Philofobia

Salve. Ho 19 anni e sono fidanzata con un ragazzo di 25 anni da quasi un anno... Andava tutto bene, non mancava nulla al nostro rapporto ma lui non è mai riuscito a dirmi ti amo.. Al chè quando io ho iniziato a dubitare che mi amasse, lui ha avuto paura.. Paura al punto di definirsi Dissamorato e senza un cuore. Mi ha lasciata piangendo e dicendo che forse è meglio stare un po lontani... Ma la sensazione che ho avuto io é che non voleva lasciarmi in cuor suo.. Me ne accorgevo da come mi abbracciava e come piangeva.. Continuava a ripetere che lui ci tiene troppo a me ma non sa se è amore quello che prova... É arrivato anche a pensare che potrebbe essere abitudine? Si è messo in testa tantissimi dubbi su se stesso e solo al pensiero che io possa mettermi con un altro piangeva.. Adesso non ci sentiamo da l'altro ieri sera poiché abbiamo deciso di prenderci una pausa. Il problema principale è che lui rispetto alle altre storie non sente più la necessità di dire ti amo e di essere affettuoso come un fidanzato. Sebbene io mi sentissi amata, È come se non riuscisse più ad amare... Premetto che ha avuto delle delusioni di storie finite male prima di me.. potrebbe trattarsi di Philofobia? Ho fatto bene a dargli questa pausa o dovevo stargli vicino e cercare di superare insieme questa difficoltà? Grazie in anticipo, spero che possiate aiutarmi.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(...) Mi ha lasciata piangendo e dicendo che forse è meglio stare un po lontani... Ma la sensazione che ho avuto io é che non voleva lasciarmi in cuor suo.. Me ne accorgevo da come mi abbracciava e come piangeva.. Continuava a ripetere che lui ci tiene troppo a me ma non sa se è amore quello che prova.(..)
gentile ragazza per esperienza certi atteggiamenti possono essere l'espressione di una dinamica ossessiva , ossia il classico dubbio patologico ed infondato del tipo " e se non l'amassi davvero"? con il conseguente "impallamento" emotivo
oppure può essere l'espressione di una sbandata dove non si riesce a scendere a patti con i propri sensi di colpa.
non ci sono mosse giuste da parte sua (di le che scrive) nel primo caso non può che consigliare uno specialista, nel secondo può solo discuterne.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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