Il medico mi prescrive quindi esami del sangue, delle urine

Buongiorno a tutti e grazie in anticipo per l'attenzione che mi rivolgerete. Sono un ragazzo di 30 anni. Ad agosto di quest'anno dopo alcuni giorni di disturbi (febbre, malessere, minzione debole e frequentissima, perdita erezione ecc.) il medico mi ha diagnosticato una prostatite acuta batterica e mi ha prescritto una cura di 12 giorni con Ciprofloxacina 500 due volte al dì. Dopo alcuni giorni i disturbi sono scomparsi ma contemporaneamente mi è sopraggiunto un fastidio al perineo. Il medico mi prescrive quindi esami del sangue, delle urine e una ecografica vescico-prostatica esterna. Tutti i referti sono confortanti e non riportano valori fuori norma. Tuttavia il fastidio perineale continua e nel frattempo mi accorgo che il caffè è una causa sicuramente scatenante. A settembre mi rivolgo ad un andrologo il quale mi prescrive uroflussometria e spermiocoltura. Entrambi gli esami sono perfetti. Ad oggi il fastidio perineale è rimasto, anche se lievemente, ma se bevo due caffè si aggrava ancora. Cosa mi consigliate di fare? Devo sopportare questo fastidio per il resto della mia vita o c'è possibilità di uscirne? Sicuramente togliendo il caffè dalla mia dieta potrei avere dei miglioramente, ma non si può agire più in profondità direttamente alla causa scatenante di questo dolore al perineo? A Vostro parere la prostatite è tutt'ora in azione nel mio corpo? Grazie a tutti. Saluti
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Gentile utente,
purtroppo le infiammazioni della prostata possono dare una sintomatologia persistente anche dopo la terapia. La cosa più importante è evitare una possibile riacutizzazione della sintomatologia facendo particolare attenzione allo stile di vita ed alle abitudini alimentari.

Cordiali saluti
Gino Scalese

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dott. Scalese. Ho notato personalmente la correlazione tra alimentazione e fastidio perineale e su questo so benissimo di dover essere medico di me stesso. Purtroppo però alcuni sintomi permangono indipendentemente dalla buona o cattiva alimentazione. Parlo del rossore sulla punta del glande e di un lieve bruciore in fase di minzione. Ritiene che tali aspetti siano strettamente legati alla prostatite e che abbiano lo stesso sviluppo del dolore perineale o possono avere un decorso più breve o addirittura trattato per via farmacologica? Grazie
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
E' utile far verificare visivamente il tipo di arrossamento per stabilire la più corretta cura che potrebbe avere una origine anche differente dalla prostatite.
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