Cancro peritoneo

Buonasera, mio padre, 69 anni, a causa di calcoli alla cistifellea ai primi di maggio è stato sottoposto a colecistectomia in laparoscopia.
A fine maggio abbiamo avuto gli esiti dell’esame istologico (che Vi riporto di seguito) dal quale è risultato che purtroppo si era formato un tumore maligno:
-Adenocarcinoma mucinoso G3 compatibile con origine primitiva dalla colecisti, infiltrante a tutto spessore la parete del viscere, con perforazione della sierosa viscerale e localizzazione alla sierosa parietale (2). Margine di resezione sul dotto cistico indenne. pT3pNXpM1PER
Successivamente è stata eseguita una PET con radio farmaco 18F-FDG:
-La tomografia per emissioni di positroni del corpo, con tracciante di metabolismo glucidico ed implementazione TC per correzione dell’attenuazione e localizzazione anatomica, fa rilevare un discreto accumulo di tale indicatore al bordo esterno di un’area irregolare situata nei piani caudali ed anteriori del fegato, che presenta ridotta attività metabolica al suo interno e si allunga per circa 6 cm; elevata concentrazione del radio farmaco si visualizza in un’area epatica ad essa contigua e in prossimità di chip chirurgiche, on morfologia irregolare e dimensioni analoghe. Aumentata concentrazione del tracciante, con gradiente da modesto ad elevato, si visualizza inoltre per alcuni linfonodi mesenterici e retro-peritoneali (il più grande in sede paracavale di circa 3 cm),per alcune aree localizzate nel contesto di anse intestinali ma almeno in parte di pertinenza sierosa e per due aree che interessano i piani sottocutanei e muscolari della parete addominale, una in sede laterale dx allungata per circa 2.5 cm sul pino assiale, e l’altra all’ombelico (vedasi iconografia). Tali reperti sono compatibili con patologico metabolismo glucidico più verosimilmente riferibile a localizzazioni di malattia. Discreta concentrazione dell’indicatore si osserva, in ambito muscolare e con aspetto diffuso, alla regione glutea sx (contrattura?) ed inoltre alle tonsille e per alcuni piccoli linfonodi latero-cervicali a dx; tali reperti risultano di più dubbio significato in relazione alla storia clinica. Fisiologica la distribuzione del tracciante nel restante ambito corporeo esplorato, dalla base cranica al tratto prossimale degli arti inferiori.
Da circa un mese ha iniziato i cicli di chemioterapia a base di CISPLATINO e GEMCITABINA.
So che la situazione è molto grave e mi chiedevo se, per il caso di mio papà, potevano esistere altri tipi di cure più efficaci della chemioterapia (ho sentito parlare di peritonectomia, di chirurgia citoriduttiva e di chemioterapia intraperitoneale).
Inoltre, vorrei sapere se CISPLATINO e GEMCITABINA sono i chemioterapici più adatti per tentare di combattere la malattia di mio padre.
Sta anche seguendo una cura ormonale in quanto nel 2009 è stato operato di tumore alla prostata con successivo innalzamento del PSA.
Vi ringrazio sin da ora per l’attenzione e per il tempo che vorrete dedicarmi.
[#1]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
credo che l'atteggiamento sia opportuno... si tenta di poter cronicizzare la patologia

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Se non esistono alternative più efficaci non ci resta che continuare con questa cura e sperare.
La ringrazio per la disponibilità.
[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Mio padre sta continuando normalmente i cicli di chemioterapia a base di cisplatino e gemcitabina.
Dagli esami del sangue di routine che ha fatto qualche settimana fa prima della chemio, è risultato che il valore del ferro si era notevolmente abbassato (era a 29 mentre il minimo mi sembra debba essere intorno ai 60). Gli sono state prescritte delle capsule di ferro.
L’altro giorno, tramite prescrizione del nostro medico curante, abbiamo rifatto nuovamente gli esami del sangue ed è risultato che il ferro è a 271 (quando il massimo è 160).
Visto che pochi giorni dopo avevamo fissato una visita oncologica con un altro specialista, abbiamo approfittato per sottoporgli i nuovi esami. L’oncologo ha detto che deve fermarsi con le capsule di ferro e gli ha prescritto dell’acido folico (lederfolin) che aiuta l’organismo ad utilizzare il ferro che mio papà in abbondanza.
Quando siamo andati dal nostro medico curante per farci fare la ricetta ci ha detto invece che l’acido folico serve a poco e che è meglio continuare con il ferro.
Non ci capiamo più. Dobbiamo interrompere il ferro e prendere l’acido folico o continuare con il ferro e non prendere l’acido folico?
Per favore dateci un consiglio perché non sappiamo proprio a chi dare ascolto.


[#4]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Concordo con il collega oncologo. Ferro è sufficiente (anche se si tende a fare uno studio di tutti i pannel ferrosi tipo ferritina etc...); l'acido folico aiuta durante la chemio.
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