Genitori che ricattano

Convivo da più di un anno con il mio ragazzo nell'appartamento della mia famiglia, in cui non paghiamo l'affitto; questo fatto però fa sì che i miei genitori si sentano eccessivamente in diritto di decidere su questioni private. Nell'ultimo anno io e il mio ragazzo abbiamo avuto diversi problemi finanziari, ma abbiamo intrapreso un'attività online che può impiegare per vari motivi diversi mesi prima di dare i suoi frutti; i miei genitori non sono d'accordo e pretendono che io apra un'attività tradizionale (negozio) che mi finanzierebbe mio padre! Io assolutamente non voglio saperne e i miei genitori fanno di tutto per ricattarmi in maniera sottile! Al momento sto lavorando nell'azienda di famiglia e mio papà mi paga sempre meno cosicché io poi possa implorarli in ginocchio di aiutarmi ad aprire il famoso negozio. Sono arrivati al punto di considerare il mio ragazzo solo un "ospite" nell'appartamento e a darci un ultimatum: entro fine anno dobbiamo sloggiare. La loro invadenza è così tanta che ci fanno i conti in tasca... In più in questi anni ci hanno ricoperti di regali e uscite a cena offerte da loro, e ora stanno usando tutto ciò come ricatto. Sono ad un bivio che non mi piace: scegliere tra la mia famiglia e il mio ragazzo. Logicamente scelgo la libertà di fare la mia vita con lui, ma vorrei mantenere i rapporti anche con i miei... voi cosa mi suggerireste?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

ovviamente non possiamo dirle cosa fare, ma consideri che, in ogni caso, la sua famiglia d'origine rappresenta il passato, mentre il suo futuro è con la persona che sceglierà di avere accanto per formare una famiglia.
Di conseguenza rinunciare ad una relazione che funziona a causa dell'atteggiamento e dei ricatti dei suoi genitori non mi sembra una scelta produttiva, anche perchè se lo facesse e li accontentasse in tutto si esporrebbe sicuramente a successive recriminazioni al pari di quelle che sta subendo ora.
Le rinfaccerebbero di aver avuto ragione per quanto riguarda il ragazzo, il lavoro e tutto il resto, sentendosi ancor più in diritto di mettere il naso nelle sue scelte e di farle pesare l'aiuto per aprire il negozio.

Come mai suo padre si può permettere di pagarla sempre meno?
Non ha un regolare contratto?
Da quanto lavora lì?
Ha pensato che potrebbe andarsene dalla ditta di famiglia e cercare un lavoro analogo a quello che sa svolgendo in un'altra azienda, dove sarebbe pagata il giusto e non certo ricattata come lo è ora?

Il suo ragazzo lavora presso terzi o si dedica completamente al progetto di attività online?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, grazie della risposta. Sono coadiuvante dell'azienda, pertanto la mia posizione non implica stipendio; ciò che percepisco è pattuito da mio padre. Sono due anni che lavoro lì e c'è una parte di me che ha paura ad andarsene perché non vuole lasciare il papà nei casini, essendo lavoro stagionale. Mia mamma non lavora in quanto soffre di problemi di salute fisica e depressione (ha la possibilità di curarsi ma non lo fa, pazienza). Il mio ragazzo è senza lavoro dall'inizio dell'anno.
Non mi spaventano le sfide economiche, mi sono fatta le ossa e la mia situazione può solo migliorare, l'unica cosa che vorrei è mantenere il rapporto con la mia famiglia, ma so che inizialmente sarà difficile perché ora l'unica soluzione è cambiar casa e slegarmi al 100% da loro anche dal punto di vista economico.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se lei aprisse il negozio che i suoi desiderano apra non sarebbe più disponibile per a lavorare da suo padre, giusto?
Se lui ritiene tanto indispensabile la sua presenza può regolarizzare la sua posizione, invece di sfruttare il legame di parentela per farla lavorare come e quando vuole.

Si è chiesta che senso avrebbe fare scelte che non creino problemi a suo padre, mentre lui non si fa scrupolo di crearne a lei?
Anche sua madre, non curandosi, si disinteressa totalmente delle conseguenze della propria malattia su di lei, quindi francamente non mi farei così tanti problemi all'idea di andarmene: si abitueranno al fatto che è un'adulta che prende le proprie decisioni e probabilmente la rispetteranno di più.

All'inizio magari le terranno il muso o continueranno a dirle che sta sbagliando, come stanno facendo anche ora, ma poi si dovranno rassegnare al fatto che lei non vuole più essere dipendente e manipolabile come adesso.