Famiglia del fidanzato

Ho una relazione da circa 3 anni e mezzo con il mio ragazzo, ho avuto un diverbio con mia suocera un po' di tempo fa, perchè continuava ad aggredirmi dicendo che le rubavo il figlio, quindi dopo un po', anche davanti all'impassibilità del mio ragazzo, sono sbottata e le ho detto come la pensavo che lei ha sbagliato con me e che ha detto delle cose cattive e sgradevoli.."che lei preferisce che il figlio la vada a trovare senza di me che se lo gode di più etc.." ..
A distanza di tempo sembra che si sia calmata, (nel frattempo il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo) ma quando l'argomento ritorna fuori lei continua a insistere che io non l'ho capita, che io non la conosco ancora bene, che ho capito male, che lei mi vuole bene..insomma la colpa è mia perchè lei non è capace di fare o dire cose cattive o che possono offendere..anche parlando con suo fratello e il mio stesso ragazzo ammettono tutti che lei ha sbagliato ma che è fatta così e bisogna accettarlo, io non capisco perchè tutti devono capire lei e io mi trovo sempre a dover subire le cose, e soffrire senza che nessuno si interessi o pensi alla mia sofferenza e le difficoltà che ho dovuto incontrare..
Lei parla sempre di quanto è brava, di quanto la gente ha stima di lei, che non è una persona capace di provare odio o invidia, insomma a quanto dice lei è la persona migliore di questo mondo, eppure mi ricordo ancora quando entravo in quella casa e nessuno mi rivolgeva la parola, lei neanche mi guardava in faccia..sono tutte cose che ho ancora dentro e non riesco a superare anche perchè lei o nega che siano successe o mi dice che io non ho capito la situazione.
Il mio ragazzo cerca di starmi vicino, a parole, dice che ho ragione ma se insisto difende a spada tratta sua madre e mi dice che lei è così di non farci caso. Io invece davanti a tutta questa indifferenza a me e alla situazione così difficile che ho dovuto incontrare rimango perplessa e amareggiata.
La cosa più brutta è vedere lei farsi ragione e sminuire il mio dolore, facendo la vittima come se avesse sofferto solo lei, vorrei capire come superare l'astio e il rancore nei suoi confronti.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, litigi, incomprensioni e rivalità sono abbastanza comuni nei rapporti suocera-nuora. Non obbligatori, ma comuni.

Come vorrebbe che si risolvesse questo problema? Che il suo ragazzo (futuro marito) cambi idea e cominci a considerare sua madre come "colpevole" mi sembra inverosimile.

Lei cosa pensa?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore, io penso che non voglio essere il caprio espiatorio di nessuno e non voglio stare in balìa di mia suocera, vorrei che mi si trattasse con rispetto e così come io devo portare rispetto a lei che lei ne porti a me, ero partita con tutti i buoni propositi per stare in pace e in armonia, ma dato che questi litigi, incomprensioni e rivalità sono nate da lei ed elaborate da me, che sono molto insicura e sensibile come barriere che stanno diventando invalicabili, ora la cosa sta diventando più grande di quello che doveva essere e mi sento sempre molto ansiosa quando si parla di lei e soprattutto quando c'è da andarla a trovare..se andiamo poco le rubo il figlio, se andiamo spesso andiamo a fare gli ospiti che si presentano solo per mangiare, insomma ce n'è sempre una e non capisce che così toglie anche quel poco di voglia che ho.
Il mio fidanzato è molto comprensivo e lungi da me scatenare una guerra (anche perchè una delle poche volte che mi ha difeso lei ha detto che lo manipolo contro di lei) ....a volte basta poco, un "mamma adesso basta" e comunque provo un sacco di astio e rancore verso la suocera che è sempre vista come vittima e mai come colpevole, mentre io per una volta che reagisco ho sempre tutti contro..queste le considero ingiustizie e mi fanno aumentare a dismisura già la poca stima e pazienza che ho verso questa donna.
Abbiamo avuto un dialogo per cercare di risolvere questi problemi ma come ho scritto lei ha cominciato a difendersi che io non la capisco, che ho capito male, che mi sono inventata le cose..insomma nega nega nega.
Il suo non ammettere i suoi sbagli mi fa capire ancora di più che mi trovo davanti ad una persona oltre che vigliacca, falsa e subdola e vorrei capire anche come mi devo comportare con una persona del genere.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Posso dirle che, se cerca "giustizia", è molto difficile che lei la possa trovare.

Se sua suocera tende a negare, lo farà ad oltranza; e, tra le due, forse lei potrebbe avere la peggio.

Lei vorrebbe essere trattata con rispetto, e nutre nei confronti di questa donna poca stima e poca pazienza. Riguardo al primo punto, se ci pensa un attimo è una trappola.

"Starò bene quando lei mi tratterà con rispetto" vuol dire che il suo benessere dipenderà dal comportamento di un'altra persona.

Forse, può provare a capire cosa è opportuno che cambi *in lei* e non in sua suocera: lei può cambiare, sua suocera forse no.

Questo implica che lei *deve* subire? Certamente no!

Esistono dei diritti che ognuno di noi ha, ed uno di questi è il diritto a non subire maltrattamenti.

Si può reagire in diversi modi, quando gli altri ci trattano male: si può contrattaccare in modo eguale e contrario ("occhio per occhio..."), si può cercare un alleato, si può screditare il proprio "avversario".

E poi esistono altre modalità, meno aggressive ma non per questo "deboli": si può imparare a non ascoltare quello che gli altri ci dicono, a controbattere in modo calmo e pertinente senza insultare o offendere (es., "mi sento disturbata al sentire queste parole. Starei meglio se non le dicessi più"), o ancora a "rivoltare" quello che gli altri ci dicono contro loro stessi.

Tutto dipende da una scelta iniziale: voglio mantenere un rapporto con questa persona o no?

Nel suo caso, vuole mantenere un rapporto con sua suocera o no?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie mille Dottore, io in tutta sincerità le dico che se ho un rapporto con lei, non è perchè lo voglia, ma perchè in qualche modo mi sento costretta ad averlo, poichè amo il mio fidanzato e non mi sembrerebbe giusto fare una vita in cui ci si estranea dalla vita dell'altro, quando lui va a trovare la madre io me ne sto a casa e così via..anche in previsione di futuri figli che vorremmo avere.
Il mio "senso della famiglia" se così si può dire me lo proibisce, e allo stesso tempo mi intestardisco a continuare ad arrabbiarmi perchè il sogno di avere una famiglia unita e solida si è distrutto (con i miei c'è un rapporto molto freddo, e vedere che anche nella famiglia del mio ragazzo è così mi fa stare male e allo stesso tempo arrabbiare).
Io quando una persona mi delude o mi fa soffrire tendo ad allontanarla, perchè è causa di solore. In questo caso mi sento anche presa in giro perchè mi hanno vista tutti soffrire e isolarmi ma nessuno ha mai detto niente, anzi, mi dicevano che io ero snob e che avevo "schifo" a stare in mezzo a loro..e che la colpa era mia che non cercavo un rapporto..in quel periodo ho dato la colpa al mio ragazzo perchè avrebbe dovuto aiutarmi a farmi sentire a mio agio nella sua famiglia, e controbattere su certi discorsi e atteggiamenti che la madre e i fratelli hanno avuto nei miei confronti ma sembrava non accorgersene perchè convinto che la sua famiglia non farebbe del male a nessuno e tantomeno alla sua ragazza..
Così, io, lasciata da sola da lui, dagli altri, ho cominciato a svulippare rabbia, rabbia, rancore, non so dirle ma ora sono arrivata ad un punto in cui lei per me è una persona negativa e malvagia e mai cambierò idea, soprattutto perchè per ricominciare un rapporto (e l'avrei fatto) bisogna liberarsi dei propri sbagli, ammetterli e voltare pagina, mentre io sono stata solo accusata di inventarmi le cose e non capire gli altri, come può essere possibile?
Faccio fatica a guardarla in faccia, lei davanti al figlio fa la ruffiana poi se è sola con me lancia frecciatine, che poi se le riferisco al mio compagno non sono credibili perchè lei davanti a lui dice sempre che mi vuole bene..
La sensazione è che il mio ragazzo creda più alla sua buona fede che alla mia.
Io non so che fare come comportarmi mi sento sola contro tutti.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Il mio "senso della famiglia" se così si può dire me lo proibisce, e allo stesso tempo mi intestardisco a continuare ad arrabbiarmi perchè il sogno di avere una famiglia unita e solida si è distrutto

Vede, forse queste idee sono per lei un pò "tossiche". Anche se sembrano buoni propositi, in realtà sono anche un pò "assolutiste":

"NON E' GIUSTO se non mantengo contatti con la famiglia del mio fidanzato"

"la mia famiglia DOVREBBE essere unita".

In un mondo ideale, certo, ha ragione lei: sarebbe molto bello se si potessero mantenere contatti con persone che ci rispettano e che ci trattano come noi vorremmo; sarebbe molto bello se le famiglie fossero unite; sarebbe molto bello se mia suocera fosse cara e gentile.

Ma nel mondo reale, le cose spesso sono molto diverse. La gente ci tratta male (non tutti, ma molti sì), le famiglie sono spesso disunite, non tutte le suocere sono care e gentili.

E quindi?

Vale davvero la pena PRETENDERE che le cose siano belle e piacevoli, o possiamo limitarci, a volte, ad accettare che così non è?

DOBBIAMO davvero subire i maltrattamenti o reagire con eccessiva rabbia, o POSSIAMO SCEGLIERE di reagire in modo misurato, ma fermo e deciso?

Gli altri DEVONO trattarci bene o PREFERIREMMO che fosse così?

Vede, si può cambiare modo di pensare. Questo non rende piacevole ciò che prima trovavamo insopportabile, ma forse ci aiuta a capire che le cose brutte, le persone che si comportano in modo sgradevole, i fatti negativi della nostra vita, per quanto spiacevoli, non sono poi TERRIBILI.

E che, forse, esistono modi diversi di reagire alla stessa situazione.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Io ho accettato da 3 anni e mezzo questa situazione, cercando di chiarire più volte e trovandomi davanti ad un muro fatto di vittimismo e arroganza..le ho anche chiesto scusa poichè in una discussione avevo alzato la voce mentre lei non ha mai chiesto scusa o si è dispiaciuta per tutto il male che mi ha fatto con le sue frecciatine da vittima ("mi rubi mio figlio" "preferisco che venga qui senza di te così me lo godo di più" "sono contenta che mio figlio sta con te solo perchè sei benestante se no doveva trovarsene un'altra" e via dicendo.....).
E, ancora una volta, io devo "cambiare" atteggiamento e non pretendere che le cose siano come vorrei...bè io più di cosi non so che fare... ho cercato di non pensarci, di fare buon viso a cattivo gioco ma quando ti trovi davanti una persona che ti dice che sono arrivata per strapparle il figlio e cercare di metterlo contro di lei (lui non ha mai reagito nè detto niente) allora come si fa se non c'è dialogo a pensare "positivo"?
Io non riesco proprio.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>come si fa se non c'è dialogo a pensare "positivo"?

No, nessun "pensiero positivo". Far finta che le cose vadano bene quando vanno male non è realistico, nè utile.

Una parte della "sgradevolezza" di questa situazione probabilmente non si potrà eliminare. Probabilmente, avrà un rapporto negativo con sua suocera, non vi starete simpatiche a vicenda, non "legherete".

Ma ci pensi: per lei, è la stessa cosa pensare "non vado d'accordo con mia suocera, e questo non mi piace", oppure "non vado d'accordo con mia suocera, ed il sogno di avere una famiglia unita è infranto, ed è insopportabile"?

In entrambi i casi, la situazione rimane la stessa; ma forse le sue emozioni no.

Modificare il proprio modo di pensare e di reagire agli eventi non vuol dire "subirli" passivamente; ma forse neppure il suo modo di vedere le cose finora la aiutata granchè a reagire in modo costruttivo.

Finchè lei penserà che sua suocera deve cambiare, probabilmente sarà molto arrabbiata.

Forse, quando accetterà che sua suocera non cambierà, e che può cambiare soltanto il SUO modo di vedere le cose e reagire, allora avrà una possibilità di fronteggiare una situazione sgradevole in modo per lei più adeguato.