International Headache Society-IHS).

Cefalee primarie

Le cefalee primarie più frequenti sono l’emicrania, che si può presentare nella forma con aura o senza aura, la cefalea di tipo tensivo e la cefalea a grappolo.

Emicrania senz'aura

L’emicrania senz’aura è una forma di cefalea primaria a genesi multifattoriale in cui fattori genetici interagiscono con fattori ambientali: infatti non è ereditaria, ma si manifesta una certa predisposizione alla malattia e spesso gli emicranici hanno altri familiari affetti.

Soggetti a rischio

La percentuale dei soggetti affetti (prevalenza) nei Paesi Occidentali varia tra il 4 e il 9,5% negli uomini, tra l'11 e il 25% nelle donne e circa il 3% nei bambini. L'età in cui si manifesta più frequentemente è tra i 20 e i 60 anni. Viene calcolato che ogni mille abitanti, ogni anno, ci siano 24 nuovi casi tra le donne e 6 negli uomini, pertanto è molto più frequente nelle donne.

Tipo di dolore

L'attacco di emicrania può insorgere in qualsiasi momento del giorno e della notte, ma è più frequentemente mattutino. In circa il 60% dei soggetti si manifestano sintomi premonitori, da qualche ora prima a qualche giorno prima (irritabilità, sonnolenza, euforia, difficoltà di concentrazione, apatia, ecc.). L'attacco emicranico può durare tra 4 e 72 ore (nei bambini il minimo è due ore) se non si assumono farmaci.

Nel 40% il dolore è unilaterale, nel 28% è bilaterale e nel rimanente 32% è variabile. In alcuni pazienti il dolore è sempre nello stesso lato, in altri può cambiare lato sia in attacchi diversi sia durante un singolo attacco. Il dolore generalmente è pulsante, a volte costrittivo e nella maggioranza dei casi costringe il paziente, a causa dell'entità, a sospendere l'attività che stava svolgendo ed in alcuni casi lo costringe al letto, al buio, evitando i rumori.

Al dolore si possono associare i cosiddetti "sintomi associati" i più frequenti dei quali sono fotofobia (80%), nausea (70%) e vomito (50%). Inoltre sono possibili fastidio ai rumori e ai suoni, lacrimazione, alternanza di caldo e freddo, senso di svenimento.

Per approfondire:Emicrania senz'aura

Emicrania con aura

L'emicrania con aura presenta alcuni sintomi particolari, preferibilmente prima dell’attacco emicranico, che vengono definiti “aura”.

L’aura è un fenomeno neurologico focale che può manifestarsi sotto diverse forme, le più frequenti sono:

  • l’aura visiva, che può manifestarsi sotto forma di linee a zig-zag, stelline, immagini scintillanti, flash luminosi, o più raramente con deficit della vista (emicrania oftalmica);
  • l'aura sensitiva si presenta con parestesie alla mano (97%), il braccio (78%), il volto e la lingua, più raramente le gambe e i piedi. È unilaterale nell’85% dei casi;
  • l’aura afasica si caratterizza per disturbi del linguaggio che possono consistere nella difficoltà ad articolare le parole, parafasia, difficoltà di comprensione.

Da studi recenti è emerso che l’aura più frequente è quella visiva (superiore al 92%) seguita da quella sensitiva (58%) e da quella afasica (34%).

La durata dell'aura è variabile, la maggioranza dura circa 20-30 minuti, ma può arrivare anche ad un'ora o più. Esistono comunque molte variabili rispetto a quanto detto che vengono definite "atipiche". Come complicanza rara, può manifestarsi una persistenza dell’aura anche per più di una settimana, definita “aura persistente”.

Soggetti a rischio

Rispetto a quella senz'aura, questa forma è meno frequente rappresentando il 15-18% dei pazienti emicranici. Anche qui la frequenza è maggiore nelle donne, 2-3 donne colpite per ogni maschio. Le età in cui si manifesta prevalentemente sono la seconda e terza decade di vita. Poi progressivamente la frequenza decresce, soprattutto negli uomini.

Tipo di dolore

Dopo la manifestazione dell'aura si scatena la cefalea che è di entità minore rispetto a quella senz'aura, è di tipo emicranico anche se esistono meno frequentemente forme di tipo non emicranico. La durata della cefalea in genere è minore di quella senz'aura.

Esistono poi delle aure senza cefalea in cui la sola manifestazione è l'aura e in questo caso a volte s'impone una diagnosi differenziale con alcune forme di epilessia, soprattutto occipitale.

Il decorso dell'emicrania con aura è irregolare e non prevedibile, nel senso che può presentarsi con elevata frequenza per un determinato tempo per poi cessare anche per anni e decenni e poi ripresentarsi nuovamente.

Per approfondire:Emicrania con aura

Cefalea tensiva

La cefalea tensiva è la forma più frequente di cefalea primaria che, in base alla frequenza, si distingue in:

  • episodica sporadica o infrequente (meno di 12 giorni all'anno, cioè un giorno al mese di media)
  • episodica frequente (più di 12 giorni all'anno o più di un episodio al mese per 3 mesi)
  • cronica (più di 15 episodi al mese da più tre mesi).

A volte è presente una dolorabilità pericranica, cioè sono presenti alcuni punti della testa che alla pressione delle dita suscitano dolore simile a quello di una contusione, di una botta. Questi punti vengono detti "pericranial tenderness".

Soggetti a rischio

La prevalenza della cefalea muscolo tensiva è del 69% negli uomini e dell’88% nelle donne.

Tipo di dolore

È caratterizzata generalmente da un dolore di tipo costrittivo o gravativo, come un cerchio, una fascia o un peso alla testa, bilaterale nel 90% dei casi, unilaterale nella restante parte. Nel 15-20% dei casi il dolore è pulsante. Come sintomi di accompagnamento sono spesso presenti stanchezza, difficoltà di concentrazione e di memoria, vertigini, disturbi del sonno e senso di malessere generale e indefinito.

Cefalea a grappolo

Per "grappolo" s'intende il raggruppamento degli attacchi di cefalea in un determinato periodo di tempo che può variare da una settimana a un anno. Tra un attacco e l'altro il paziente non avverte alcun dolore. La frequenza degli attacchi varia da uno ogni due giorni fino a 8 al giorno, più del 75% dei soggetti ha due attacchi al giorno, insorgono spesso alla stessa ora (frequente l'insorgenza alle ore 14 e alle 2 di notte).

Esistono due forme di cefalea a grappolo:

  • episodica (la più frequente, con incidenza del 90%) caratterizzata da due periodi di attacchi, grappoli, della durata tra sette giorni e un anno con remissioni superiori ad un mese
  • cronica, che dura più di un anno senza remissioni o con remissioni inferiori a un mese.

Tipo di dolore

Gli attacchi si manifestano con dolore molto intenso, forse tra i peggiori che si possano provare: trafittivo, a pugnalata, unilaterale, in sede orbitaria, sopra l'occhio e in regione temporale, al naso, alle regioni zigomatica e mascellare, persino all'orecchio. Dura tra un quarto d'ora e tre ore.

Segue quasi sempre almeno uno dei seguenti sintomi o segni, sempre dal lato del dolore: arrossamento della congiuntiva (iperemia), lacrimazione, rinorrea ("naso che cola"), gonfiore della palpebra (edema), abbassamento della palpebra (ptosi), riduzione del diametro della pupilla (miosi), arrossamento del viso e irrequietezza.

Soggetti a rischio

Questo tipo di cefalea è più frequente nel sesso maschile (70-90% contro il 10-30% nel sesso femminile).

Altre cefalee primarie

Si comprendono sotto questa dizione delle forme non rare come:

  • cefalea da tosse, scatenata in concomitanza con i colpi di tosse, dura da un secondo a 30 minuti;
  • cefalea primaria trafittiva, con fitte dolorose singole o in serie, con frequenza irregolare;
  • cefalea da attività fisica, cefalea che insorge dopo uno sforzo fisico, di regola pulsante, con durata da 5 minuti a 48 ore;
  • cefalea da attività sessuale: nella forma preorgasmica si presenta con dolore sordo alla testa e al collo e aumenta con l'eccitazione sessuale; nella forma orgasmica il dolore è esplosivo con inizio durante l'orgasmo;
  • cefalea ipnica, più rara delle altre che si manifesta soltanto durante il sonno la cui insorgenza è dopo i 50 anni, frequenza almeno 15 volte al mese e dura almeno 15 minuti dopo il risveglio;
  • cefalea a rombo di tuono, con dolore esplosivo e intenso, inaspettato.

Per approfondire:Quando l'orgasmo provoca il mal di testa

Cefalee secondarie

Le cefalee secondarie rappresentano un sintomo di altre condizioni, come lesioni endocraniche, problemi ai denti e ai seni paranasali oppure conseguenza di gravi patologie come meningite o tumori.

Cefalee attribuite a trauma cranico e/o cervicale

La cefalea post-traumatica insorge, solitamente entro 7 giorni, in seguito a un trauma alla testa o al tratto cervicale della colonna vertebrale. Può essere acuta (che si risolve entro tre mesi dal trauma) oppure cronica (dopo tre mesi).

Il trauma può essere moderato/severo con perdita di coscienza o lieve e senza perdita di coscienza.

I sintomi più frequenti sono cefalea e vertigini a cui possono associarsi depressione dell'umore, deficit di attenzione e concentrazione.

Cefalea attribuita a disturbi vascolari cranici o cervicali

Nell'ambito di questo gruppo tra le più frequenti cefalee ricordiamo:

  • quelle da ictus cerebrale ischemico e da Attacco Ischemico Transitorio (TIA) che devono insorgere in stretta correlazione temporale all'evento ischemico;
  • Le cefalee da emorragia intracerebrale e subaracnoidea;
  • da aneurisma non rotto;
  • da malformazione artero-venosa (MAV);
  • da angioma cavernoso, da arteriti (arterite di Horton);
  • da dissecazione della carotide;
  • trombosi venosa cerebrale.

Cefalea da disturbi cranici non vascolari

Rientrano in questo gruppo le cefalee da ipertensione liquorale e da ipotensione liquorale, da patologie infiammatorie non infettive, da neoplasie cerebrali, da crisi epilettica (cefalea post-critica), da malformazione di Chiari, post puntura lombare.

Nevralgie

Un’ulteriore forma di mal di testa deriva dai dolori facciali e dall’infiammazione dei nervi cranici. In particolare, quella che interessa le terminazioni del volto è la nevralgia del trigemino, in particolare nelle donne e dopo i 40 anni.

Cause delle cefalee

Le cause delle cefalee possono essere di vario tipo a seconda della forma di mal di testa.

Cefalee primarie: cause

Cefalea di tipo tensivo ed emicrania sono spesso frammiste fra di loro.

Le cause non sono del tutto note, ma sono riconosciuti numerosi fattori scatenanti quali:

  • fattori ormonali (per es. ciclo mestruale, assunzione di farmaci)
  • fattori alimentari (per es. cioccolato, alcolici, formaggi)
  • fattori fisici come stress, stimoli olfattivi, perdita di sonno, postura scorretta, stati depressivi, variazioni meteorologiche.

In caso di emicrania senz'aura le cause principali sono quelle ormonali: spesso gli attacchi si presentano nel periodo mestruale o con l'utilizzo di anticoncezionali orali. La menopausa e la gravidanza generalmente riducono gli attacchi.

Nella cefaelea a grappolo tra i fattori scatenanti possono esserci gli alcolici (in particolare il vino rosso), il fumo di sigarette, stress, attacchi d'ira, alcuni farmaci vasodilatatori come la nitroglicerina e recentemente è chiamato in causa il sildenafil (viagra).

Cefalee secondarie: cause

Oltre alle cause che determinano le forme più diffuse di cefalea secondaria (traumi, disturbi vascolari e non), i fattori che possono portare a questo tipo di mal di testa sono:

  • Utilizzo o sospensione di sostanze (farmaci, estrogeni, caffeina, cannabis)
  • Infezioni (meningite, encefalite, AIDS, cefalea cronica post-infettiva, ascesso cerebrale)
  • Disturbi dell’omeostasi (altitudine, subacquei, apnee del sonno, ipertensione, dialisi, ipotiroidismo, digiuno, ischemia)
  • Dolori facciali attribuiti a disturbi di occhi, orecchio, naso e seni paranasali (es. sinusiti), si parla di cefalea oftalmica
  • Disturbi del collo. Molti problemi del rachide cervicale possono causare una cefalea che viene detta “cefalea cervicogenica” (fattori precipitanti sono i traumi cranici e le posture viziate e prolungate).
  • Disturbi dei denti e della bocca: malocclusioni dentarie, patologie dell’articolazione temporo-mandibolare e dei muscoli masticatori (bruxismo).
  • Disturbi psichiatrici, come psicosi, somatizzazione, depressione.
  • Vari disturbi, per es. nella celiachia, nella sindrome dell’intestino irritabile, allergie o intolleranze alimentari, ecc.

Per approfondire:Emicrania e ciclo mestruale: cosa fare?

Rimedi e terapie per la cefalea

Le cefalee rappresentano un gruppo di patologie molto eterogenee tra di loro il cui approccio specialistico è indispensabile per avere una corretta diagnosi e quindi un’adeguata terapia.

Emicrania con e senza aura

In caso di emicrania la terapia è rivolta sia a stroncare gli attacchi che a prevenirli.

I farmaci utilizzati per l'attacco emicranico comprendono i triptani ed i FANS che sono oggi le due classi maggiormente utilizzate, mentre gli ergot-derivati usati in un recente passato tendono ad essere abbandonati per la presenza di importanti effetti collaterali.

Quando gli attacchi emicranici si presentano con frequenza di 3 o più al mese si preferiscono farmaci di prevenzione. Tra questi ricordiamo alcuni antiepilettici, betabloccanti, calcio-antagonisti, antagonisti serotoninergici e inibitori della ricaptazione della serotonina.

Cefalea tensiva

Anche nella cefalea di tipo tensivo si utilizzano farmaci per stroncare l'attacco e farmaci di prevenzione. Bisogna dire però che le forme di cefalea di lieve entità non necessitano di trattamento, riservato invece alle forme più impegnative. I farmaci più utilizzati sono i FANS di cui però non si deve fare abuso, sia per gli effetti collaterali sia per evitare l'assuefazione e la possibilità che hanno di causare cefalee da uso cronico.

La terapia di prevenzione può essere farmacologica e non farmacologica. La prima comprende i triciclici (amitriptilina, imipramina e clomipramina). Tra questi la più efficace è l'amitriptilina. Un'altra categoria di farmaci utilizzati negli ultimi anni sono gli SSRI. Anche i miorilassanti e le benzodiazepine (soprattutto i primi) trovano impiego in alcuni casi.

Cefalea a grappolo

La terapia della cefalea a grappolo con i farmaci è mirata soprattutto a stroncare l'attacco acuto: il farmaco di prima scelta è il sumatriptan iniettato per via sottocutanea. Efficace pare essere pure lo zolmitriptan spray nasale. Efficace anche l'ossigeno al 100% somministrato tramite maschera facciale soprattutto nei casi di intensità media-lieve. Scarsamente efficaci si sono dimostrati gli analgesici comunemente utilizzati per l'emicrania.

Particolarmente importante è la terapia di profilassi che mira alla remissione del grappolo: deve essere protratta per almeno due settimane-un mese dopo la remissione completa del grappolo e ridotta poi con gradualità. Il farmaco di elezione nella profilassi è considerato il verapamil (controindicazioni sono l'insufficienza cardiaca e il blocco di conduzione. Altri farmaci efficaci sono il litio, gli steroidi (prednisone, desametazone, ecc.). Altri farmaci potenzialmente efficaci nella prevenzione sono la metisergide, l'ergotamina, il topiramato, il valproato, il pizotifene ed altri in fase di studio.

Cefalea secondaria da trauma cranico

La terapia si avvale dei comuni analgesici e FANS, miorilassanti periferici, antidepressivi triciclici e SSRI. Anche una terapia di profilassi è molto utile nelle forme croniche e nelle cefalee con crisi frequenti.

Trattamento non farmacologico

In modo particolare nella cefalea di tipo tensivo, ma anche nell’emicrania, si ricorre largamente a trattamenti adiuvanti non-farmacologici che spesso danno buoni risultati in termini di efficacia:

  • Training di rilassamento
  • Biofeedback training (mezzo di trattamento di tipo cognitivo)
  • Terapia cognitivo-comportamentale
  • Agopuntura
  • TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation)
  • Laser-terapia.

Trattamento chirurgico

La terapia chirurgica è riservata esclusivamente ai casi altamente selezionati in cui il paziente non risponde alla terapia farmacologica, anche in combinazione di più farmaci, e alle forme croniche. In particolare, viene consigliata nelle cefalee secondarie riconducibili a cause strutturali ben identificata dal neuro-imaging (tumori endocranici, ascessi encefalici, idrocefalo, ematoma sub-durale, etc.), ma anche per i dolori facciali non idiopatici o per i quali la terapia medica sia risultata inefficace.

Per approfondire:Cefalea: classificazione dei mal di testa - infografica

Domande e risposte su cefalea ed emicrania

Gli alimenti possono scatenare cefalea?

Sì, alcuni alimenti possono scatenare cefalee.

In caso di mal di testa come deve comportarsi il paziente?

Quando un mal di testa è di recente insorgenza, cioè il paziente non ha mai sofferto, è corretto rivolgersi al medico curante o al neurologo.

Chi è lo specialista competente per le cefalee?

Il neurologo. Questi poi, in caso di cefalea secondaria dovuta ad altre patologie, potrebbe indirizzare il paziente verso lo specialista di competenza.

L'emicrania può essere scatenata da eccessiva tensione emotiva e fatica?

Certamente, può essere un fattore scatenante ma in un soggetto già predisposto all'emicrania.

L'emicrania può essere associata all'uso di contraccettivi orali?

Sì, in alcune donne l'uso della pillola può scatenare emicrania, come anche la sua sospensione.

Esiste una relazione tra emicrania e ciclo mestruale?

Certamente, spesso l'emicrania si scatena durante il ciclo o nei giorni precedenti o seguenti.

È vero che l'abuso di antidolorifici può peggiorare l'emicrania?

Sì, l'abuso di FANS, analgesici, e triptani non solo può peggiorare l'emicrania ma la può fare anche cronicizzare (a parte gli effetti collaterali propri di ciascuno di questi farmaci).

Le donne con emicrania con aura hanno un maggiore rischio di eventi vascolari cerebrali acuti?

Sì, ma se assumono anticoncezionali orali e fumano sigarette, pertanto si consiglia di evitare questi due fattori di rischio.

È vero che un'aura può provocare disturbi del linguaggio?

Sì, ma solo di breve durata 20-30 minuti o poco più.

La TC cranica e la RM encefalica sono indispensabili per diagnosticare una cefalea?

Soltanto per alcune forme secondarie o quando ci sono dei dubbi diagnostici si possono prescrivere per escludere altre patologie di base.

L'Elettroencefalogramma è utile per diagnosticare una cefalea?

No, non presenta nessuna utilità.

Le cefalee in genere e l'emicrania in particolare sono curabili?

La stragrande maggioranza delle cefalee e delle emicranie è curabile con farmaci di prevenzione (che non sono antidolorifici!) una volta fatta una corretta diagnosi ed individuato il farmaco adatto. A volte è necessario, prima di avere dei benefici significativi, provare più farmaci se i primi si sono dimostrati inefficaci.

Esiste una ereditarietà per l'emicrania?

Una ereditarietà no ma una predisposizione familiare sì.

Un attacco violento di emicrania può provocare una paralisi facciale?

No, sono due patologie indipendenti.

Le cefalee interessano anche i bambini?

Sì, infatti negli ultimi anni l'età di esordio di alcune cefalee è diminuita interessando frequentemente l'età infantile e adolescenziale. Le forme più comuni sono l'emicrania senz'aura e la cefalea di tipo tensivo.

L'uso di sostanze può provocare cefalea?

Sì, soprattutto l'uso di cocaina e di cannabis, così come la loro sospensione.

Nella terapia dell'emicrania mestruale è possibile fare prevenzione?

Certamente sì, soprattutto se il ciclo è regolare si può attuare una miniprofilassi di circa 7-10 giorni.

Una crisi epilettica può causare cefalea?

Sì, oltre il 50% di chi soffre di epilessia può presentare una cefalea che è definita cefalea post-ictale o post-critica, può insorgere entro tre ore dalla crisi epilettica e si risolve entro 72 ore dalla crisi stessa.

Data pubblicazione: 29 agosto 2013 Ultimo aggiornamento: 02 dicembre 2021

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Autore

a.ferraloro
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso università Messina.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Messina tesserino n° 9094.

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