Effetti da uso prolungato di psicofarmaci

Gentili medici,
da circa tre anni seguo una terapia farmacologica per trattare un disturbo bipolare che si è manifestato in maniera eclatante a 25 anni.
Nel corso di questi anni ho assunto diversi farmaci per periodi abbastanza lunghi:
haldol (somministrazione depot per due volte)
depakin krono (circa un anno)
litio (quasi tre anni)
zyprexa (circa due anni)
risperdal depot (circa tre mesi)
risperdal pillole (circa due mesi)
Attualmente, d'accordo con il mio psichiatra di fiducia, abbiamo sospeso la terapia perchè essa era diventata per me insostenibile. Sono consapevole che il mio problema richiede un trattamento permanente e continuo, tuttavia ho preso questa decisione con l'obiettivo di riprendere la terapia dopo qualche mese.
Il mio problema è questo:
in seguito alla sospensione completa dei farmaci, ero convinto che molti degli effetti collaterali che lamentavo fossero destinati a scomparire.
In particolare, ciò che per me era (ed è tuttora) insostenibile riguarda la diminuzione enorme della capacità di concentrazione, il "decadimento" della memoria, il ridimensionamento della capacità di apprendimento e problemi legati alla sfera sessuale (calo del desiderio, difficoltà ad avere e mantenere l'erezione, eiaculazione che produce piacere ridotto).
Il mio quesito è questo:
la mia storia e il disturbo di cui soffro non spiegano i problemi che ho appena descritto e che, dettaglio rilevante, si sono manifestati solo da tre anni a questa parte.
Fino a prima di assumere psicofarmaci la mia carriera universitaria era brillante. Negli ultimi tre anni sono riuscito a sostenere solo gli ultimi quattro esami del mio corso di laurea (in precedenza la media era di 4-5 esami/anno). Ora sto lavorando alla tesi e, salvo imprevisti, ad ottobre dovrei laurearmi in ingegneria.
Ho descritto in maniera quanto più obiettiva possibile il mio problema. Tutto, dal mio punto di vista, fa pensare che i problemi che lamento sono un effetto dei farmaci che ho assunto. Ora vi chiedo: per la vostra esperienza e le vostre conoscenze, essi sono destinati a scomparire gradualmente o sono permanenti?
Esiste qualcosa (una sorta di "riabilitazione") per cercare di limitarli e di recuperare la normalità?
Grazie in anticipo.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

premettendo che in altra forma Lei ha gia' fatto una domanda che riguardava i sintomi che lamenta.
Potrebbe essere che la sintomatologia da cui e' affetto riguardi la sfera dell'umore sia in concomitanza di una fase depressiva del suo disturbo sia in presenza di un interessamento differente dal disturbo.
Considerata la sua anamnesi patologica remota sarebbe non opportuno pero' introdurre alcun trattamento antidepressivo, oppure un trattamento antidepressivo che possa in qualche modo evidenziare le fasi maniacali in modo maggiore.

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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Nel post precedente le ho parlato della sindrome da neurolettici, che scompare gradualmente alla sospensione dei neurolettici, ammesso che sia questa la causa. Se ben rilegge le dico che è una specie di depressione indotta da farmaci, il che significa che anche la depressione si manifesta così. Niente di strano se i postumi di un disturbo bipolare comprendessero questi sintomi.
Nella sezione MinForma ho messo un articolo sui sintomi residui del disturbo bipolare (che presumo dalla terapia sia di tipo I).
Mi sembra strano che una terapia del genere sia sospesa (non è chiaro quale fosse l'ultima) vista la serietà del problema e la sua spontanea tendenza a ripresentarsi. Sarebbe un peccato che i suoi sforzi per completare gli studi e costruirsi un futuro fossero poi vanificati o ridimensionati da una ricaduta. Vi sono terapie compatibili con la prosecuzione di studio e lavoro. Le consiglio di riconsiderare la strategia generale della sua terapia, il disturbo bipolare non guarisce da un giorno all'altro, e la riduzione del carico terapeutico quantomeno dovrebbe essere fatta nel corso degli anni, se lo psichiatra lo ritiene, non tutta insieme.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio sinceramente per l'attenzione, consapevole, per la mia esperienza personale, di quanto sia impegnativa e complessa la vostra professione e in particolare il vostro campo.

@Dr Ruggiero: sì, in effetti in almeno un altro post ho descritto pressapoco la stessa situazione. Il fatto è che, dopo aver lasciato passare un po' di tempo, ho cercato di monitorare la situazione per capirne l'evoluzione e per individuare con più precisione il problema. Attualmente la situazione è quella che ho descritto nel mio ultimo post. Assolutamente, d'accordo con il mio psichiatra, non introdurremo alcun antidepressivo per evitare una fase maniacale "indotta". Attualmente, tuttavia, il mio umore sembra molto stabile e caratterizzato da una sorta di anedonia, o meglio da un appiattimento delle emozioni.

@Dr Pacini: Purtroppo sono perfettamente consapevole del fatto che con il disturbo bipolare si deve convivere per tutta la vita. Per quanto riguarda la terapia, diciamo che la sequenza dei farmaci, se può essere utile, è la seguente:

ricovero per fase maniacale (terapia d'urto-circa un mese e mezzo)
litio (per circa sei mesi)
depakin (per circa sei mesi)
depakin + entact (per circa tre mesi)
ricovero per fase maniacale (terapia d'urto-circa un mese e mezzo)
litio + depakin + zyprexa (per circa un anno)
litio + zyprexa (per circa sei mesi)
litio (per circa tre mesi)
litio+risperdal depot(per circa tre mesi-risp.introdotto per sintomi di psicosi)
solo risperdal depot (per circa un mese)
risperdal somministrazione orale (per circa un mese e mezzo)
niente (da circa due mesi)

Effettivamente, la riduzione della terapia, fino alla sospensione, è avvenuta molto rapidamente. Molto probabilmente ciò è dovuto alle pressioni che io stesso ho esercitato sullo psichiatra che mi segue.

Non so se ci saranno altre risposte, in ogni caso vi ringrazio.
Io l'unica cosa che voglio capire è se i sintomi descritti sono destinati ad affievolirsi oppure devo rassegnarmi a vivere così.
Ho avuto la fortuna di trovare un ottimo psichiatra, sia sotto il profilo umano che professionale.
E mi conforta vedere che ci sono persone che gratuitamente si prestano ad un consulto, reso ancora più difficile dal fatto di essere a distanza.
A presto.
[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Gentile Dott.Pacini,
ho appena letto l'articolo che ha pubblicato.
L'ho trovato molto interessante in quanto indaga un aspetto che, per quel che mi risulta (e le assicuro che in questi anni mi sono documentato molto), è inedito.

Tant'è vero che ho trovato una parziale risposta ai miei quesiti in queste righe:

"Questa sindrome deficitaria residuale del disturbo bipolare non è stata descritta adeguatamente nella letteratura recente. In alcuni casi la sintomatologia deficitaria si confonde con le conseguenze socio-occupazionali del disturbo bipolare particolarmente grave. Alcune forme bipolari gravi con fasi psicotiche ad esordio precoce ed elevata frequenza di episodi, presentano inizialmente episodi espansivi e depressivi classici che sono seguiti da residui caratterizzati da deficit cognitivi, appiattimento affettivo, riduzione degli interessi e dell’iniziativa che ricordano da vicino i quadri residuali schizofrenici. In particolare la riduzione delle spinte volitive e le difficoltà di rendimento sul piano delle funzioni cognitive tendono a stabilizzarsi ed assumono un decorso indipendente dagli episodi maggiori. Questo tipo di residuo rappresenta una vera e propria cicatrice lasciata dagli episodi acuti ed è più comune se questi sono di natura psicotica, maniacale o mista. A questo proposito Angst riporta un’incidenza del 15% di sindromi mentali organiche tra i pazienti con malattia maniaco depressiva."

Naturalmente mi auguro che non sia il mio caso. Tuttavia sono convinto che l'unico modo per sconfiggere e domare il disturbo è conoscerlo per approntare una strategia adeguata.

Complimenti per l'approfondimento, a presto.
[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
So che non devo abusare di questo spazio.
Ma sto troppo male e ho bisogno di aiuto.
Ho trovato questa descrizione dei sintomi d'astinenza da psicofarmaci che sembra descrivere alla perfezione la mia situazione:

"Questi possono consistere in cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione e irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni, scosse epilettiche o convulsioni. Le convulsioni possono verificarsi più comunemente in pazienti con preesistenti disturbi di natura epilettica oppure che fanno uso di altri farmaci che abbassano la soglia convulsiva quali gli antidepressivi."

Si può trattare di questo in seguito alla sospensione dei farmaci?
E' destinato a passare?
Vi prego aiutatemi.
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non le è utile consultare in questo modo le informazioni mediche. L'astinenza da psicofarmaci non c'entra con quello che Lei ha chiesto. E poi un consiglio: non esiste la categoria "Psicofarmaci", e non esiste l'astinenza da psicofarmaci, per lo meno legga a quali si riferisce questo elenco di sintomi, così a occhio direi che è l'astinenza da benzodiazepine o barbiturici.
Lei chiedeva di come si sta quando non si prendono più i farmaci per un disturbo bipolare. Due argomenti che non hanno a che fare l'uno con l'altro.
[#7]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
Gentile Utente sintomi come riduzione della capacità della memoria, difficoltà di concentrazione, sono riconducibili anche alla patologia bipolare; viceversa i disturbi dell'area sessuale potrebbero anche trovare origine nell'aumento della presenza nel sangue di un ormone (Prolattina). Aumento che i farmaci da Lei assunti potrebbero anche avere indotto. Le suggerirei, pertanto, di valutare assieme al Suo medico di riferimento, in cui Lei medesimo riferisce di riporre piena fiducia, la possibilità di eventuali approfondimenti clinici neuropsicologici; soprattutto al fine di quantificare in maniera un poco più obiettiva la reale intensità dei disturbi cognitivi (attenzione, memoria, ecc.) e di fare gli opportuni accertamenti clinici per quanto riguarda la prolattina (ma presumo questo sia già stato fatto di ruotine).
Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

[#8]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
@Dr. Tonelli
Gentile dottore, la ringrazio per aver trovato il tempo di prestare attenzione al mio caso anche nel giorno di Ferragosto.

So che rileggendo i miei post le informazioni vengono fuori in maniera frammentaria, ma è come quando ci si presenta ad un nuovo medico e si deve ricostruire la propria storia, magari non si riesce al primo incontro.

Ho omesso, infatti (sarà colpa delle mie amnesie?), di dire che proprio qualche giorno fa, e su consiglio e invito del mio psichiatra, mi sono sottoposto ad una batteria di test neuropsicologici (credo sia questo il termine corretto).
Non ne ricordo i nomi (Stroop, possibile?), tuttavia la mia sensazione è che siano stati molto accurati. Ne descrivo alcuni:

Ripetizione di serie di numeri man mano più lunghe.
Ripetizione (in ordine o anche a "caso") di parole lette da una lista.
Test d'interferenza (?): indicazione del colore dei caratteri che compongono a loro volta nomi di colori
Riproduzione di una serie di disegni
Riproduzione di disegni a distanza di tempo.
Comprensione e memorizzazione di brevi racconti.
Comprensione di proverbi e relativa spiegazione.
Completamento di serie di disegni.
Associazione di disegni (figure geometriche variabili per numero, forma e colore) a tre di essi fissi.
*Elencazione di verbi, oggetti, animali (liberamente o con qualche criterio, tipo lettera iniziale)
Lettura di una serie di parole generalmente di poche sillabe con accento variabile.

Stando alle valutazioni del dottore che mi ha somministrato i test, dovrebbe risultare tutto nella norma eccetto per quanto riguarda il test indicato con l'asterisco nella lista precedente, in cui sarei al limite della norma e al distto della norma. Se la discussione dovesse continuare, e se la cosa potesse risultare utile, potrei scrivere con precisione i risultati dei test.
Ad ogni modo chi mi ha somministrato i test ha rilevato un'anomalia (per quanto limitata a quel singolo test).


Per quanto riguarda la prolattina, il mio psichiatra mi ha anche invitato a sottopormi a test specifici ma, complici le ferie agostane e un po' di rassegnazione, non l'ho ancora eseguito.

Infine, sempre su consiglio del mio psichiatra, i primi di settem bre eseguirò una risonanza magnetica alla testa.

Per concludere riguardo alla mia situazione (non mi viene in mente null'altro al momento), posso descriverla in questo modo:

Attualmente in me coesistono, parallelamente, tre distinte situazioni:

1) il disturbo bipolare, manifestatosi chiaramente da circa tre anni. Dovrebbe essere definito di tipo I. Inoltre presenta, fin dal suo emrgere, caratteristiche psicotiche (principalmente pensieri autoriferiti, cioè sensazione che i giornali, gli estranei, la televisione parli di me. Mai avuto allucinazioni uditive o visive)

2) gli effetti (credo che obiettivamente non si possa negare che tre anni di trattamento non abbiano alcun effetto sull'organismo) della terapia farmacologica seguita per trattare il disturbo bipolare

3) gli effetti dovuti alla sospensione della terapia (non so se si può parlare di crisi di astinenza)

Gli effetti di queste tre situazioni possono essere descritti come:

1) Periodica oscillazione dell'umore (anche se da circa sei mesi, anche dopo aver sospeso il trattamento, l'umore sembra essere stabile e tendente al normale, più spostato verso il lato depressivo)

2) Forte riduzione, rispetto al mio standard, delle capacità cognitive. Calo del desiderio, difficoltà a mantenere l'erezione, eiaculazione a volte difficoltosa e con poco piacere. (Sintomi comparsi quasi in concomitanza con il trattamento farmacologico).

3) Situazione molto recente, risalente alla riduzione e poi sospensione della terapia:
Picchi di ansia, forte emicrania (come se avessi appena ricevuto un colpo alla testa), confusione, dolori che non so meglio descrivere all'addome (come quando si dice: "Ho lo stomaco bloccato" prima di un esame).
Gli stati descritti al punto 3 mi sono completamente nuovi, mai percepiti in vita mia.

Per concludere, davvero, sempre su indicazione del mio psichiatra, qwualche tempo fa ho assunto per la prima volta Tavor in seguito ad una mia manifestazione di aggressività a causa dei malesseri descritti al punto 3. Da allora ho scoperto che il Tavor ha un effetto "miracoloso" sui sintomi descritti al punto 3 e anche, parzialmente, sulle capacità cognitive.
L'ho assunto 4-5 volte nel giro di circa un mese (ogni volta mezza pillola da 2,5 mg).

Ora sto capendo che il suo effetto dura circa due giorni. Poi gradualmente i sintomi descritti al punto 3 si ripresentano in maniera veemente.

Credete che, in attesa di un graduale e spontaneo migliormaneto della sintomatologia descritta al punto 3, possa continuare ad assumere Tavor a queste dosi e con questa frequenza?

L'effetto del Tavor può far pensare a qualcosa che fino ad ora era stato ignorato o messo in secondo piano?

Vi ringrazio anticipatamente dell'attenzione.
E scusate se sono stato prolisso.
[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,
mi permetto di osservare che Lei afferma nuovamente di avere
"3) gli effetti dovuti alla sospensione della terapia (non so se si può parlare di crisi di astinenza)"
ovvero come se non avesse avuto alcuna risposta in merito in questo e nei precedenti post.
Le alterazioni che lei descrive sono probabilmente legate alla residualità del disturbo bipolare, che si può aggravare durante l'uso di neurolettici così da lasciarla "neurolettizzato" anche a distanza di mesi, per effetto di alcune modificazioni lentamente reversibili in parte visibili tramite parametri ormonali, in parte visibili solo dai sintomi.
L'assunzione continuativa di tavor peggiora sicuramente i sintomi cognitivi. In acuto l'effetto "stimolante" che il tavor spesso ha sui soggetti bipolari, associato ad uno calmante, può spiegare il repentino ma transitorio miglioramento
[#10]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
Gentile utente da quanto da Lei riportato sulla valutazione neuropsicologica effettuata dal Suo Medico curante non direi che siano manifesti segni di decadimento cognitivo. Perlomeno per quanto riguarda la memoria a breve e lungo termine, e le capacità prassico-costruttive. L'unica cosa lievemente peggiorata sembra essere l'area dell'espressione verbale (elencazione di nomi), ma anche questa in maniera particolarmente sfumata, per cui apparentemente non significativa dell'esistenza di un vero e proprio decadimento cognitivo.
Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
[#11]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Gentili medici,
nel periodo dai miei ultimi messaggi ad oggi, in riferimento a quanto descritto nei post precedenti, ho registrale un lento e graduale miglioramento della situazione generale.
I "sintomi" descritti prima pare stiano lentamente regredendo (disturbo della memoria, intontimento, cefalea...).
Permane la difficoltà nell'ambito della sfera sessuale.
Come detto, attualmente non sono "coperto" da nessun farmaco.
Proprio oggi sono stato da uno psichiatra di chiara fama (per quanto possa contare...) che mi ha proposto di cominciare a prendere lamotrigina.
Ha osservato che:
in passato, nonostante litio, o depakin o altri farmaci, il disturbo si è comunque presentato.
la lamotrigina in teoria potrebbe essere più tollerabile rispetto al litio.
Non vi chiedo di esprimere un pare pro/contro questo consulto.
Mi farebbe piacere conoscere le caratteristiche della lamotrigina e in particolare gli effetti collaterali descritti in letteratura.
Grazie mille
...continuo a sperare...
[#12]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

si e' rivolto ad uno psichiatra di chiara fama al quale poteva chiedere tutti i chiarimenti desiderati del suo trattamento farmacologico.
[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non vedo che utilità abbia per lei conoscere i dettagli tecnici che non può comprendere nel loro significato applicativo.
Sul foglietto illustrativo sono elencate tutte le caratteristiche dei farmaci. E per una descrizione più colloquiale e utile a lei può chiedere allo psichiatra che glielo ha prescritto.
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