disagio nella scrittura

Buonasera,
Scrivo dopo anni qui sul forum.
Sto meglio, ho imparato a gestire i pensieri grazie allo studio e alla meditazione. Ritorno però a scrivere per espormi un problema che mi si presenta sempre e da qualche anno è costante nella mia vita.
Fin dall' età di 15 anni ho scritto canzoni. Inizialmente feci parte di un gruppo che durò un paio d' anni poi a causa di esigenze diverse il progetto si chiude.
Da allora ho sempre tenuto la penna in allenamento, ho sempre scritto sottobanco e in privato senza mai espormi. Scrissi strofe che mai videro la luce perché non appena rileggevo mi assaliva L' insoddisfazione, il senso di inferiorità. Chiudevo il quaderno con il malessere e facevo altro.
Andai avanti così per anni, mi fiondavo sulle pagine perché ispirato e ghiotto di parole ma finivo puntualmente nel circolo vizioso dell' insoddisfazione e del non sentirmi all' altezza,
Nel 2014, decisi di mettermi in gioco, cioè scrivere, registare e propormi ai concerti ma i risultati furono scarsi e la determinazione svanì da li a poco minata dal solito senso di insoddisfazione e il non sentirsi all' altezza, e perfezionismo massimo.

2017. Mi dico ok questa è la volta buona, scrivo, registro, ricevo ottimi feedback da parte dei pochi ascoltari in rete ma quelle spiacevoli emozioni si ripresentano e ricado nel baratro.
In più, questa volta si fa viva anche la "minaccia" dell' età. Ho 30 e per il genere che faccio sono abbastanza vecchio. Ma cerco di non darci peso e vado avanti.
Ho provato a scrivere senza pensare al risultato sotto consiglio di un grande musicista e devo dire che la scrittura appariva più scorrevole ma puntualmente tornavo allo schema precedente.
Forse ho risposto troppe speranza nella musica e mi sono costruito una gabbia di giudizio, perfezionismo che mi lascia poco respiro, come dire la musica ti salverà, è L' unica via d' uscita e quindi zero errori, preciso all 1000x1000. È veramente stancante con questo approccio.
Forse dovrei solo prendere la cosa più alla leggera senza pensare di dover raggiungere i massimi livelli per vivere solo di quello. Ma è ciò che mi piace fare, provo piacere a giocare con le parole e interpretarle ma forse L' ho presa troppo di punta.

Grazie per l'ascolto.
Daniele
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Daniele,

è possibile che l'insoddisfazione che continua a provare per quello che scrive, e il perfezionismo che potrebbe essere alla base di questa incapacità di apprezzare i suoi risultati artistici, dipendano da quell'ansia che in precedenza ci ha detto di aver affrontato senza venirne a capo.

Da questo punto di vista non posso che consigliarle di riprendere il lavoro su di sè, appena le sarà possibile, per diventare una persona più serena e ottimista di quanto non lo sia adesso.

Intendeva porci qualche domanda in particolare?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si in effetti la c'è una domanda.
Premettendo che il mio atteggiamento è ambivalente cioè sono attratto dalla scrittura ma allo stesso tempo non riesco ad esserne mai soddisfatto, mi piacerebbe portare la mia musica ai live ma allo stesso tempo provo ansia ad esibirmi, la domanda che mi viene é come posso risolvere? Come fare a superare queste paure, a non farmi prendere troppo dalle domande e dall' ansia?

Grazie
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se ha un disturbo d'ansia non ci sono "consigli" da seguire, se non quello di occuparsi fino in fondo del suo disagio e risolverlo.
Come le dicevo, è necessario che lavori ancora su di sè per limitare sia il perfezionismo che l'ansia, che sono due facce della stessa medaglia e che non le consentono di essere soddisfatto di sè o di affrontare le situazioni senza temere di fare brutte figure.

Se fosse possibile risolvere la questione da solo l'avrebbe già fatto, ma probabilmente è necessario un lavoro più approfondito sul problema.
Bisogna capire da dove nasce la sua ansia, in quali condizioni è la sua autostima, quale stile educativo hanno utilizzato i suoi genitori con lei, se è cresciuto sentendosi valorizzato o criticato, quali modelli sono stati il suo riferimento nella crescita e molte altre cose che si trovano alla base del tipo di ansia che lei riferisce.
Senza considerare tutto questo e lavorare sui suoi "blocchi" è impensabile risolvere il problema.