Tutto sulla anorgasmia

Revisione Scientifica:

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Si dice anorgasmia la mancanza di risposta orgasmica, nonostante un’adeguata stimolazione sessuale e la presenza della fase del desiderio e dell’eccitazione. Raggiungere l'apice del piacere sessuale non è sempre possibile e le cause sono spesso poliedriche. In questi casi si parla di anorgasmia, termine che indica appunto l'impossibilità di raggiungere l'orgasmo.

Il termine anorgasmia sta ad indicare la mancanza di risposta orgasmica, nonostante sia presente un’adeguata stimolazione sessuale, la fase del desiderio e dell’eccitazione.

Raggiungere l'apice del piacere sessuale non è sempre possibile e le cause sono spesso poliedriche.In questi casi si parla appunto di anorgasmia, termine che indica la difficoltà o l'impossibilità nel raggiungimento dell'orgasmo.

E’ opportuno precisare che questo disturbo può affliggere sia le donne che gli uomini, anche se le statistiche dimostrano che è molto più frequente che colpisca il gentil sesso.

Nel caso in cui siano gli uomini ad essere interessati da questo disturbo, si deve ben tenere a mente che esso nulla ha a che fare con il deficit erettivo, con cui, quindi, non va assolutamente confuso. Mentre il deficit erettivo rappresenta l'incapacità di raggiungere o mantenere un'erezione in grado di condurre ad un rapporto sessuale appagante, l'anorgasmia rappresenta invece l'assenza della risposta orgasmica. 

TUTTO SULLA ANORGASMIA

Nell’uomo, quando si parla di risposta orgasmica si intende la presenza di orgasmo e di eiaculazione, non sempre compresenti. Nella letteratura sessuo-andrologica per anorgasmia maschile si intende l’eiaculazione ritardata, l’orgasmo aneiaculatorio e l’eiaculazione anorgasmica, tutte disfunzioni sessuali che compromettono la terza fase della risposta sessuale maschile (fase dell’orgasmo e dell’eiaculazione).

ARGOMENTI TRATTATI


 

Recenti dati ci dicono molto di più, mettendo in evidenza che si tratta di uno dei disturbi sessuali maggiormente frequenti dell'universo femminile. Pare infatti che ben il 12% delle donne che hanno una vita sessuale regolare non abbia mai raggiunto l'orgasmo, mentre il 34%, durante la penetrazione, non arrivi a percepire quella tipica scossa di piacere.

Ma la percentuale che più preoccupa è rappresentata da un 47% di ragazze e signore che ha dichiarato apertamente di fingere l'orgasmo, strategia spesso adottata per rassicurare i partners e per non affrontare il disagio\sconforto dato dall’assenza di risposta orgasmica.

Insomma, ricordate il film Harry ti presento Sally? Sembra che quanto simulato da una giovane Meg Ryan al tavolino da un bar, divenuto poi l'orgasmo più famoso della storia del cinema, non sia molto distante da quanto accada nella realtà in molte camere da letto. Se il rischio negli uomini è di confondere l'anorgasmia con il deficit erettivo, per le donne la confusione si suole farla con il calo del desiderio sessuale.

Ma anche in questo caso la differenza è grande, in quanto il termine “calo del desiderio o desiderio sessuale ipoattivo” definisce una condizione più generale di scarso interesse nei confronti dell'attività sessuale. E' opportuno sottolineare che il calo del desiderio può essere una conseguenza o una causa dell'anorgasmia, visto che una donna che non prova l'orgasmo può scoraggiarsi fino a perdere completamente il desiderio. Ma cos'è che ostacola l'amore?

Le cause dell'anorgasmia

Quando l'orgasmo non scatta le cause possono essere molteplici. L'origine del problema non è ancora completamente chiara ai medici, che non sono ancora pervenuti a formulare una certezza scientifica. Nonostante ciò, sono comunque stati resi noti alcuni possibili fattori che incidono sul manifestarsi del disturbo. Essenzialmente, le cause possono suddividersi in tre grandi gruppi: le cause psicologiche, diadiche/relazionali e quelle biologiche. Le più frequenti sono quelle di natura psicologica, tra le quali annoveriamo:

1- Lo spectatoring: si tratta di una disfunzionale abitudine all’auto-osservazione della sessualità, che ne impedisce il  naturale fluire, compromettendo il raggiungimento dell’orgasmo. (frequentemente presente nel deficit erettivo).

2-  L’ansia da prestazione: nonostante il termine faccia pensare alla sessualità maschile, l’ansia da prestazione è quell’ “ansia anticipatoria” che danneggia e compromette l’intimità, spesso presente nella risposta orgasmica femminile. La donna non si percepisce a proprio agio durante il rapporto, tende infatti ad inseguire la risposta orgasmica a dimostrazione d’ amore per il partner ed a vivere quote d’ ansia importanti perché preoccupata di fare "bella figura". Chiaramente questa continua attenzione nei confronti del rapporto e del raggiungimento dell'orgasmo è totalmente controproducente, poiché impedisce ancora una volta il lasciarsi andare liberamente alle proprie sensazioni.

Più la donna, cercherà con modalità ansiogene ed ossessive di raggiungere il piacere sessuale, più questo diventerà chimerico, più sposterà la sua attenzione dal “percorso” alla “meta”, più questa diventerà irraggiungibile.

3-  Il rapporto ambivalente con la fisicità: può capitare che l'anorgasmia sia dovuta ad una inibizione personale, a sua volta provocata da una mancanza di autostima. Il più delle volte questa insicurezza riguarda la propria fisicità: la donna non accetta il proprio corpo, si sente goffa ed impacciata, e ciò costituisce un serio limite per vivere appieno e serenamente la propria sessualità. Ci sono poi dei casi particolari, in cui il blocco psicologico è provocato dall'essere stati vittime di violenze sessuali. Questo accade in modo particolare se la violenza è stata subìta nella prima infanzia e, come spesso accade, è stata rimossa a livello conscio.

4- Educazione rigida e sessuofobica:  un’assenza di educazione emozionale e sessuale, prepara il terreno ad una proliferazione di falsi miti correlati alla sessualità, di interpretazioni fantasiose e non aderenti alla realtà, inoltre, dopo esperienze negative, la donna si potrà percepire sempre più inadeguata.

5- L’assenza di stimolazione clitoridea: non esiste in clinica differenza alcuna  tra orgasmo vaginale e clitorideo; la stimolazione clitoridea, diretta o indiretta, correla sempre con la risposta orgasmica femminile, la sua assenza determina spesso un quadro di anorgasmia coitale. Le donne, provano spesso imbarazzo e vergogna, come se la stimolazione clitoridea appartenesse ad una risposta orgasmica di serie B, tendono infatti a glissare sull’argomento ed a non chiedere al partner di attuarla durante l’intimità.

6- Una coppia inadeguata: la coppia rappresenta il palcoscenico deputato all’intimità, con le sue dinamiche, verbalizzazioni, non detto, empatia, aggressività, diversità e dinamiche conflittuali e, spesso non rappresenta il luogo consono all’intimità ed all’appagamento sessuale. Molte volte l’ anorgasmia, viene detta “anorgasmia situazionale”, si manifesta cioè con alcuni partners e non con altri.

7- Una disfunzionalità del pavimento pelvico: un momento di fondamentale importanza nel raggiungimento  dell’orgasmo femminile è la formazione della cosiddetta piattaforma orgasmica. Questo termine traduce un’area di vasocongestione vulvo-vaginale (engorgement) che si organizza  nella  fase di plateau ed alla cui formazione contribuisce l’aumento del tono della muscolatura superficiale perineale e quella del muscolo pubo-coccigeo, unità componente il muscolo elevatore dell’ano.

Appare perciò evidente come una buona funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico contribuisca alla fase eccitatoria di plateau e conseguentemente, al raggiungimento dell’orgasmo femminile, quindi la salute ginecologica della donna diventa imprescindibile dalla salute sessuale.

8- Cause iatrogene: possono verificarsi problemi di anorgasmia in seguito all'assunzione di sostanze psicotrope ed antidepressive. Droghe, ormoni e farmaci sono infatti tutte sostanze che possono avere un effetto inibitorio sull'orgasmo. Se non destano stupore gli effetti delle sostanze stupefacenti, si deve prestare particolare attenzione a quelli dei farmaci contro la depressione. E' stato provato che essi, anche in seguito all'interruzione del trattamento farmacologico, possono provocare disfunzioni sessuali.

All'interno di questa vastissima categoria delle cause psicogene, le motivazioni responsabili dell'insorgenza del problema variano da una persona all'altra, affondando le proprie radici del vissuto individuale. Master e Johnson, supportati in seguito da Kaplan, teorizzano che è un “eccessivo autocontrollo” il principale responsabile nella patogenesi dell'anorgasmia. Dunque più predisposte a soffrirne sarebbero quelle persone eccessivamente rigide con se stesse, che difficilmente si lasciano andare dal punto di vista emotivo. E' proprio questo timore di perdere il controllo a far sì che la persona si trattenga di fronte alle sensazioni sessuali, soprattutto quando esse diventano più intense. Ma a lungo andare questo meccanismo di controllo si fortifica al punto tale da diventare automatico.

Anorgasmia: manifestazioni cliniche

Il sintomo principale attraverso cui l'anorgasmia si manifesta è per l'appunto l'assenza del raggiungimento dell'orgasmo. La sua mancanza dopo una normale fase di eccitazione sessuale è già un campanello d'allarme. Naturalmente, è bene dire che non si parla di anorgasmia se si ha una vita sessuale soddisfacente ed una volta o due non si prova il massimo del piacere, ma solo se la condizione di mancato appagamento si ripresenta in maniera puntuale.

Esistono poi altri sintomi che si accompagnano all'assenza di orgasmo, che sono una diretta conseguenza di ciò. Essi sono tristezza, frustrazione, angoscia depressiva, senso di colpa, rabbia. Come avrete notato, non si tratta di sintomi fisici, ma di stati emotivi che scaturiscono da una vita intima non soddisfacente ed appagante.

Mentre gli stati di tristezza sembrano prevalere per la donna anorgasmica, i sensi di colpa scattano soprattutto per l'uomo afflitto dal problema, il quale soffre per non essere in grado di soddisfare se stesso e la propria partner. La risposta orgasmica femminile, diventa per l’uomo la prova della sua bravura sessuale ed il termometro del loro amore.

Anorgasmia: diagnosi

Per diagnosticare l'anorgasmia può non essere sufficiente soltanto una visita ginecologica, ma diventa indispensabile integrare una valutazione psico-sessuologica o psicologica. Il clinico sarà solito rivolgere alla paziente delle domande utili ad inquadrare il suo disturbo.

Per comprendere cosa intende la paziente quando dichiara di non provare l'orgasmo e a quali situazioni si riferisce, lo specialista si addentra nella sua vita intima, domandando ad esempio da quanto tempo è emersa questa problematica, e se era solita venir fuori anche con partner precedenti. Si tratta di dati necessari per formulare una corretta diagnosi.

Il clinico, dopo un'approfondita analisi, sarà in grado anche di classificare il disturbo sulla base della sua entità.

L’anorgasmia coitale, può essere primaria, secondaria, situazionale o assoluta. L’anorgasmia primaria è caratterizzata da una totale incapacità da parte della donna nel provare l’orgasmo, il suo esordio è concomitante con l’inizio della vita sessuale; l’anorgasmia secondaria invece, si manifesta dopo un normale ed adeguato periodo di salute sessuale, spesso concomitante ad eventi stressogeni, partners inadeguati sul piano della relazione, farmacoterapie e\o disagi psichici;

l’anorgasmia secondaria e situazionale è sempre correlata alla dimensione “diadica”, quindi coppia; per concludere l’anorgasmia assoluta, è caratterizzata invece dalla totale assenza di risposta orgasmica, sia con l’autoerotismo, che con il coito.

Un distinguo importante deve essere effettuato tra “piacere solitario e condiviso”, ci sono donne che riescono a raggiungere l’orgasmo soltanto con l’autoerotismo, da sole con loro stesse e non vi riescono con il partner, anche se la stimolazione segue le stesse modalità.

Anorgasmia: prevenzione

Esistono diversi accorgimenti utili a prevenire tale problema. E' bene sottolineare che la prevenzione dell'anorgasmia ha inizio già nel periodo dell'adolescenza, in cui si ha il primo approccio alla sessualità.

Molto importante, se non decisivo, può essere il ruolo dei genitori ed egli insegnanti, i quali dovrebbero fornire ai loro figli\ alunni informazioni utili sull'anatomia e sulla sessualità, sempre associata alla dimensione dell’affettività e della relazionalità. Piuttosto che mettere in cattiva luce la sessualità, i genitori dovrebbero quindi trasmettere ed insegnare i “valori sessuali”.

In alcuni casi anche l’autoerotismo, lasciare quindi che gli adolescenti imparino a provare piacere da soli, può essere una forma utile di prevenzione all'anorgasmia. Senza dimenticare che non bisogna mai aspettare che il disturbo diventi meccanico, dunque è bene rivolgersi ad un medico già al presentarsi dei primi problemi, per evitare la cronicizzazione del disagio sessuologico.

Anorgasmia: cure e terapie

Chiaramente la cura dell'anorgasmia dipende dalla causa che ha originato il problema. Quando alla base c'è una motivazione di natura psicologica il trattamento consigliato è , a seconda della severità del disturbo e dell’età della donna, un counselling mirato a fornire elementi di educazione emozionale e sessuale, una psicoterapia o una terapia di coppia. In quest’ultimo caso, il programma di trattamento è composto da tre fasi.

La prima è di esposizione graduale e prevede che il paziente impari progressivamente a conoscere il proprio corpo e le sensazioni che si provano. La seconda fase è rappresentata da un percorso verso l’intimità, che esplori le resistenze psicologiche della paziente e le dinamiche di coppia che hanno contribuito all’insorgenza e soprattutto al mantenimento del disturbo clinico.

La fase conclusiva consiste invece in specifici esercizi finalizzati ad aumentare il tono della muscolatura vaginale, implementando l’intimità e la confidenza tra i partners. Il primo obiettivo del percorso da attuare è quello di insegnare alla paziente le sensazioni premonitorie connesse all'orgasmo, imparando a non rinnegarle e censurarle.

Al fine di eliminare inibizioni e controlli coscienti, si è soliti prescrivere esperienze sessuali specifiche, all’inizio individuali, studiate appositamente per facilitare il processo orgasmico. Inoltre, mediante la conoscenza più approfondita della psiche della donna, si cerca di riportare a galla e risolvere tutte le paure, gli eventuali condizionamenti culturali ed educativi che potrebbero avere in origine indotto a trattenere l'orgasmo.

I programmi di terapia di coppia prevedono di solito la presenza della partner o del partner, se trattasi di anorgasmia maschile o femminile. I motivi di ciò sono molteplici: si favorisce la comprensione del problema, impedendo che la persona che soffre di anorgasmia si addossi responsabilità e sensi di colpa; si favorisce la comunicazione all'interno della coppia; si aumenta la complicità; si crea un legame più solido che è il presupposto essenziale per la risoluzione della problematica, su un piano più profondo.

Obiettivo ultimo è quello di rimuovere totalmente i freni psicologici che bloccano il raggiungimento dell’orgasmo. A volte lo specialista può anche suggerire di ravvivare un po' il rapporto recuperando il suo lato fantasioso e giocoso per far si che la coppia si lasci andare e riacquisire gli stimoli perduti.

Quando sono farmaci o altre sostanze assunte i responsabili dell'anorgasmia, è chiaro che si procederà in maniera differente, e l'interruzione di tali sostanze potrà ripristinare gradualmente la normalità della propria vita intima. Per chi ha problemi di carattere fisico, una visita medica e ginecologica è necessaria a stabilire il rimedio più consono.

Conclusioni anorgasmia

Visita medica e trattamento psicologico sono la strada per poter pervenire alla risoluzione del problema. E' importante chiedere aiuto sia per se stessi ma anche per salvaguardare la propria relazione, visto che difficoltà nei rapporti sessuali hanno inevitabili ripercussioni sulla vita di coppia, rompendone gli equilibri.

Troppo spesso capita che una forma di imbarazzo o di vergogna porti la persona afflitta da anorgasmia a non ammettere il problema, e dunque a non rivolgersi ad uno specialista. Ne deriva che si aspetta passivamente fino a che la relazione, ormai logorata, arriva ad un punto di non ritorno e di rottura.

E' dunque necessario agire tempestivamente, superando qualsiasi forma di censura e pudore. Chi ne soffre deve riappropriarsi del piacere, della qualità di vita e salute di coppia, non permettendo all'anorgasmia di ostacolare l'amore.

Revisione scientifica

Foto di Valeria Randone Dr.ssa Valeria Randone, Psicologo sessuologo clinico
Articolo pubblicato il 23/08/2013

 

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Data pubblicazione: 09 ottobre 2013

Autore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1992 presso La Sapienza-Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 1048.

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