Genitori tossici

Cari dottori, vi scrivo per un parere esterno e il più possibile oggettivo circa la seguente situazione. Da sempre, ma in particolar modo negli ultimi due anni circa, ho un rapporto con mia madre fatto sì di amore, ma anche di rabbia ed astio. Da piccola, percepivo mia madre come un genitore severo, a volte troppo. Molte cose non bisognava farle, non si poteva farle. Bisognava sempre stare molto attenti ad essere educati nei confronti degli altri, anche se questo significava privare se stessi di un piacere. Non potevo rimanere da un'amichetta 10 minuti in più, perché era cattiva educazione nei confronti dei suoi genitori. Alle feste non potevo mangiare una fetta di torta in più, perché faceva male. Se qualcuno mi chiedeva se volessi fare un gioco, un'attività, o qualsiasi altra cosa, e la mia risposta era positiva, mia madre interveniva e rispondeva di no al posto mio. Ricordo bene le sensazioni spiacevoli che provavo. Forse ho ricevuto troppe negazioni per la mia età. Un bambino dev'essere certamente educato a non oltrepassare i limiti, ma in fondo rimane pur sempre un bambino, che dev'essere libero di giocare e di esprimersi, senza troppi divieti. Ecco, percepisco di averne avuti troppi. Un altro motivo di rabbia, e il principale motivo di scontro, è la questione delle faccende domestiche. Sono stata educata fin dalla più tenera età ad occuparmi della cura della casa. Ho iniziato con le piccole cose, e pian piano è diventato un mio dovere fisso dare una mano. Tanto che se mi rifiutavo di farlo, lei si arrabbiava molto. Così, per paura della sua reazione, stavo zitta e, con le lacrime agli occhi e la rabbia dentro, eseguivo i suoi ordini. Il motivo per cui sono stata "svezzata" così precocemente è la malattia di mia madre. E' affetta da una forma per fortuna non grave di sclerosi multipla, che le rende difficoltosi e faticosi anche i movimenti più semplici. Dunque, siccome lei non riesce a far tutto ciò che vorrebbe fare perché si stanca, delega a me parte dei compiti. Tutto ciò succede anche adesso, solo che ora non ce la faccio più. Ogni giorno mi pesa pulire la cucina, lavare i pavimenti, spazzare, spolverare. Vorrei oppormi, e in parte lo faccio, ma mi sento in colpa. Non riesco a capire se faccio bene oppure sono davvero egoista come lei dice. I problemi nascono anche quando resto a dormire fuori: il giorno dopo mi rimprovera, dicendomi che sarei dovuta rimanere a casa per aiutarla. Il mio ragazzo dice che non lo sono per niente, che anzi, sono fin troppo obbediente, che è lei ad esagerare con questa storia delle faccende, e che dovrei prendermi più libertà. So che è così, in fondo, ma dentro di me c'è ancora un freno fortissimo che mi impedisce di farlo. E' come se fossi rimasta a quando ero bambina, quando le sue urla mi terrorizzavano. Vorrei capire quale atteggiamento adottare: come prendermi i miei spazi, senza mancare di rispetto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, a parte questi problemi relazionali non sappiamo niente della sua vita.. Lei cosa fa, studia ancora, lavora ?, è totalmente dipendente dai genitori... è figlia unica ? Mi domando e le domando se ci sono all'orizzonte possibilità di .. svincolo.. da questa situazione,, cioè lavorare e avere prospettive .. altre per il futuro.. Certo Lei ha il dovere di aiutare in casa un pò, ma quanto , cioè le si chiede l'indispensabile o la mamma, come molte, è perfezionista.. nessun altro aiuta in casa.. il papà, perchè no ? Se Lei lavorasse, andasse via di casa, cosa succederebbe ? Sono domande spiacevoli , capisco, ma è meglio avere le idee chiare, sarebbe possibile , una volta alla settimana pagare qualcuno che faccia una bella pulizia di base, magari non ora , ma in futuro ?
Sempre tentando di avere reciproca affettuosa comprensione, cerchi di parlare con la mamma e dirle che Lei vuole avere una vita diversa in futuro, sia ferma e gentile, ma non è più la bambina che deve obbedire , comunque.
Ci riscriva se crede, con più notizie potremo aiutarla meglio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
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Sì, studio ancora, e dipendo dai miei economicamente. Proprio in virtù del fatto che la mia situazione familiare mi opprime, per settembre dell'anno prossimo conto di partire per l'Erasmus. Nel frattempo, voglio iniziare a lavorare in maniera più stabile per potermi mantenere economicamente, e mettere dei soldi da parte per la partenza. In questo modo, col lavoro di mezzo, sarò ancora più lontana da casa, e mia madre avrà meno opportunità per opprimermi con le sue richieste. Inoltre, non dovendomi più mantenere, almeno in parte, forse potrebbe finalmente permettersi una domestica.
Sì, come lei dice mia madre è perfezionista, essendo casalinga a tempo pieno. Voglio dire, la sua unica occupazione è la cura della casa, dunque è inevitabile che lo sia. Infatti non è una donna indipendente, in parte anche a causa della sua malattia, e non si occupa dei suoi interessi personali. Inoltre 3 o 4 anni fa ha iniziato ad avere
forti attacchi d'ansia e da allora è sotto cura di psicofarmaci. Mio padre in casa si occupa semplicemente di apparecchiare qualche volta e di spazzare dopo il pranzo
e la cena. Lui provvede al fare la spesa ogni giorno. Lui è sempre stato un uomo ansioso, lamentoso, pessimista, cupo. Ultimamente è peggiorato, e manifesta sintomi di depressione, da quando mia madre un anno fa ha deciso di cambiare casa lasciando quella vecchia, che era la casa dove mio padre viveva sin da bambino. E' stato un trauma per lui. Insomma, dottoressa, può ben capire che a casa mia c'è un clima pesante, negativo. Si fanno sempre le stesse cose: spesa, faccende, cucinare. Mia madre che mi chiede di fare le faccende, mia madre che si lamenta con mio padre, mio padre che sbuffa e borbotta, come se anche la più piccola azione per lui fosse come scalare una montagna. Beh, se andassi via di casa non so proprio cosa potrebbe succedere... certo sarebbero contenti da un lato, ma dall'altro sentirebbero il distacco e ne rimarrebbero un po' feriti. Ho provato a parlare con mamma del fatto che le sue richieste mi pesano, forse ammetto di non aver avuto sempre un tono fermo e gentile, ma al contrario rabbioso. La sua risposta è sempre stata: non è vero che ti opprimo, perché io ti lascio fare tutto quel che vuoi, semplicemente è normale che tu debba aiutarmi. Ciò che ti chiedo rientra nelle normali faccende giornaliere, non ti chiedo nulla di eccessivo.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissima, molto bene l'Erasmus , lavorare e avere un po' di soldi suoi. Le consiglio di studiare tanto e bene, la salvezza sara ' un lavoro ben pagato..spiace dirlo, ma non mi sembra semplice cambiare il modo di pensare dei suoi.. provi a rivolgersi al Consultorio Lei, poi la mamma potrebbe essere aiutata , perché forse lei, sua madre, si sente incompresa.. non fanno una bella vita neanche loro, con questa incapacità di.. alzare lo sguardo .. Le raccomando, sia lucida e tenace, per salvarsi la vita.. disperarsi, scoraggiarsi non serve.. e cerchi di essere affettuosa con la mamma, povera, che non vede quanto la vita sua potrebbe essere diversa con un' altra mentalità..auguri per tutto !
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dopo
Utente
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Sì, a me dispiace la situazione in cui versano loro due, e vorrei anche far qualcosa, ma sono adulti e dovrebbero capire da sé che sarebbe utile impegnarsi per cambiare un po' la loro situazione personale, invece niente... ho provato a far capire a mamma che forse un aiuto psicologico le farebbe bene, ma lei è molto restia. Ha paura di riportare alla luce le sue ferite passate. Mio padre invece non prende minimamente in considerazione l'idea. Vorrei chiederle un ultimo consiglio, se possibile: come potrei dimostrargli vicinanza e supporto, mantenendo al tempo stesso un certo distacco dalla situazione? La ringrazio moltissimo.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, come le dicevo vada Lei al Consultorio e racconti il suo vissuto chiedendo aiuto, la mamma può essere convocata da quello Staff visto che il clima relazionale in famiglia è poco collaborante , Lei intanto , anziche' dire.. sono adulti dovrebbero capire da sè.. il che non è molto .. generoso.. verso i genitori che l'hanno cresciuta e la mantengono agli studi, potrebbe cercare di essere più affettiva, gentile, parlare, raccontare, il clima affettivo si costruisce, insieme, volendo..
Tutto questo è anche faticoso , lo so, ma in modo sbrigativo niente cambia..
Pazienza e coraggio, con tutti i miei auguri..