Prostatite e probiotici

Buongiorno

Mi chiedevo se esistono probiotici, particolarmente adatti per cercare di attenuare il passaggio di batteri intestino- prostata ( nel mio caso soffro di prostovescicolite da enterococco fecale);
Il mio urologo è solito non associarmeli alla terapia antibiotica per non limitarne l'effetto. essendo già di per se la prostata un organo bersaglio difficile da raggiungere.
Finita la terapia antibiotica (35 giorni di levoxacin 5 giorni a 500 mg, 15 a 25omg e altri 15 a 125mg) mi ha detto di assumere per 10 giorni di dei probiotici senza specificare quale tipologia dicendomi che van bene sia l'entrogermina o il lactoflorene.
Facendo una breve ricerca in internet ho visto che le bustine di PROBINUL sono consigliate in caso di infezioni genito-urinarie.

Cosa ne pensate quali sono i più adatti in caso di prostatite batterica?


Grazie dle vostro prezioso aiuto
cordiali saluti
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

il prodotto da lei indicato è un normale integratore a base di fermenti lattici vivi liofilizzati e probiotici come molti altri, compresi quelli indicati dal suo urologo,

Tutti questi prodotti risultano utili soprattutto in tutte le infiammazioni, disbiosi intestinali, vaginali ed altro.

Cordiali saluti.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Utente
Utente
ho capito non ci sono quindi differenze sostanziali tra un integratore di probiotici e l'altro...
ma rinforzando la flora batterica e regolarizzando l'alvo è possibile arrivare a bloccare il passaggio di questi batteri alla prostata o alla fin fine è l'antibioticoterapia, quando funziona, a poter risolvere una prostatite batterica?
Le pongo questa domanda perchè mi è successo che dopo un intervento di emorroidi (legatura elastica), tra l'altro non riuscita, avevo avuto, come effetto collaterale dell'intervento, una certa incontinenza intestinale, per cui per 10 giorni dopo l'intervento evacuavo 2 o 3 volte al giorno (senza diarrea); ebbene in quel,breve periodo, erano spariti tutti i sintomi della prostatite ( bruciore al glande, nicturia, minzione ed ejaculazione dolorosa), la cosa strana è che in questo periodo ero seguito da urologo che mi aveva diagnosticato una prostatite abatterica ( basandosi solo sull'urinocoltua negativa) e per questo non avevo seguito nessuna terapia antibiotica che potesse giustifcare il netto milgioramento, che evidentemente era dovuto al fatto che liberavo abbondantemente l'intestino e qundi si era bloccato il passaggio dell'enterocco fecale.
Adesso dopo lunga terapia antibiotica ho avuto dei miglioramenti ma non cosi netti come in quel periodo ( tengo cmq regolare l'alvo ma evacuo una volta al giorno).

Grazie delle delucidazioni buona serata
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

le considerazioni che fa sono in parte condivisibili, segua ora le indicazioni ricevute e poi ci aggiorni sull'evoluzione della sua particolare situazione clinica.

Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera Vi aggiorno sulla mia situazione.
Dopo 35 giorni di terapia con levoxacin e leggera diminuzione dei sintomi, finita l'antibioticoterapia dop due settimane ero punto a capo... col solito bruciore al glande, minzione dolorosa e frequente ed ejac. dolorosa; poi ho avuto circa due settimane in cui il mio intestino si è rimesso a funzionare come un tempo con una o due evacuazioni abbondanti al giorno e sono praticamente spariti tutti i sintomi, tranne un certo bruciore durante l'ejaculazione; purtroppo però appena l'intestino si riblocca o ho evacuazioni scarse i sintomi tornano a presentarsi...

Ho rifatto la spermiocoltura ( 20 giorni dopo la fine del tratt. antibiotico) con esito a dir poco scoraggiante....c'è sempre l'enterococco fecale in più si è aggiunto lo staphilocco aemoliticus.... mi sono recato pocanzi dall urologo, dall ecografia risulta;

prostata normale,lieve ectamia delle vescichette seminali, regolare la consistenza

Il mio urologo mi ha detto che si può arrivare a stare bene a livello di sintomi anche senza debellare questo enterococco ( che ha gia resistito anche a 25 giorni di moxifloxacina e a 5 mesi di rifaximina) e in questo sono completamente daccordo con lui, perchè ho visto che i sintomi dipendono totalmente dalla funzionalità del mio intestino.. mi ha lasciato però perplesso il fatto che mi abbia dato come terapia un altro ciclo di levoxacina di dieci giorni da fare i primi di gennaio....

Sinceramente sono 9 mesi che faccio cicli di terapie antibiotiche e temo che il prezzo da pagare sia più alto dei blandi benefici che ne ricavo...se l'infezione è indebellabile perchè fare altri 10 giorni di antibiotico, sconvolgendo ancora di più un intestino e una flora batterica che sicuramente non funzionano già bene?
Il dato oggettivo nella mia situazione è che sto piuttosto bene quando il mio intestino funziona, a prescindere dall' antibiotico e sto piuttosto male quando non funziona anche se sto facendo l'antibioticoterapia...
per questo sto pensando di rivolgermi ad un gastroenterologo per vedere di gestire al meglio la stipsi e per approffondirne la causa ( ho fatto colonscopia una anno e mezzo fa ed era tutto normale).

Ho chiesto inoltre al mio urologo se antibiotici diciamo naturali, come semi di pompelmo per l'intestino,o il d mannosio e argento colloidale per la prostata potrebbero aiutarmi permettendomi di non fare altri cicli di antibiotici ma mi è sembrato molto scettico. ( anche sul d mannosio)... adesso da due mesi sto assumendo polline fresco e propoli ( fatto da un apicoltore) che sicuramente non debelleranno mai l'infezione però almeno non danneggiano il mio organismo.e magari alzano le mie difese immunitarie..
Cosa ne pensate?

Grazie delle vostra costante disponibilità
Cordialmente



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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore ,

a tutte le particolari questioni che pone le dico che solo con il suo urologo è bene discuterle ma, se lo desidera ,le posso dire qualcosa sul D-mannosio, questo è uno zucchero semplice che viene riassorbito otto volte più lentamente del normale glucosio (lo zucchero che generalmente usiamo in cucina).

Una volta assorbito, questo non viene metabolizzato subito ma una buona parte, attraverso il sangue, è filtrato dai reni e poi espulso nelle vie urinarie.

Lì sembra possedere la proprietà di "attaccarsi" ai batteri ed infatti in presenza di D-mannosio i batteri, soprattutto l' Escherichia Coli, sembrano preferirlo ed insieme formano un’entità che viene eliminata più facilmente durante la minzione.

Le basi che giustificano l'azione di questo zucchero sono sostanzialmente queste.

Il D-mannosio esiste in commercio come estratto da legno di larice fermentato.

La forma di somministrazione più usuale è una polvere a 50 g per dose. Dopo averlo preso si consiglia di aspettare circa un’ora e poi bisogna berci sopra molta acqua per "lavare" la vescica.

Il D-mannosio è indicato soprattutto come terapia di lungo termine.

Il miglioramento della situazione clinica, quando si presenta, è più significativo dopo circa tre mesi di terapia continuata.

Normalmente è sufficiente una dose di 50 mg al giorno.

La dose deve essere sempre aggiustata secondo l’età e la situazione clinica generale del paziente.

Attenzione ai diabetici dove si raccomanda di controllare regolarmente ed attentamente la glicemia.

Detto questo poi si ricordi sempre, come regola generale, prima di iniziare qualsiasi strategia terapeutica, di consultare il suo medico di medicina generale ed il suo urologo.

Un cordiale saluto.
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dopo
Utente
Utente
grazie dottore per avermi risposto cosi dettagliatamente....

nel caso in cui l'infezione non è presente nelle vie urinarie ma seminali questo zucchero può ugualmente avere qualche efficacia nel lungo termine?


una curiosità dottore
il mio urologo come Le ho detto sopra ha optato per un richiamo di levoxacin di dieci giorni
L'antibiogramma evidenzia per la levoxacina una resistenza dello staphilocco aemoliticus maggiore/uguale a 8 e sensibile a 1 per l'enterococco fecale

mentre per la tigeciclina la sensibilità è per entrambi i batteri è di 0,12

La scelta è ricaduta sulla levofloxacina perchè ha maggiore capacità di penetrare nella prostata nonostante abbia un antibiogramma migliore la tigeciclyna?

Grazie mille Dottor Beretta
Cordiali saluti a auguri di buone feste
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

a livello delle vie seminali il D-mannosio è una indicazione meno efficace e mirata.

La scelta dell'antibiotico è una strategia clinica che solo il suo medico di fiducia può indicare .

Detto questo comunque le ricordo che oggi generalmente la Tigeciclina viene riservata al trattamento delle infezioni complicate causate da microrganismi resistenti a più antibiotici.

Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora dottore Beretta per i chiarimenti e tanti auguri a Lei e a tutto lo staff di medici italia
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Ricambio gli auguri!
Prostatite

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