Maculopatia cura

Gent/mo

Ho 60 anni ... nel 2002 mi fu riscontrato da una visita oculistica RETINOPATIA DIABETICA PROLIF. DI TIPO II > Vorrei cortesemente delle info su nuove tecniche di iniezioni ( AVASTIN ) INTROVITREALI x la cura della maculopatia degenerativa .... quali effetti collaterali possono intervenire , dovendo sottopormi a tale intervento ? <<

cordialmente ringrazio

Michele
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Dr. Antonio Pascotto Oculista 3k 84 138
Caro utente di Salerno,

Direi che Lei capita... a fagiolo! Proprio 10 minuti fa ho terminato la mia relazione che dovrò presentare fra dieci giorni al nostro Congresso Nazionale quindi... mi trova particolarmente preparato!

Gli effetti collaterali "citati" nei nostri lavori sono:
- glaucoma
- cataratta
- distacco di retina
- endoftalmite

Ma tali effetti, dal punto di vista statistico, sono ESTREMAMENTE RARI, specie ora che le tecniche si sono affinate (materiali sterili, giusto dosaggio, ecc.).

In oltre il 90 per cento dei casi si assiste ad una stabilizzazione del processo degenerativo retinico (almeno nelle prime settimane) e, in circa il 60 per cento dei casi, si nota un significativo miglioramento dell'acutezza visiva.

In conclusione, Le consiglierei di sottoporsi al trattamento in assoluta tranquillità perché possa anche Lei beneficiare dei rusultati.

Troverà altre informazioni al link: www.oculisticapascotto.com/01/index.php?section=46

In bocca al lupo!

Dottor Antonio Pascotto
Tel. 081 554 2792
www.oculisticapascotto.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente

Gent/mo DR. Pascotto >> GLI ANGELI ESISTONO NELL'IMMENSITA' CELESTE MA ANCHE SULLA TERRA <<
La ringrazio della risposta mi sento fiducioso quasi euforico qsr sono belle notizie specie x chi vive tali realtà di sofferenza .

cordialmente La ringrazio
[#3]
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
CARO MICHELE,
mi permetto allegarle un MININFORMA presente su questo SITO
parliamo di tutte e tre le molecole Impiegabili,
oltre quella da Lei citata che al momento e' ancora OFF LABEL.
I farmaci antiangiogenetici sono i farmaci più utilizzati per via intravitreale.
La somministrazione per via intravitreale consente l’impiego efficace di concentrazioni minime di antiangiogenetici con significativa riduzione dei gravi effetti collaterali sistemici tipici della somministrazione per via parenterale di questi farmaci.

L’angiogenesi rappresenta un ciclo che porta alla neoformazione di vasi sanguigni anomali a partire da quelli già esistenti, è una tappa di fondamentale importanza in molti processi fisiologici e patologici .

Il core dell’angiogenesi è custodito nella cellula endoteliale che prolifera e si differenzia sotto l’azione regolatoria del Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) che è il principale induttore diretto dell’angiogenesi insieme ad altri cofattori di crescita solubili alcuni dei quali hanno effetti biologici ancora poco chiari.

La comunità scientifica internazionale ha accettato il ruolo fondamentale dell’ipossia nello starting dell’angiogenesi patologica che si verifica nelle malattie retino-vascolari associate a non perfusione capillare ed ischemia.
Michelson già nel 1948 valutò la possibilità che un fattore rilasciato da aree retiniche ischemiche potesse essere alla base dello sviluppo di neovascolarizzazioni intraoculari.
Oggi la ricerca clinica ha identificato numerosi fattori correlati al controllo dell’angiogenesi (equilibrio dinamico tra fattori endogeni positivi pro-angiogenici e fattori endogeni negativi anti-angiogenici).

Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF)
Il VEGF, conosciuto anche come VEGF-A ha un ruolo fondamentale nel controllo dell’angiogenesi fisiologica e patologica. Inizialmente fu scoperto come fattore di permeabilità vascolare, ma studi recenti hanno evidenziato lo stimolo angiogenico come fattore mitogeno specifico per le cellule endoteliali.
Dal punto di vista biochimico, è una proteina glicosilata dimerica a basso peso molecolare (36-46 KD).

Nell’uomo sono state isolate diverse isoforme di VEGF,la specie molecolare che stimola la crescita di neovasi oculari patologici è la VEGF165 che si presenta come una glicoproteina con elevata affinità per l’eparina.
Nella retina, studi in vitro hanno dimostrato che il VEGF può essere secreto da diverse tipi di cellule retiniche come le cellule dell’EPR, i periciti, gli astrociti, le cellule di Muller e le cellule endoteliali.
Oggi abbiamo una migliore comprensione del ruolo fondamentale che ha il VEGF-A nello sviluppo dell’angiogenesi patologica in alcune malattie retiniche caratterizzate da neovascolarizzazione intraoculare e nella patogenesi dell’iperpermeabilità endoteliale associata con l’accumulo di fluido intra e sottoretinico tipico delle malattie vascolari retiniche caratterizzate da edema ed essudazione che spesso interessano la regione maculare e comportano una riduzione globale delle funzioni visive centrali.

Le retinopatie ischemiche e quelle essudative generalmente condividono diversi patterns clinici ed angiografici come essudati, rarefazione della rete capillare retinica tipica delle aree ischemiche di non perfusione, dilatazioni microaneurismatiche, teleangiectasie microvascolari, neovascolarizzazione retinica e/o del disco ottico, emorragie retiniche e/o endovitreali, vasi retinici iperpermeabili con essudazione e precipitati lipidici intraretinici, neovascolarizzazione del segmento anteriore.
Farmaci anti VEGF sono:
- Bevacizumab ovvero un anticorpo monoclonale umanizzato anti-VEGF, prodotto mediante la tecnica del DNA ricombinante, che ha dimostrato di possedere spiccate attività antiangiogeniche/antiedemigene e di arrestare la genesi vascolare della malattia.

- Pegaptanib sodico: è fornito come soluzione acquosa senza conservanti contenente pegaptanib sodico alla concentrazione di 0.3 mg/100µL, in siringa sterile monouso di 1 ml del tipo USP I con ago da 27 gauge, iniettando 0.1mL.

- Ranibizumab. Il ranibizumab è un frammento anticorpale umanizzato derivato dal bevacizumab che lega e blocca tutte le forme di VEGF nello spazio extracellulare. Rispetto al bevacizumab, ranibizumab è una molecola più piccola che ha delle proprietà peculiari quali il piccolo raggio e il minor peso molecolare (48 kD) che giustificano la maggior capacità di penetrare tutti gli strati della retina e quindi di diffondere nello spazio sottoretinico dopo somministrazione intravitreale.
Il meccanismo di azione consiste nell’inibizione della crescita neovascolare e nella riduzione della permeabilità vascolare.
Il farmaco viene iniettato per via intravitreale per massimizzare l’effetto inibitorio del VEGF nella retina mentre si minimizza l’inibizione sistemica del VEGF e non si interferisce con il suo ruolo fisiologico nei tessuti dei territori extraoculari.

SPERANDO DI ESSERLE STATO DI AIUTO
UN SALUTO
SUO DOC

LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO centralino tel 02 583951 / CUP 02 50030013

[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente

Gent/mo Prof. MARINO non ho parole per ringraziarLa...ritengo di fondamentale importanza le info da Lei inviatemi ... noto che anche nel mio caso esistono probabilità di parziali miglioramenti, nel frattempo vorrei inviarLe l'OCT in modo da avere un quadro chiaro e potermi consigliare sull'intervento (gennaio) introvitreale.

cordialmente ringrazio

Michele
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
MICHELE CARO
SI AFFIDI ALL'OTTIMO e
BRAVO DOTT ANTONIO PASCOTTO
[#6]
dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente

Genr/mo Dr. PASCOTTO -- Prof. MARINO

La ringrazio per le info .... cmq sono deciso a sottopormi all'iniezione introvitreale <<

AUGURI >> BUON NATALE
E
FELICE ANNO NUOVO <<


Michele
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
in bocca al lupo
sul sito della SOI
www.SOIWEB.ORG
trova anche il consenso informato